La notizia del concerto di M¥SS KETA al Berghain si è sparsa rapidamente tra gli italiani che vivono a Berlino e l’hype per l’evento ha subito raggiunto livelli altissimi.
L’eroina della notte (e non solo) milanese, ormai famosa in tutta Italia grazie all’album UNA VITA IN CAPSLOCK, uscito ad aprile di quest’anno, si è già esibita all’estero in più occasioni nel corso della sua carriera ma quello del club berlinese è sicuramente il palco più prestigioso da lei affrontato fuori dai confini nazionali.
L’evento fa parte della serie di concerti Certain People – organizzato dalla Melt Booking – che riunisce al Berghain i performer più interessanti della scena underground internazionale con serate a cui partecipano tre artisti alla volta.
Avendo ormai superato i rancori legati alla fine della burrascosa storia con lo storico buttafuori del locale Sven Marquardt, la M¥SS ha accettato l’invito ad esibirsi nel tempio mondiale della musica techno. Come tutti i suoi fan che vivono nella capitale tedesca non potevo farmi sfuggire un evento di questa portata; dopo aver parlato del concerto per settimane con i miei amici/colleghi/gente a caso nei bar, il fatidico giorno è finalmente arrivato.
«Voglio essere libera da ogni tipo di gabbia: gabbie mentali, gabbie fisiche…» e ha aperto totalmente il corsetto che indossava mostrando al pubblico il seno più desiderato e invidiato d’Italia.
Già dall’arrivo al Berghain era evidente quanto l’atmosfera fosse diversa rispetto alle solite serate del locale: in occasione dei concerti non c’è la temutissima door selection, per cui il club è famoso, perciò c’era un clima particolarmente rilassato. Dopo i controlli e l’applicazione degli adesivi sulle fotocamere del cellulare (parte integrante del rito del Berghain) sono entrato nella sala principale, in cui si è svolto il concerto. La cosa più interessante che ho notato al primo sguardo è che l’aspetto del pubblico di questo specifico evento si discostava leggermente da quello della clientela abituale del club: più queer e meno dark syle. In tanti sfoggiavano occhiali da sole, mascherine e passamontagna per omaggiare l’iconico stile della M¥SS.
Dopo un drink al volo, la gente ha cominciato a occupare la sala e il concerto è cominciato con il sound tagliente ma raffinato di Catnapp – che nel mezzo del suo live ha messo in evidenza con un «How are the italians doing?» la grande quantità di ketamini presenti. Dopo il live act della rapper argentina, che è stato un inizio soft perfetto per riscaldare la scena, è cominciato il fermento del pubblico per il live della diva milanese.
Dopo l’arrivo sul palco del producer Riva, la M¥SS è entrata in scena mandando in visibilio il pubblico già dalle prime note. Ha iniziato in solitaria e poi è stata rapidamente raggiunta dalle fedeli ragazze di Porta Venezia Cha Cha, Iban e Miuccia Panda, in trasferta berlinese insieme a lei. Il concerto ha avuto inizio tra le urla dei fan italiani e gli sguardi perplessi ma divertiti degli spettatori – prevalentemente stranieri – che non la conoscevano. La KETA nazionale ha seguito una tracklist pensata appositamente per il Berghain, tagliando fuori i brani freschi e leggeri dell’ep CARPACCIO GHIACCIATO, privilegiando i toni più cupi del nuovo album UNA VITA IN CAPSLOCK e alcuni classici dei primi anni della sua carriera.
Oltre ad aver cantato “Eccezziunale.. veramente!” (non molto frequente nei suoi live più recenti), ha eseguito “Ragazze di Porta Venezia” in un un’inedita versione mash-up con “Noid” di Yves Tumor, artista con cui la diva milanese condivide vari aspetti dal punto di vista musicale e d’immagine. Subito prima di cantare “In gabbia (non ci vado)”, ha affermato dal palco «Voglio essere libera da ogni tipo di gabbia: gabbie mentali, gabbie fisiche…» e ha aperto totalmente il corsetto che indossava mostrando al pubblico il seno più desiderato e invidiato d’Italia. Il pubblico, ipnotizzato dal generoso davanzale della M¥SS mostrato per la prima volta in assoluto, ha seguito la restante parte del live con entusiasmo ancora maggiore e lanciando sul palco dichiarazioni d’amore, gioielli e carte di credito (prontamente raccolte dalla Iban). Poi è arrivata l’ora di “Botox” e “Una donna che conta”, e la signora italiana dell’underground ha chiuso il suo live con l’inno “Milano sushi & coca” tra coriandoli e ringraziamenti.
Per il terzo e ultimo act la M¥SS ha ceduto il palco all’eclettico performer francese Kiddy Smile, che ha fatto ballare ininterrottamente l’intera sala senza però, dobbiamo dirlo, raggiungere il livello di coinvolgimento del pubblico ottenuto dalla diva nostrana.
Avrei apprezzato molto un’esibizione corale dei tre artisti della serata, ma forse sarebbe stata una scena in stile Celentano-Morandi-Pupo a Sanremo per cui il Berghain non è (ancora) pronto.
«Mama is here for you. Mama KETA».
La rapper milanese ha saputo tener testa ad un palco difficile come quello del Berghain facendosi apprezzare non solo dalla sua fanbase consolidata, ma anche da chi l’ha scoperta la sera dell’evento. Ci ha ricordato il messaggio fondamentale dietro la sua musica: dobbiamo imparare a essere liberi sia dalle restrizioni che la società ci impone che dalle nostre insicurezze personali; non a caso uno dei momenti in cui è stata maggiormente acclamata dal pubblico è proprio quello in cui ha detto «Mama is here for you. Mama KETA»..
Nei giorni successivi, il Berghain è tornato alla sua solita attività di tempio sacro e inaccessibile della musica elettronica. Ma è bello pensare che la nostra M¥SS sia riuscita a trasformarlo per una sera in un luogo più felice e ospitale per tutti.