In occasione del VIVA Festival, il festival tra pop e avanguardia che si disperde tra i mari limpidi e i muretti a secco della Valle d’Itria, Audi e Zero hanno deciso di spostarci in Puglia. Non tanto per i toni vacanzieri e soleggiati, ma perché sappiamo bene che per pensare in grande occorre innanzitutto saper pensare in piccolo. È una questione di scale. Bisogna conoscere il proprio territorio, i propri vicini, per reimmaginare un’idea di collettività, realizzando che l’innovazione è sempre un brulichio sociale, un vocìo che collima in qualche cosa e rinvigorisce tutti.
Dopo quest’ultimo anno e mezzo in tanti hanno sognato di andarsene dalla città. Si è rivelata paradossalmente troppo stretta, affollata. Ma la prospettiva d’allontanarsi da quelle dinamiche di networking che rendono l’urbe quella che è appare sempre insormontabile. Si teme la noia, che è poi il venir meno del push out delle città. Gli eventi, le serate, le presentazioni, insomma, tutto quel palinsesto perpetuo che avviene di qua e di là. Ecco, quante volte avete fantasticato su quanto sarebbe bello riuscire a vivere la stessa vivacità che connota i centri urbani in campagna, al mare?
Tante, lo sappiamo. Eppure qualcuno l’ha vinta, e ha un nome: Masseria Wave, alla Restuccia, in Puglia. L’idea nasce da Gilberto Genco, in una masseria del Settecento, e la curatela delle attività culturali e delle residenze artistiche è di Protopapa. Se la Restuccia è in fondo un resort, il lavoro di Masseria Wave trasporta tutta una serie di sinergie pazzesche in piscina, nelle camere, sotto i porticati, nel colonnato del Settecento, dove tutto accade ogni giovedì sera. Ci sono live e live painting, dj set e performance, burlesque e make-up artist, registi, rapper, writer: è la cittadinanza creativa. Questo perché, ci dice Protopapa, «Dopo un anno e mezzo di chiusura, dove non c’è stata possibilità di networking se non sui social, condita di individualismo, lavoro a distanza e in solitudine, era necessario trovare un luogo in cui ricominciare a stare insieme. Ritrovarsi di nuovo tra creativi ma questa volta fuori dalla città pur continuando a lavorarci. Cercando ritmi più umani, non quelli tipici di una città come Milano».
Masseria Wave, effettivamente, è glocale.
Insomma, l’idea è quella trasportare le dinamiche della città in un ambiente locale, per certi versi periferico, e autonomo. Parliamo di nomadismo digitale, lavoro vacanziero ed esperienza, il tutto in una cornice di valori legati al territorio. E qui torna in mente una parola che non ha mai avuto il privilegio del fascino ma che si assume la responsabilità della chiarezza: glocale. Masseria Wave, effettivamente, è glocale.
Seppur ci piacerebbe scovare un termine meno legato a quella dicotomia tra globale e locale, dobbiamo ammettere che c’è una certa tendenza a riaprire il discorso su innovazione e progresso anche al di fuori dei centri urbani. Aggiungiamo, per chiarezza, che già le campagne sono a tutti gli effetti i luoghi in cui si sperimentano nuove applicazioni e tecnologie, piuttosto che in città. Ma qua stiamo parlando di altro. Non tecnologie, non progresso tecnologico, ma nuove formule del collettivo.
Il collettivo fa la forza. Soprattutto oggi, quando per il futuro sarà una riflessione inderogabile.
Perché, e questo Masseria Wave lo sa bene, l’unico modo sincero per innovare è avere un riguardo per territorio e comunità. Si tratta di inserire in un paesaggio locale la stessa rete di networking e socialità che nei centri produttivi – come Milano – produce la reale differenza. Il collettivo fa la forza, e soprattutto in un momento così, per cui lo stare insieme costituirà per il futuro prossimo un bisogno inderogabile, e proprio per fare innovazione. E proprio perché bisogna inventarsi nuovi modi di stare insieme.
Se il turismo non manca in Puglia, la frontiera della ricezione di Masseria Wave è quella di cortocircuitare la città con la provincia rurale e marinara, il lavoro da remoto con il Salento vacanziero. È un villaggio turistico 2.0, dove invece che famiglie venete e calabresi s’incontrano artisti di tutti i tipi e dal tutto mondo. L’obiettivo è chiaro: come ci ha detto Populous, che sta collaborando con Masseria Wave, «Si sta cercando di mettere in una luce diversa dei termini che fino a poco tempo fa si associavano solo alla campagna. Ora ci sono tutta una serie di innovazioni che hanno a che fare con questi temi, all’interno della cornice della ruralità. Si vuole portare il contemporaneo dove il contemporaneo non c’è mai stato. Nuovi valori, nuovi significati, a ciò che si è spesso visto come vecchio ma riserva energie incredibili». Insomma, Masseria Wave testimonia una voglia che abbiamo tutti: quella di restare da un’altra parte rispetto a Milano. Questa volta in Puglia, cercando di restituire un territorio con tutte le sue sinergie