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Milano cavalca i cavalcavia

Un classico esperimento di temporary city: si crea animazione nei posti più desolati della città, mostrandone per qualche giorno le grandi potenzialità scenografiche.

Geschrieben von Lucia Tozzi il 18 Juni 2019
Aggiornato il 24 Juni 2019

Tutti gli abitanti dell’Isola lo sanno, quando fa caldo la sola idea di affrontare il guado del cavalcavia Bussa fa sudare il cervello. Salire le scalette tra i vapori olezzanti di piscio e spazzatura dell’asfalto con la prospettiva di esere investiti dalle vampate emanate dalle carrozzerie delle auto nel parcheggio è una condanna.

Il Comune ha quindi ben pensato di fare un bando per trasformare questo pezzo di desolazione urbana in uno spazio temporaneo per eventi: sport, skate, cinema all’aperto, bar, qualche concerto o spettacolo, e tutto il repertorio per grandi e bambini a cui questa città ci ha abituati fino alla nausea. Solo che, con un po‘ di arredo, colore, e si spera qualche pianta su un terzo della spianata, sarà possibile per i milanesi benpensanti aprire gli occhi e rendersi conto di quello che all’estero si sa da milioni di anni, cioè che i cavalcavia sono un punto di osservazione privilegiato, per dirla nel lessico del marketing urbano „una location da urlo“.
E infatti la società che si è aggiudicata l’appalto si chiama Urban Value, e di mestiere fa proprio questo: rigenerazione urbana, intesa nel senso di valorizzazione immobiliare. Tra i suoi colpacci, per coloro che godono per questo genere di affari, può annoverare il piazzamento del palazzo dell’EUR a Fendi. Urban Value è romana, e questo cavalcavia, insieme a quelli più periferici del Corvetto e di Monteceneri, che godranno solo di qualche evento spot, è il suo cavallo di troia per infilarsi nel mercato milanese.

Romano è anche lo studio di architettura TSPOON (Nina Artioli, Alessandra Glorialanza, Eliana Saracino), che lo affiancherà nel progetto di allestimento, e a buon diritto: nel lontano 2014 aveva infatti vinto il concorso per la trasformazione permanente, e non temporanea, del cavalcavia. Il suo progetto aveva vinto contro altri che erano molto più affini alla contemporanea moda post-Bosco Verticale: per niente fronzuto, era focalizzato sul potenziamento della funzione scopica. Non a caso si chiamava GUARDA-MI, ribaltando il narcisismo da selfie in un invito a guardare Milano, i suoi treni, il palazzo di Terragni a destra, la torre colorata a sinistra, le sue nuove e vecchie torri un po‘ bruttine ma per questo tenere, gli alberghi anni 80 che si rifanno il look, il fermento del real estate, e in fondo in fondo le magnifiche sorti e progressive dello Scalo Farini, che allora era appena un miraggio lontano, ma ora si avvicina.

Il cavalcavia Bussa, insieme a quelli più periferici del Corvetto e di Monteceneri, è il cavallo di troia di Urban Value per infilarsi nel mercato immobiliare milanese

Questo è il segno che la giunta vuole decidere sul destino di queste tre infrastrutture: come spesso succede con gli usi temporanei, dopo la festa leggera arriva l’azione pesante. A Isola con ogni probabilità partirà la rigenerazione (con rituale, inesorabile evocazione della povera High-Line newyorkese), a Monteceneri qualcosa di simile, e piazza Corvetto pare che invece tornerà a rivedere le stelle, con l’abbattimento della sopraelevata.
Stiamo a vedere.

Contenuto pubblicato su ZeroMilano - 2019-07-01