Con la cultura non si mangia (?), ma almeno da oggi si esce di casa. In questo tricromatismo strano in cui nostro malgrado ci siamo trovati gettati e che, purtroppo, ben poco ha da che spartire con il Bauhaus; il giallo è il semaforo che i musei a Milano stavano aspettando per riaprire al pubblico. Da oggi, infatti, i musei meneghini sono nuovamente visitabili – non fatichiamo a immaginare che potrebbero diventare il luogo prediletto per i primi appuntamenti di questo febbraio pandemico; perchè di walking-meeting con caffè americano ci eravamo davvero sublimati – per dirla come si dice a Parigi centro. E quindi che un febbraio al museo sia; nessuna notte come nel celebre film, ahi noi, perché il coprifuoco vige ancora.
Da oggi, infatti, i musei a Milano sono aperti – che non diventino anche il luogo prediletto per i primi appuntamenti o dei business-meeting di questo febbraio pandemico?
La mostra delle mostre imperdibile è senza dubbio quella di Enzo Mari (fino al 18 aprile) in Triennale con la curatela di Hans-Ulrich Obrist; una mostra antologica e immaginifica su un grande milanese che ci manca moltissimo. Il MUDEC celebra la figura di Tina Modotti, sulla quale è in corso di lavorazione anche una serie TV con niente meno che Monica Bellucci – amica „intima“ della Kahlo e musa di Pablo Neruda, la Modotti è sicuramente un personaggio che val bene riscoprire. Anche Palazzo Reale riapre con una celebrazione in pompa magna dell’arte femminile con la mostra „Le Signore dell’Arte” (visitabile dal 5 febbraio); una vasta rassegna di 150 opere di 34 artiste italiane vissute tra il Cinquecento e il Seicento: Artemisia Gentileschi, Sofonisba Anguissola, Lavinia Fontana, Elisabetta Sirani, Giovanna Garzoni sono alcune di queste figure appassionanti e contemporanee di cui molte opere saranno esposte per la prima volta. Non solo italiane però; altre donne sono protagoniste, sempre a Palazzo Reale, della mostra sulle artiste russe “Divine e Avanguardie”. Sempre a Palazzo Reale fino al 14 febbraio merita una visita la retrospettiva di un’altra donna ovvero Margaret Bourke-White – fotogiornalista statunitense, grande viaggiatrice; Bourke-White fu la prima corrispondente di guerra donna e la prima donna fotografa per il settimanale „Life“: celebri tra i suoi scatti il primo ritratto non ufficiale di Stalin. Tra rinascimento, soviet-vibes e women-empowerment un girettino a Palazzo Reale ve lo consigliamo caldamente. Per restare sempre nel Novecento; ultimo spot imperdibile è il Museo del Novecento, che fino al 27 giugno, ospita la prima monografica dedicatale da un’istituzione pubblica a Carla Accardi, la prima astrattista italiana riconosciuta internazionalmente.
Per gli amanti del contemporaneo ecco il listicle: all‘Hangar (da mercoledì 3 febbraio) potrete vedere la mostra „Short-circuits” dedicata all’artista cinese Chen Zhen e l’installazione permanente di Anselm Kiefer “I Sette Palazzi Celesti“; per il PAC e Fondazione Prada c’è invece ancora da aspettare un pochino. Il primo vi aspetta ad aprile con la prima mostra in Italia della performer e attivista cubana Tania Bruguera – alcuni conosceranno l’artista per averne visto i 200 poster affissi a Milano lo scorso febbraio con le 12 stelle della bandiera europea congiunte da un filo spinato e la scritta “The poor treatment of migrants today will be our dishonor tomorrow“. Fondazione Prada, invece, riaprirà a marzo; e siamo in attesa di comunicazioni più ufficiali sulla programmazione analogica che ci aspetterà, ma che siamo sicuri, visto l’altissimo livello di quella online in questo periodo, non ci lascerà delusi. Tra le gallerie private la Massimo de Carlo è un must-seen, che ve lo scriviamo a fare – visitabile su appuntamento dal 5 febbraio la monografica di Brian Rocherfort che si fa portavoce di una materialismo siderale; incredibilmente permeabile allo Zeitgeist.