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Nextones 2025: la cura dei luoghi, dei suoni e delle persone

Racconto di un'altra edizione del festival che abbraccia i luoghi sconfinati e diversificati della val D'Ossola.

Geschrieben von Ilaria Abo Rahmy il 4 August 2025

tutte le foto di Andrea Kasap

Anche quest’anno Nextones ha attraversato ed esplorato attraverso sperimentazioni e visive la Val D’Ossola, territorio ancora poco esplorato che offre siti naturalistici che, in occasione del festival, diventano teatri a cielo aperto.

A differenza di altri festival in cui si rischia di finire a sentirsi dei criceti in una gabbia creata per far divertire, Nextones ci fa sentire degli individui liberi di esplorare il circostante. Durante i miei giorni qui, ho potuto guardare sempre a lungo raggio e il dover “faticare” per raggiungere i luoghi di interesse nei quali le performances prendevano forma mi ha fatto sentire un’esploratrice.

Questi luoghi speciali in cui acqua e roccia fanno da sfondo a suono e visivo mi hanno estraniata dal mio tempo e immerso in ere primitive che ho avuto la percezione di vivere.

Oltre a Tones Teatro Natura, il fulcro attorno al quale si sviluppa Nextones, altri sono stati i luoghi che hanno accolto performance. Il giovedì sera, infatti, le terme di Premia, per la prima volta, sono state lo scenario perfetto per Hydromantique (Tilkum) di Michela Mattei, una sessione d’ascolto subacquea curata in collaborazione con Palm Wine. La sessione è stata seguita dalla performance di Brìghde Chaimbeul e Lara Damaso che, tramite il dialogo tra suoni di rimando celtico e corpo, hanno trasmesso un’atmosfera onirica e fatata: un’espansione e una comunicazione sempre più a contatto con il circostante.

Continuando su questa via, dal venerdì hanno preso il via le attività diurne come l’hiking fino al borgo medioevale abbandonato di Gesch, nel quale la compositrice e sound artist Sara Berts, in seguito a una residenza artistica proprio in loco, ha presentato il live di “Codex Viridis”. Attraverso sintetizzatori e field recordings, Berts è riuscita è creare un momento di raccolta intimo in cui i suoni sembrano la perfetta colonna sonora di un luogo quasi metafisico. Il contrasto tra l’abbandono del luogo e i suoni, quasi eterei, prodotti da Berts, mi hanno fatta sentire un personaggio di un racconto di Calvino, nel quale, come ne “Le città invisibili” le costruzioni sono allegoria della memoria.

Nell’area del campeggio invece, chiamato“Next Camp”, grazie alla cura di Federica Marie Carenini di Tresca Impresa Sociale e Stefania Vos di Radio Banda Larga, si è creata una culla per rigenerarsi tra i ritmi dei live e per sentirsi parte di una comunità. Ed è stato proprio grazie alla particolare cura che ho potuto sentirmi in una tana sicura ogni volta che ho avuto l’esigenza di decomprimere, nella quale sentirmi abbracciata da una collettività che punta sull’unione. Qui si sono susseguiti per tutto il weekend momenti di condivisione con workshop e talk e momenti di leggerezza accompagnati dai live e dj set di artisti invitati proprio dalla radio torinese.

Il set naturalistico più suggestivo è forse stato quello all’interno dei magici Orridi di Uriezzo, ovvero delle gole/canyon naturali che sono state la perfetta cassa armonica per l’esibizione del batterista, percussionista e artista Julian Sartorius.

Grazie a schemi ritmici coinvolgenti della batteria e oggetti recuperati dallo stesso artista, nelle gole umide degli Orridi, tra felci e rocce scavate da antichi ghiacciai, è sembrato di essere in un’altra era, quella giurassica.

E‘ dal calar del sole che il festival come ogni anno si è spostato all’interno di Tones Teatro Natura, l’ormai iconica cava dismessa che, grazie a un progetto di riqualifica ambientale, è diventato un enorme teatro con due palchi in cui la roccia dialoga con l’arte. Già stata, nelle scorse edizioni, il perfetto palcoscenico per grandi nomi della scena elettronica e sperimentale, quest’anno ha ospitato il live del producer milanese Heith con il live di “Escape Lounge”, ultimo lavoro pubblicato su PAN in cui synth, percussioni e suoni elettronici mixati con elementi organici come chitarra e voce, evocano non-luoghi dubbiosi ed estranianti.

La line-up della prima serata è proseguita fitta e nello stesso palco si è esibita la band londinese Moin, composta dal duo elettronico Raime (Tom Halstead e Joe Andrews) e la percussionista Valentina Magaletti. Le note grunge e post rock della band e i loro testi intimi ci hanno reso parte di un momento emozionante a lungo applaudito da chi, come me, ha assistito. Aspettavo di assistere a un live dai Moin da tanto tempo e tutto lo spettro di emozioni che provavo ascoltandoli in cuffia mi è arrivato come un pugno forte in pancia, tra la malinconia dei riff di chitarra e la grinta della batteria.

A seguire nel palco più grande la producer inglese aya, insieme all’artista visivo Marcel Weber aka MFO, hanno presentato il progetto “Hexed!”, un live dinamico seguito subito dopo da quello più misterioso del duo britannico Demdike Stare, per poi essere quasi catapultati ad un rave grazie da GiGi FM.

E cosa c’è di meglio di svegliarsi il giorno dopo un rave vicino a un fiume in cui poter fare il bagno? E’ proprio così che Nextones augura il buongiorno al suo pubblico, grazie al luogo in cui sorge l’area campeggio dove anche nella giornata di sabato non sono mancati momenti di condivisione e musica che hanno accompagnato per tutto il giorno chi è passato da lì. E per chi volesse spostarsi di poco, uno dei luoghi più belli della zona per immergersi ancora di più nella natura e rinfrescarsi con un bagno: le marmitte dei giganti di Uriezzo.

Il sabato sera Tones Teatro Natura ha aperto le sue porte e per far aprire le danze alla produttrice e dj italo-ivoriana Ehua con il suo nuovo disco, seguita dalla restituzione live del progetto Sphaira nato dalla collaborazione tra la sound artist, vocalist e dj di origini napoletane Sara Persico, e Mika Oki, artista visiva e sonora franco-giapponese. Insieme, grazie ai visual e i giochi di luci, hanno dato vita a un live coinvolgente e introspettivo che ci ha trasportato sotto alla cupola del teatro di Oscar Nemeyer a Tripoli.

A seguire è stata la volta di un grande ritorno sul palco più importante della Val D’Ossola: Caterina Barbieri, questa volta insieme agli Space Africa. Una performance raffinata e immersiva grazie al contributo di Ruben Spini e le luci magistralmente coreografate da MFO.

I bpm della serata hanno iniziato a salire per chi era in modalità occhiale veloce e non solo con il live di Buttechno, punto di riferimento della scena techno internazionale che presentando il progetto “Edless Xpire” ha coinvolto il pubblico nella sua indagine musicale alternando momenti ritmati a momenti di elettronica pura. Sulla stessa linea di sperimentazione techno i British Murder Boys, che con un sound industrial e house hanno spinto i bassi del soundsystem del teatro. A chiudere la serata è stato il b2b di Object e CCL: un set fluido, a tratti ipnotico e psichedelico, che ha fatto ballare fino a notte fonda.

La domenica, si sà, è fatta per il riposo e i piaceri della vita. Per questo per l’ultimo momento assieme, Nextones ha deciso di salutarci con dei dj set e dei live nel Next Camp curati da Radio Banda Larga. In ordine si sono esibiti Isaias, Stefania Vos, Ramzilla e i Trampa. Menzione speciale per gli ultimi, duo torinese, che con il loro live hanno saputo far saltare e divertire chi era rimasto al campeggio.

E’ tramite una cura per i luoghi e le persone che, tra ruscelli e alberi, Nextones è riuscito, anche quest’anno, a unire spettacolo e territorio e far prendere consapevolezza della fragilità, e allo stesso tempo della forza di un’ecosistema che vive da prima di noi.

Non vedo già l’ora dell’anno prossimo.