Si dice sempre che quando si è immersi in una situazione si fa fatica ad avere una visione di insieme. Ed è vero, si è concentrati a vivere le emozioni che gli eventi ci stanno facendo provare, è un processo necessario.
E quindi, abbacchiati e bastonati, dopo aver attraversato tutte le fasi – dall’euforia, alla depressione, alla rivincita, alla rassegnazione – siamo arrivati a questo 2021 sbattendo le palpebre per scoprire che qualcosa di nuovo sta succedendo. Il mondo dell’arte non se l’è vista bellissima nell’ultimo periodo, con addosso un sistema conservatore, che non investe su se stesso e sulla sperimentazione. Un mondo che si pensa in chiave ludica e non professionale. Non mi sbilancerò in riflessioni di giudizio ma ci tengo a raccontare tutto il nuovo che è arrivato in città. Contro ogni previsione in questi giorni hanno aperto diverse nuove gallerie dedicate all’arte contemporanea. Freschi e determinati, non sognatori sprovveduti ma sognatori consapevoli. Ecco chi sono.
Andrea Lacarpia, un caposaldo della scena dell’arte emergente milanese che da tanti anni porta avanti la conosciutissima Dimora Artica (e che ha curato i primi passi di Edicola Radetzky). Da sempre attento ai linguaggi del contemporaneo ha deciso di spostarsi dal mondo del no profit, che caratterizza appunto Dimora Artica e, senza cambiarne la natura, di aprire un nuovo spazio: Candy Snake Gallery. La galleria trova sede nel quartiere Isola, un interrato con volte a mattoni, ha come vicini la galleria Bonelli e Viafarini. L’approccio della galleria resta sperimentale, fedele alle scelte di ricerca fatte negli anni, ma con tanti artisti nuovi, coinvolti dalla galleria su produzioni di formati agevoli, piccoli pezzi e tirature. Il tutto basato su una comunicazione chiara a trasparente, che si scosta dalle dinamiche opache del mercato dell’arte, per favorire un dialogo e aprirsi a un nuovo tipo di collezionismo. Candy Snake inaugura con la mostra collettiva Weird Matter, con Filippo Cegani, Matteo Gatti, Naomi Gilon, Bogdan Koshevoy, sulle forme e i mondi dei paradossi. (Piccola parentesi dedicata ai fan del no profit: Dimora Artica continuerà la sua strada con la curatrice Deborah Maggiolo e la consulenza di Andrea).
Nella zona più ricca di gallerie d’arte di Milano, Porta Venezia, si va insediare il nuovo progetto voluto da Massimiliano Lorenzelli, Lupo, che porta infatti nel nome l’acronimo – Lorenzelli Upcoming Project Organization. La volontà della nuova generazione della storica galleria, è proprio quella di dare contemporaneamente una conferma e una sferzata a questo ambiente. Il direttore, Pier Francesco Petracchi, ci racconta infatti che l’idea nasce come risposta al bisogno di far brillare l’arte emergente e l’arte di ricerca, che pulsa forte dietro le quinte pesanti dei conservatori. La voglia quindi, nel grande ma accogliente spazio all’inizio di Corso Buenos Aires, è quella di lavorare su una programmazione prettamente italiana, per riportare un po‘ di poesia permeando lo spazio di novità e rappresentare, sostenere e crescere insieme agli artisti. C’è una frase che mi ha detto Francesco – rispondendo a un mio dubbio sulla situazione del mercato dell’arte – che vorrei riportare in purezza: “il mercato è vivo, ma va anche ricostruito”. La prima mostra è una personale di Francesco Snote, Sulle colazioni e sulle imboscate, con una narrazione di opere dedicata al delicato equilibrio del risveglio.
Con uno sguardo tutto all’estero si inserisce invece nella scena F2T gallery, fondata da Francesco Bena e Matteo Novarese in zona Brera. Anche in questo caso si manifesta un cambiamento rispetto alle consuete dinamiche del settore, perché gli ideatori sono anche due collezionisti che vedono nella galleria, una parte concreta della loro passione per l’arte. La prima mostra era una cartolina da Los Angeles (con amore), mentre il nuovo progetto in corso parte con la residenza in città dell’artista giapponese Kyoko Hamaguchi, supportata dalla galleria, durante la quale ha realizzato i lavori che sono in mostra.
Ultimo ma non ultimo, un luogo che non è una galleria ma che si apre spesso a progetti d’arte, data anche la sua estetica connotata. Si tratta dell’Ex Saponifico in zona Corvetto, subito fuori la metro Porto di Mare. Edificio industriale ristrutturato che mantiene quel fascino irresistibile delle cose che hanno avuto una vita precedente molto intensa e ne portano i segni con fierezza. In questa secondo metà di settembre (dal 18 al 26) ospiterà il progetto Axis – Anime Armate di Domenico Romeo.
Buon vento dunque! Perché il mare non è certo calmo.