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Olio

Un racconto della serie di ZERO 'Propagine. Storie del contagio'

Geschrieben von Simone Marchisano il 3 März 2020
Aggiornato il 30 März 2020

Illustrazione di Roberto Alfano

Il Signor M. è uno furbo. Non come gli altri. Gli altri credono a tutto quello che dicono le tv. Lui la tv non ce l’ha e non ha neanche Netflix. È impegnato. Non ha tempo.

Il virologo: No agli allarmismi, ma non è come un’influenza.

Questo la tv non lo dice. Ma il Signor M. lo sa. Lo sa perché si informa. Lo sa perché legge. Mica come gli altri. Il panico non fa per lui. No.

Il Signor M. è un tipo razionale, pacato. Gli piace svegliarsi presto, preparare la colazione e il pranzo da portare al lavoro. Gli piace anche passeggiare, andare in libreria e parlare con le persone dei problemi del mondo. Lui ha sempre la soluzione. Non come quei vecchi al bar che pensano di risolvere tutto in due frasi. No. Il Signor M. si informa, legge.

Regione Lombardia: Stiamo liberando 250 posti in terapia intensiva.
Ecco perché non dobbiamo sottovalutare il virus.
Perché il virus non è come quello dell’influenza.

Vedi, la situazione è seria. Lo diceva. Gli altri gli dicevano che non era vero niente. Che i morti non sono tanti. Che lui era sano. Che non doveva preoccuparsi. Ma lui lo diceva. Anzi, lo sapeva. Perché lo aveva letto in giro.

E ora? Niente, vivere come sempre. Chiamare un amico, non pensarci.

Ma sono tutti chiusi in casa. C’è chi ha qualche linea di febbre e lo avverte, chi ha i genitori anziani e non esce. E persino chi è in quarantena.

Contagi e psicosi ora arrivano in Germania: supermercati svuotati, mascherine a ruba e i consigli per affrontare la quarantena.

Se i tedeschi vanno a fare scorte al supermercato la situazione è seria. I tedeschi non sono persone sprovvedute. Quelli faciloni sono gli italiani, al massimo gli spagnoli. I tedeschi, invece, sono gente seria.

Prende la macchina. Mette in moto e canticchia per non sentire la tensione. Fa caldo o il cappotto è pesante in questo periodo. Non si capisce niente con questo clima. Forse ha ragione quella ragazzina con le trecce.

Parcheggio, carrello, scale mobili, porte automatiche, tessera punti.

Reparto frutta&verdura. Mele, banane, arance, zucchine, insalata, pomodori, frutta secca. Le carote non ci sono mai. Quali erano i consigli dei tedeschi per superare la quarantena? Passa davanti al banco pescheria, guarda i prodotti, fa il vago.

“Non c’è più molto, le persone prendono il triplo.”

Paura. Eppure lui non va in un supermercato per poveri, lui va in quello dove vanno le persone acculturate, quelli assennati. Paura. Tranquillo. Il pescespada però è finito. Fa niente dai. Che poi è anche pieno di mercurio. Meglio il tonno in scatola, dura di più.

Quattro chili di pasta, sei bottiglie di passata di pomodoro, ceci in scatola, fagioli in scatola, piselli in scatola, tre chili di riso, pane. Coppie col carrello, lei starnutisce. Biscotti, marmellata, miele, merendine, tè, caffè, yogurt, latte. Vecchia conoscenza di cui non ricorda il nome, saluta. Carta igienica, scottex, sacchetti per la spazzatura. I genitori di una ragazza che frequentava anni fa, al liceo. Il pollo. Uova, parmigiano, burro. Il dentifricio e uno spazzolino di scorta.

Scaffali vuoti, ma lui ha tutto. Cassa automatica. Ticket cartacei, ticket elettronici, bancomat. Cassa che va in tilt. Commessa.

“Forse è andata in tilt, mi sa che dobbiamo rifare tutto.”
“Va bene.” Il Signor M. è pacato.
“Lontano dalle casse automatiche.”
“Nessun problema.”

Nel rivederli, i prodotti sono belli. Poche etichette e di marche sconosciute. Prodotti che costano. Si vede che il Signor M. sa fare la spesa. Forse manca l’olio o forse ce l’ha.

Abbiamo finito. Come ha pagato?”
“Ticket cartacei, ticket elettronici, bancomat.”
“Forse non ha preso il bancomat. Dovrebbe ripagare.”
“Ah, ok.”

Cinque borse della spesa piene. In auto ci stanno. Per portarle al terzo piano ci vogliono due viaggi. Ok, va bene, nessun problema. Però ho tutto. Lavoro da casa, sto a casa, non vedo nessuno, passo il tempo, leggo un libro, magari ne scrivo uno.

Tre giorni. Tre giorni di certezze, notizie. È razionale. Ascolta la radio. Contagi, numeri, vittime, persone anziane, alcune non così tanto però. Fa il conto. Manca l’olio. Lo sapeva.

Prende l’auto. Va al supermercato. Poche auto. Meglio, fa in fretta. Parcheggio, carrello, porte automatiche.

Scaffali pieni. Luce bianca su frutta, verdura, pasta, cibo in scatola, uova, tutto. Scaffali pieni. Olio, latte, pane. Persone che comprano. Bambini che piangono.

Cassa. Casa. Radio. Ha perso il giornaleradio. Ora c’è quel presentatore che piace tanto al Signor M.. Gli piacciono le sue battute. Sono argute e ironiche. Può usarle con gli amici. Gli piace sapere che gli altri pensino che sia arguto e ironico. Ascolta.

“Come si sentono quelli che sono andati a fare la spesa come se fosse la fine del” spegne.

Lodi, 3 marzo 2020