Quando una qualità o un’abilità è talmente diffusa all’interno di un gruppo (più o meno esteso) di persone, di norma si tende a non considerarla più come tale. Nell’era degli smartphone e dei dispositivi fotografici ubiqui, del digitale che si democratizza sempre più velocemente, è quindi forte la tentazione di non ritenere la fotografia più un’arte che richiede tecnica, estro e ispirazione, bensì un’attività quotidiana indistinta come allacciarsi le scarpe. Niente di più sbagliato: per nostra fortuna, la differenza tra fotografa/o a pieno titolo e apprendista instagrammer è ancora netta ed evidente. Ciò non toglie che in questi anni il numero di appassionate/i si sia moltiplicato a dismisura e che il numero di pepite da fare emergere dal sottosuolo sia anch’esso aumentato. POV – Point of View nasce proprio da qui: dalla voglia di sondare e raccontare tutto quello che si muove nel sottosuolo della fotografia a Roma. Un nuovo appuntamento sulle pagine di ZERO che avrà cadenza mensile e sarà realizzato grazie all’imprescindibile occhio sulla città di KOBO, studio Garbatella-based fondato da Claudia De Nicolò e Bianca Trevisani con il quale ZERO ha già collaborato in precedenza per diversi altri progetti. La prima puntata è dedicata a Ludovica Anzaldi e al suo progetto „Human Range“.
HUMAN RANGE
„Toni Morrison diceva: «Se tutto ciò che faccio quando scrivo romanzi non parla del villaggio o della comunità o di voi, allora non parla di niente. Trovo che l’arte migliore sia politica e che si debba essere capaci di renderla al contempo indubbiamente politica e irrevocabilmente bella». „Human Range“ vuol dire gamma, serie, assortimento, il ventaglio dell’universo femminile. È la tavolozza dell’artista composta da infinite sfumature di identità, storie e gusti. Nell’intimità dei loro spazi, le donne rappresentate nelle immagini si svelano, muse di loro stesse, con coraggio e sincerità, libere dagli stereotipi, dall’oggettificazione sessuale, dal mito/divinizzazione della bellezza che attraverso il corpo ne prescrive il comportamento. Il progetto nasce infatti da un bisogno profondo, che lega l’autrice alle sue protagoniste, da una volontà condivisa di raccontare e di raccontarsi in modo veritiero, non come il frutto dello sguardo altrui, riappropriandosi così di una narrazione secolare scelta da altri. „Human Range“ è una narrazione di genere, scritta dalle donne, insieme. Iniziata nel 2018, la serie fotografica è un grido di resistenza che l’autrice intende portare avanti per tutta la vita“.
LUDOVICA ANZALDI
Ludovica Anzaldi è una fotografa e videomaker italiana. Dopo aver studiato e lavorato a Parigi, si trasferisce a Roma nel 2020. I suoi progetti nascono da collaborazioni profonde con le persone da lei ritratte. Il suo lavoro si incentra prevalentemente sulle donne e gli esseri ai margini, vulnerabili, che la società troppo spesso trascura, arrivando alle volte a negarne non solo la dignità, ma l’esistenza stessa. I suoi scatti, principalmente in medio formato analogico, testimoniano di queste vite nella loro complessità, semplicità, fragilità e forza. Una narrazione tanto cruda e fedele quanto discreta e intima che si interroga sulla natura che si interroga su tematiche quali movimenti sociali, la disparità di genere e l’integrazione. È rappresentata dalla galleria 15martel di Parigi.