Se c’è una cosa che fa funzionare un festival, quella è l’identità. Identità che non vuol dire immobilismo. Identità che non vuol dire restare rigidamente uguali a se stessi. Identità che non vuol dire urlare al mondo ciò che si è e ciò che si fa. Identità vuol dire avere un’idea, portarla avanti e mantenerla riconoscibile in tutte le sue mutazioni.
Il Rewire è uno di quei festival che ha un’identità ben chiara. Identità diffusa nelle decine di venue chiamate a raccolta per quattro giorni, con nuovi spazi che nel giro di dodici mesi si aggiungono a una schiera già folta. Identità nel voler essere un riferimento per tutto quello che la ricerca musicale porta a galla nell’immediato presente e porterà nel futuro prossimo, in un spettro che va dall’elettronica alla sperimentazione, con sconfinamenti nel jazz come nell’alternative di consolidata tradizione indie. Il micro che passerà al macro e il micro che macro non lo diventerà mai.
Basta dare una veloce occhiata alla programmazione dell’edizione 2024 per avere conferma immediata di quanto detto e ritrovare tanti artisti che nell’anno appena passato hanno piazzato i loro dischi, spesso di esordio, nelle varie classifiche di settore. Le evoluzioni black di HiTech, Iceboy Violet, Niecy Blues, H31R, Space Afrika & Rainy Miller e Slauson Malone 1; le rincorse percussive dei goat (jp) e quelle schizo-jazz di Saint Abdullah & Jason Nazary; il nuovo golden boy del sax, Cole Pulice, e gli incubi neri di Gazelle Twin; il continuum ipnotico dei The Necks e il gospel urbano di Lonnie Holley, vecchie conoscenze che da decenni sono una ruota davanti al carro; il clubbing queer di Lila Tirando a Violeta e Sin Maldita e le composizioni per archi di Titanic, nuovissimo progetto che vede coinvolta Mabe Fratti: due facce di una scena centro e sudamericana sempre più protagonista.
Poi le accoppiate irripetibili e i progetti speciali: il duetto sonico che vedrà assieme Phew e Oren Ambarchi, il folk funereo di Maria W Horn & Sara Parkman; l’avant-pop performativo di Jenny Hval con „I Want To Be A Machine“; Roméo Poirier & Ohme con la performance audiovisiva „Tales of Entropy“, così come audiovideo sarà la presentazione del nuovo album di Jlin assieme a Florence To. Il debutto europeo dell’ensemble minimalista formato da Ben Vida, Yarn/Wire e Nina Dante che sempre nel 2023 hanno licenziato un disco sublime per Shelter Press, „The Beat My Head Hit“. E tutto questo senza citare i due headliner, padri fondatori e numi tutelari dell’intera scena: Oneothrix Point Never e Autechre.
L’ultima menzione è per il focus che ogni anno cerca di riportare alla luce il lavoro di artiste e artisti sperimentali del passato, allargando di volta l’albero genealogico di quella che oggi viene considerata come „musica nuova“. Parliamo di Annea Lockwood, compositrice classe ’39 di origine neozelandese, ma dal vissuto statunitense, che sarà protagonista di tutte e quattro le giornate: in solo e accompagnata (dal MAZE Ensemble e ancora da quartetto Yarn/Wire). Ancora una volta una grande festa per celebrare il suono e l’ascolto.
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Il 22 febbraio il Rewire ha presentato una nuova infornata di nomi, ben 37, aggiungendo ancora più carne al fuoco, come sempre alternato novità e anteprime a progetti collaborativi. Tra gli artisti che si aggiungono al cartellone Tara Clerkin Trio, best kept secret della nuova ondata jazz inglese; Astrid Sonne, il cui album uscito lo scorso gennaio, „Great Doubt“, già la proietta tra gli highlight del 2024; il duo jazz sperimentale di New York Blacks’ Myths, che, oltre a esibirsi, sonorizzerà live anche un’installazione; Loraine James, protagonista di una rara performance A/V del suo ultimo album „Gentle Confrontation“, così come A/V sarà il nuovo show del batterista furioso NAH; Keeley Forsyth, che presenterà il suo album di prossima uscita „The Hollow“; il super ensemble The Sleep of Reason Produces Monsters, che mette insieme Mariam Rezaei, Mette Rasmussen, Gabriele Mitelli e Lukas Koenig; il progetto ROLROLROL, che vede protagonista l’enfant du pais Jameszoo; poi Arushi Jain, Beans, Aïsha Devi e tanti altri artisti ancora.
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Con l’annuncio del 7 marzo si completa il programma del Rewire che, come già si sospettava, per il 2024 mette sul tavolo la sua line-up più ambiziosa e completa, straconfermando il suo seggio nell’olimpo delle rassegne continentali. Tra i nuovi nomi spiccano Rafael Toral, uscito da pochi giorni con il già largamente incensato „Spectral Evolution“, che sarà senza dubbio su tutte le chart di fine anno; il collettivo jazz di Londra Speakers Corner Quartet; Dialect con la sua superba dolcezza ambient; il sax di Alabaster De Plume; Carl Gari & Abdullah Miniawy, direttamente da Monaco. Appuntamento (con il futuro) dal 4 al 7 aprile a Den Haag!
Qui di seguito i nomi finora annunciati
LINE-UP
33EMYBW & Joey Holder
Aïsha Devi ‘Les Immortelles’
Alabaster DePlume
Amirtha Kidambi’s Elder Ones
Amor Muere
Andrius Arutiunian ‘Naphtha, They Said’
Annea Lockwood ‚Piano Burning‘
Annea Lockwood ‚Tête-à-tête’
Arushi Jain
Astrid Sonne
Atelier Impopulaire with Blacks‘ Myths ‘Before We Love, Act 2: 12 Gates’
Aunty Rayzor
Autechre
Beans
Ben Frost feat. Greg Kubacki & Tarik Barri
Ben Vida with Yarn/Wire & Nina Dante
Blacks‘ Myths
Brìghde Chaimbeul
Brìghde Chaimbeul, Maëva Berthelot & Temitope Ajose ‘Where the Veil is Thin’
Brother May
Carl Gari & Abdullah Miniawy
Carmen Jaci
Caz Egelie & Jesse Strikwerda ‘A Staged Slumber’
Cello Octet Amsterdam & Nick Verstand ‘Cocon’
Chuquimamani-Condori
Clara de Asís ‘Off Flame’
Cole Pulice
comforter2
Concepción Huerta
Crystallmess
Deli Girls
Devon Rexi
Dialect
FUMU (live)
Gazelle Twin
goat (jp)
Gordan
H31R
Henk & Melle ‘Baumhaus’
Henk Schut ‘Lost Sound’
HHY & The Macumbas
HiTech
HUUUM
Iceboy Violet
Jeanine Verloop ‘Chime’
Jenny Hval ‚I Want To Be A Machine‘
Jlin & Florence To ‘AKOMA’
Julia Holter
Ka Baird
Kaðlín Sara Ólafsdóttir
Keeley Forsyth ‘The Hollow’
Laura Ortman
Lila Tirando a Violeta & Sin Maldita
Liliane Chlela (live)
Lolo & Sosaku ‘The End’
Lonnie Holley
Loraine James feat. Fyn Dobson & Alessandra Leone
Louis Braddock Clarke ‘UNDER BOOM’
Marco Fusinato ‘DESASTRES’
Maria W Horn & Sara Parkman ‘Funeral Folk’
Martin Messier ‚1 Drop 1000 Years‘
Maxime Denuc
Maya Al Khaldi & Sarouna
Maya Shenfeld & Pedro Maia ‘Under The Sun’
MAZE Ensemble & Annea Lockwood
Mette Ingvartsen & Will Guthrie ‘All Around’
Meuko! Meuko! & NONEYE ‘Invisible General’
Mhm, Mhm
MIZU
ML Buch
Myra-Ida van der Veen ‘Second Breath’
Myriam Bleau ‘Hypermobility’
NAH ‚Totally Recalled‘
Nailah Hunter
Nandita Kumar ‘From Paradigm to Paradigm, Into the Biomic Time’
Neon Dance, Jóhann Jóhannsson & Yair Elazar Glotman, narration by Tilda Swinton ‘Last and First Men’
Nick León & Ezra Miller
Niecy Blues
No Plexus
Oceanic feat. Tharim Cornelisse ‘Choral Feeling’
ojoo
Olof Dreijer
One Leg One Eye
Oneohtrix Point Never
Orphax & MAZE Ensemble
Pelle Schilling ‘LongStringInstallation’
Phét Phét Phét
Phew
Phew & Oren Ambarchi
Plus44Kaligula
PYUR
Quade
Rafael Toral
Raphael Rogiński
ROLROLROL
Roméo Poirier & Ohme ‚Tales of Entropy‘
Saint Abdullah & Jason Nazary
Shovel Dance Collective
Simo Cell (live)
Slauson Malone 1
Sockethead (live)
Sophia Bulgakova ‘Спомини [Spomyny]’
Speakers Corner Quartet
Stephanie Pan & Ensemble Klang ‘The Art of Doing Nothing‘
Sun Kit
SUNN O)))
Svitlana Nianio
Tadleeh ‘Lone’
Tara Clerkin Trio
Tara Pasveer
The Necks
The Sleep of Reason Produces Monsters
Titanic
Van Boom (live)
Venus Ex Machina
Yarn/Wire performs the music of Annea Lockwood
Youmna Saba
CONTEXT PROGRAMME
Audio walks
Kyiv — Den Haag — Kyiv — Den Haag
Rumours / Resonances
Speaker Liturgy
Conversations
Diegetic Operands
Elements of Sounding: in conversation with Atelier Impopulaire
Elements of Sounding: in conversation with Jenny Hval
Elements of Sounding: in conversation with Jlin
Folkloric Iterations, Forms of Resistance
Fragile Minutes
In conversation with Annea Lockwood
Instrumental Ecologies: Music Journalism Today + Rewire Reflections zine launch
Listening: A Research Method in Art and Design
Musicking Intelligence: Modes of Improvisation
Proximity Music: States of Fragility
Queer Sonic Avatars Conversation: Radio WORM x Rewire context closing session
Sounding a Livable Life
Veering Voices
When the Sound Listens Back
Installation
A Staged Slumber
Listening Sessions
Khamoush
21 Ingredients
Blurred waters: ambient explorations through river landscapes
Environmental Listening in Delhi
Fragile Minutes: deep fried listening
Listening to the voices from the roof of the world
More than two
Pulsating Apotropaic Kisses
TIMEZONES Aragalaya: Inside the People’s Struggle in Colombo
TIMEZONES Chaotic Karachi: Expressions for Sanity
TIMEZONES: Imagining Worlds and Making Meaning With Four Artists From Delhi
Music
CAAOSSS x Rewire
Radio WORM x Rewire Soundscape
Workshops
Deep Listening in and around Amare
Elements of Akoma: a workshop with Jlin
Rewire Reflections
Film programme
„32 Sounds“ di Sam Green
„A Film About Listening“ di Sam Green
„History of the Present“ di Maria Fusco and Margaret Salmon
„Lolo & Sosaku – The Western Archive“ di Sergio Caballero
„Monisme“ di Riar Rizaldi
„N’Importe Quoi (for Brunhild)“ di Luke Fowler
„Ryuichi Sakamoto | Opus“ di Neo Sora
„The Tuba Thieves“ di Alison O’Daniel
„The Two Sights“ di Joshua Bonnetta
„Wendy“ di Frances Scott and Chu-Li Shewring
„Zinzindurrunkarratz“ di Oskar Alegria