I Senyawa, una parola semanticamente densa che significa insieme ‚composto chimico‘, ‚miscela sincretica di forme elementari‘ e ‚una sola anima‘ (satu nyawa), sono un progetto musicale d’avanguardia composto dal polistrumentista Wukir Suryadi e dal cantante Rully Shabara. Il duo si è formato nel 2010 a Yogyakarta, grazie a un’intuizione di Wok The Rock: artista, promoter e fondatore di una delle colonne portanti dell’underground indonesiano, l’etichetta Yes No Wave.
Musicalmente, il loro stile è stato definito come una sintesi dinamica di estetiche estreme di matrice transglobale e generi di musica regionale dell’arcipelago. Nel primo gruppo rientrano generi del continuum musicale underground come metal, punk, free jazz e noise. Nel secondo, sono invece comprese le danze del cavallo – performance cerimoniali di intrattenimento che includono episodi di trance e possessione – e i rituali di danza ‘balia’ del Sulawesi, da cui la band trae la sua cruda energia. Un’energia che secondo la band, grazie ad un’immaginaria genealogia basata sull’attitudine, è „più punk del punk“.
Dopo questo esperimento sulle comunità underground, i Senyawa annunciano un ‘ritorno al reale’ con il loro nuovo tour estensivo.
Tra le quattro date in programma, due a maggio e due a giugno, si vedono le città di Milano (Cascina Torchiera senz’acqua), Verona (Colorificio Kroen), Macerata (Circolo Dong) e Marina di Ravenna (Beaches Brew).
Da un lato, la data milanese è quasi simbolica. Organizzato dalla ‘Divisi Italia’ del progetto ‘Alkisah’ – un distaccamento composto dalle etichette Communion e Artetetra – il concerto celebra più di un anno di collaborazione con la band, affiancando all’esibizione del duo tre act che hanno partecipato come ‘Divisi Italia’ alla realizzazione della compilation di remix e reinterpretazioni ‘Maka’ (ora). Parte della lineup sono il trio Cortex of Light – esperimento dedito all’esplorazione dello spettro sonoro tra bass music allucinata, idm e ambient fondato nel 2019 da Aitch, Piezo e primordial OOze – il progetto pantropicale Babau – ibrido di exotica, world beat 2.0 e computer music – e uno dei fondatori di CLAM, Kuthi Jin, il quale porterà un live diverso dalle sue classiche sperimentazioni abrasive da dancefloor senza forma, optando per un set maggiormente lisergico.
Dall’altro, Beaches Brew si riconferma anche quest’anno approdo per l’incontro tra sperimentazione e tradizioni audio nella cornice dell’Hana-Bi di Marina di Ravenna. Quest’anno il festival mette insieme al duo di Yogyakarta, tra gli altri, le composizioni intricate e ipercinetiche degli Horse Lords, la fusione senza compromessi di ritmi afro-caraibici con suoni contemporanei di Kelman Duran, l’incrocio tra strumenti a corda tradizionali dell’est del mondo e metodi compositivi ed esecutivi della musica elettronica di Ko Shin Moon, il dub reggae fuso a ritmi motorik e synth del “giallo” di Automatic e ovviamente due delle produzioni Nyege Nyege: l’Acholitronix del Sud Sudan e Nord Uganda di Otim Alpha insieme al produttore Leo Palayeng e l’energia di DJ Catu Diosis.
Queste date sono importantissimi step che testimoniano un lungo e stratificato percorso artistico durato più di dieci anni. Dopo aver prodotto circa venti tra Lp, Ep, split e collaborazioni con musicisti come Stephen O’Malley, Vialka, Arrington de Dionyso e aver pubblicato su etichette quali Morphine Records, Sublime Frequencies e Dual Plover, i Senyawa hanno perseguito in maniera quasi totalmente indipendente una possibile sintesi tra generi estremi e pratiche regionali, diventando un’ispirazione per musicisti e artisti dell’ambiente in tutto il mondo.
Sebbene ormai il duo sia diventato un’entità di misura globale, questo non ha mai smesso di lavorare su una dimensione comunitaria di tipo locale e regionale attraverso progetti artistici (Volcanic Winds) o di vero e proprio attivismo (Sama2 Makan). Il loro peculiare background di influenze artistiche articola connessioni sia dirette che indirette tra l’avanguardia musicale contemporanea e specifiche tradizioni e patrimoni regionali, con l’esplicito intento di mantenere vivi i legami tra i saperi etnici, arte tradizionale e la gioventù indonesiana, che vede questi come „not cool”.
Guardando più da vicino infatti, è abbastanza chiaro che il rapporto che i Senyawa hanno con la loro arte è più complesso e composito di „semplice musica“. Infatti, pur non essendo mai didascalico, il background concettuale e lirico del progetto impiega registri e tropi evocativi, mitologici e regionali per esplorare questioni etiche, politiche e metafisiche, intendendo la pratica artistica come un modo per vivere la vita e porta d’ingresso per un’esperienza spirituale o addirittura estatica ma mai mistica. Un’esperienza sempre radicata nella realtà e nella terra che calpestiamo. Una conoscenza di sé che passa soprattutto dal piano creativo.
Per Senyawa, la musica gioca un ruolo in un approccio più ampio, olistico e pragmatico che comprende una serie di diversi interessi e attività esplorati nelle ricerche personali dei due membri. Queste includono la co-creazione da parte di Shabara di testi pseudo-religiosi e sistemi di credenze attraverso il linguaggio collettivamente inventato ‘Khawagaka’ con il progetto punk sperimentale Zoo e la produzione indipendente di beni di sussistenza sotto la denominazione di Senyawa Mandiri (Senyawa indipendenti).
A questo punto non è trascurabile che il duo sia stato promotore e protagonista di uno degli esperimenti più ambiziosi nella storia della musica: il network di co-produzione e distribuzione sperimentale ‘Alkisah’ (c’era una volta). Nel settembre 2019, Shabara e Suryadi hanno infatti annunciato che il loro nuovo album, il quale apriva la seconda decade di attività della band, sarebbe stato disponibile ad essere pubblicato da etichette indipendenti che avessero risposto alla loro open call. Un’etichetta per nazione avrebbe potuto gestire l’uscita di un album dei Senyawa seguendo poche regole atte a rendere il processo flessibile e democratico.
L’impresa non voleva solo essere un’aiuto ai musicisti colpiti dalla pandemia, ma un tentativo di provare strade nuove che potessero combattere l’egemonia dei canali primari di produzione e distribuzione dell’industria musicale. ‘Alkisah’ è stato un esperimento volto a mostrare come le risorse possano essere distribuite in modo aperto, moltiplicandone il potenziale creativo. Un esperimento che almeno a livello logistico ha avuto un successo indiscutibile da guinnes dei primati; distribuendo e vendendo un numero di copie ineguagliato dalla maggior parte delle singole uscite licenziate dalle etichette del settore e generando più di 170 remix delle tracce dell’album, beneficiando inoltre di una rete logistica più efficiente basata sul locale.
Dopo questo esperimento sulle comunità globali di musica underground, i Senyawa annunciano un ‘ritorno al reale’, come viene titolato il loro nuovo tour estensivo. Il duo licenzia il suo nuovo album sulla sino-francese ‘WV Sorcerer Productions’ mostrando parte del processo che nel 2019 ha portato alla registrazione del successivo ‘Alkisah’. Se la normalità è un concetto che stimola sempre qualche risata sardonica, quello di reale significa invece per il duo riportare la loro esperienza sonica dal vivo per mostrare a tutti una potenza di fuoco che resta difficilmente riproducibile su formato discografico.
Se i Senyawa hanno speso più di dieci anni a mappare le possibilità artistiche della pratica underground, ora è vostra responsabilità organizzarvi per prendere parte a questo esperimento di ritorno al reale, muro di suono a cavallo tra l’umano e il sovrannaturale compreso.