Mi reputo molto fortunato a vivere in uno dei quartieri più belli e storici, di una delle città più belle e storiche d’Italia.
Il quartiere Santo Stefano è un po‘ il cuore pulsante della città di Bologna, il cosiddetto centro storico. Questo enorme quartiere comprende tra le piazze più belle della città: dall’immensa Piazza Maggiore, alla più nascosta e sconosciuta piazza San Domenico, da Piazza Santo Stefano che racchiude in essa sette chiese, alla chiesa di San Giovanni in Monte.
E poi i verdi polmoni dei Giardini Margherita e della Lunetta Gamberini che danno respiro alle strade strette. Portici che trasudano di storie e abitanti, sanpietrini che vantano di passaggi illustri – Santo Stefano è il quartiere dove hanno vissuto Pier Paolo Pasolini, Lucio Dalla, Giorgio Morandi, Pier Vittorio Tondelli. Nella via parallela a quella dell’appartamento di 30mq dove abito, in via Clavature, nel ’77 c’era La Traumfabrik, centro artistico e nevralgico dei movimenti studenteschi degli anni ’70, dove abitavano folli e crescevano artisti.
Malgrado ormai siano tanti anni che vivo a Bologna, mi capita ancora tanto spesso di alzare gli occhi al cielo e scorgere qualcosa che non ho mai visto, un palazzo, una decorazione, un affresco, un terrazzo, una finestra nascosta. Ho ancora modo di meravigliarmi malgrado mi sia perso infinite volte tra i vicoli e i portici. E’ un quartiere che alterna case di lusso ad angoli e scorci che conservano ancora storie di resistenze, occupazioni e vita popolare. E’ un quartiere dove puoi trovare di tutto: giardini segreti che scorpi sbirciando nel portone del palazzo più impensabile, bar alla moda con musica tremenda, ma anche mercati, pescherie, macellai e panettieri aperti a notte fonda. E’ il quartiere più turistico, dei grandi negozi ma contemporaneamente anche delle osterie, dei pochi artigiani rimasti. È il quartiere dei parchi, dei colli del verde (ed io non potrei vivere senza verde a due passi da casa).
Questo quartiere ha un’atmosfera unica, secondo me, perché c’è un po‘ tutto. Quando ci vivi per tanto tempo ti stanca e vuoi andartene, ma quando te ne vai poi ti manca terribilmente.
Florilegio è la creatura musicale di Matteo Polonara. Inizia il suo progetto cantautoriale nel 2015, girando con le sue prime canzoni tra Marche ed Emilia-Romagna. Si stabilizza a Bologna, dove è immerso nella costante ricerca di sé e di una propria dimensione. Matteo scrive per connettersi con il pianeta Terra, perché da sempre è timido e introverso. Le sue storie sono autobiografie sentimentali, costruite con immagini dense e sguardi non convenzionali. Dal 2016 collabora con il Mataara Trio, trio di supporto live e in studio, con cui ha tessuto le giuste ambientazioni per le sue storie. Si ritrovano a suonare un po‘ dappertutto, tra bettole e festival, ricevendo anche riconoscimenti nazionali e condividendo il palco con band come 99 Posse, Fast Animals and Slow Kids, Olly Riva & the SoulRockets, Veeblefetzer.
A Marzo 2019 esce “Nella Vasca o Nel Giardino di Fianco?”, disco d’esordio autoprodotto registrato presso lo studio “Produzioni Fantasma” e uscito per Revubs Dischi, anticipato dai singoli “Sirene” e “La Partenza”. La canzone “Muto.”, tratta dal medesimo disco, viene scelta dai Modena City Ramblers, per comparire nel lato B di uno dei vinili della collana Sonda Club, indetta dal Centro Musica di Modena.
Nel 2021 Matteo sceglie di lasciare alle spalle il passato, abbandonando il suo nome e cognome, per tramutarsi e rigenerarsi. Da qui nasce Florilegio, una ragnatela di suoni e parole tessuta con la collaborazione del Mataara Trio e Pierpaolo Ovarini con cui attualmente sta producendo e registrando il suo nuovo lavoro presso il Nufabric Basement Studio.
I suoi ultimi singoli si chiamano Gonna e Tende.