La storia del Nuovo Cinema Palazzo stava per compiere i 10 anni di vita, ma da stamattina il suo futuro è più che mai incerto, dal momento che è stato eseguito lo sfratto dell’immobile su ordine dell’ufficiale giudiziario e sono stati messi i sigilli al portone d’ingresso. Rischia di finire così un importante processo di riappropriazione di spazi e socialità da parte della popolazione del quartiere San Lorenzo, che nel 2011 aveva deciso di occupare lo stabile dell’ex Cinema Palazzo, sul quale incombeva il progetto di un non meglio identificato casinò.
„Dal 15 Aprile 2011 noi cittadini, artisti, studenti, attivisti di spazi sociali e associazioni abbiamo riaperto l’ex-Cinema Palazzo per sottrarlo alle speculazioni e di fatto bloccando l’apertura di un casinò che, senza nessuna autorizzazione, stava nascendo a San Lorenzo, storico quartiere di Roma. In questi mesi la partecipazione della cittadinanza ha trasformato un atto di resistenza in un “luogo del possibile”. È questa cittadinanza che si è resa attivamente custode del Cinema Palazzo contro il gioco d’azzardo e le possibili infiltrazioni mafiose, raccogliendo l’adesione di Libera e di membri della commissione Antimafia, da anni attivi nella lotta contro la criminalità organizzata. Migliaia di persone hanno attraversato la sala, decine e decine di artisti, tecnici e operatori del settore culturale hanno portato la loro complicità restituendo allo spazio la sua funzione originaria: quella di un cinema e di un teatro dalla forte vocazione interdisciplinare. Spettacoli, concerti, proiezioni, prove, laboratori per bambini e adolescenti, reading, dibattiti e seminari costruiti in cooperazione con università e altre istituzioni culturali hanno dato vita ad un laboratorio artistico e sociale che ha migliorato la qualità della vita nel quartiere e nella città“.
Un’altro brutto colpo per una città che vede sottrarsi spazi giorno dopo giorno, affossata da una politica incapace di farsi potatrice di dialogo e di soluzioni, lasciando che la burocrazia faccia il proprio corso in maniera sempre più algida e impersonale.
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