„Avanguardia“ non è solo una questione di contenuto. „Avanguardia“ è anche, e forse soprattutto, una questione di attitudine. E quindi non solo sostenere e divulgare progetti e movimenti „in contrasto con la tradizione, le tendenze e il gusto corrente“, ma essere in grado di avere una visione complessiva e a lungo termine capace di proporre nuovi „format“, nuovi metodi e modelli di fruizione culturale, capace di stimolare e scoprire insieme al proprio pubblico, o se vogliamo anche alla propria „community“, modalità alternative, antesignane e stimolanti di esperienza, conoscenza e condivisione. Se si parla di festival musicali, in tal senso il Transmissions di Ravenna è stato fin da subito un outsider, un battitore libero nel panorama italiano: a partire dall’affidamento della curatela ad artisti sempre diversi, passando per la scelta di un periodo dell’anno – novembre – che solo negli ultimi tempi è diventato un momento sempre più quotato (anche a livello internazionale) per gli appuntamenti musicali prima del „letargo“ invernale, passando ovviamente per le proposte sonore che guardano alle frontiere della musica internazionale più innovative e di ricerca.
Dopo oltre un anno in cui tutta l’Emilia Romagna, è giusto ribadirlo, si è dimostrata come la regione più attenta e all‘avanguardia nel sostenere la musica in presenza e le produzioni medio-piccole (a partire dai fondi/bandi pubblici ma anche attraverso la spinta propulsiva di piccoli e medi appuntamenti che hanno provato a resistere o a rinnovarsi), in un contesto già propositivo e di riguardo per quantità e qualità, Transmissions non solo torna in presenza (dopo un peculiare esperimento online con Transmissions Waves a marzo), non solo ribadisce la propria vocazione all’avanguardia – senza deludere in termini di line up, nonostante le restrizioni che comunque, in termini di spostamenti continuano a persistere a livello internazionale – ma soprattutto interpretando al meglio quello che la pandemia e l’emergenza avrebbe dovuto insegnarci: la capacità di rinnovare lo status quo proponendo contenuti originali, inediti, supportando le residenze degli artisti italiani più coraggiosi, provando a portare il concetto di „boutique festival“ a un livello successivo, che contempli sempre il discorso sull’esperienza complessiva del festival, ma che sappia anche trasformare le limitazioni in punti di forza. È in quest’ottica che, a nostro avviso, va letta un’edizione di Transmissions, la numero XIII, diversa forse in termini di presenze internazionali e di quantità di live, ma comunque all’avanguardia nel proporre perlopiù solo progetti speciali e nel selezionare alcuni di nomi in assoluto più di spessore nella scena sperimentale italiana – che di contro stanno avendo riscontri più che positivi all’estero.
E allora Transmissions XIII – Enter The Sound recupera il suo format originale, caratterizzato dalla formula della direzione artistica esterna (dopo l’edizione 2019 guidata dal tandem Martin Bisi / Radwan Ghazi Moumneh). La curatela quest’anno è affidata a Francesco Donadello, compositore e sound engineer italiano di stanza a Berlino, dove lavora principalmente nell’ambito della musica sperimentale e delle colonne sonore. A lungo collaboratore di Johann Johannsson, Moderat, Hildur Guðnadóttir (Premio Oscar per The Joker), Donadello e si è aggiudicato il Grammy Award con il missaggio della colonna sonora dell’acclamata serie televisiva HBO Chernobyl. Colonne sonore, classica contemporanea, sperimentazione, synth modulari e vecchi registratori a nastro saranno il filo conduttore che unisce una serie di artisti, amici e collaboratori invitati dal producer per essere a loro volta fonte di scoperta e ispirazione, com’è nello spirito di Transmissions fin dalla sua creazione. «Nonostante gli anni e le esperienze» — ha dichiarato Donadello — «per me un festival rappresenta ancora oggi un momento di entusiasmo, scoperta e condivisione. Credo che Transmissions incarni un’idea di festival dal forte profilo internazionale in cui mi riconosco pienamente, in cui il valore artistico viene prima di ogni altra cosa, in cui gli artisti non si misurano in base ai loro ascolti su Spotify, in cui il programma è indipendente e slegato da dinamiche commerciali. Per me è un grande onore poterne fare parte e mi auguro che grazie al mio lavoro e ai miei straordinari compagni di viaggio anche il pubblico possa arrivare scoprire qualcosa di nuovo». In questo contesto, Transmissions XIII ospiterà un set inedito di due nomi illustri della ricerca elettronica come Pan American e Andrea Belfi, che lavoreranno a un set originale per il festival che sarà presentato mercoledì 24.
Transmissions incarna un’idea di festival dal forte profilo internazionale, in cui il valore artistico viene prima di ogni altra cosa, in cui gli artisti non si misurano in base ai loro ascolti su Spotify, in cui il programma è indipendente e slegato da dinamiche commerciali
Stesso discorso, ma a otto mani, per un altro live che farà incontrare Belfi e Donadello con due professioniste italiane sempre più apprezzate all’estero come la sound engineer Marta Salogni e la poliedrica batterista Valentina Magaletti, sul palco per un concerto speciale giovedì 25 – giornata che vedrà in cartellone un altro nome di spicco della sperimentazione sonora francese come Felicia Atkinson. Progetti inediti e pensati ad hoc per il festival saranno altrettanto quelli che vedranno coinvolti i belgi Echo Collective, che oltre a presentare l’intenso „12 Conversations with Thilo Heinzmann“ di Jóhann Jóhannsson saliranno sul palco insieme al pianista e compositore americano Dustin O’Halloran per accompagnare la sua esibizione e saranno in residenza a Ravenna per un’intera settimana al fine di produrre materiale inedito. Con loro anche l’artista giapponese, di stanza a Londra, Hatis Noit, con la sua rilettura attraverso la voce del folk giapponese in dialogo con la classica occidentale, e l’ambient pop evocativo di Lucinda Chua, anche lei di stanza a Londra ma con origini nel Sud Est asiatico. Significativa la scelta dei due ultimi nomi italiani aggiunti alla line up, Laura Agnusdei e Blak Saagan: la prima sassofonista che coniuga la formazione jazz con la sperimentazione elettronica, il secondo nuovo ambasciatore della library music contemporanea italiana, entrambi artisti che stanno ricevendo attenzioni e apprezzamenti di riguardo anche all’estero.
Una line up a cui, come sempre, si aggiungeranno altri appuntamenti collaterali (talk e dj set), e che tornerà a prendere forma in una location che aggiunge valore e atmosfera alla proposta artistica del festival, il complesso ex-industriale delle Artificerie Almagià, negli spazi contigui della Darsena cittadina e al MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna. QUI il link per biglietti e abbonamenti e di seguito il programma day by day (quasi) completo.
PROGRAMMA DAY BY DAY
MERCOLEDì 24
ore 20.30
warm up: ToffoloMuzik – dj set
Pan American (US)
Andrea Belfi (IT)
GIOVEDì 25
ore 20.30
warm up: Bruno Dorella – dj set
Felicia Atkinson (FR)
Valentina Magaletti (IT/UK) | Marta Salogni (IT) | Andrea Belfi (IT) | Francesco Donadello (IT/DE) – Special Set
VENERDì 26
ore 17:30 @ MAR – Museo D’Arte della Città di Ravenna (Sala Martini)
Q&A – „La forma del suono: trasformazioni e sfide, il ruolo del produttore oggi. Marta Salogni in conversazione con Francesco Donadello“, modera Chiara Colli
ore 20.30
warm up: Trinity – dj set
Dustin O’Halloran (US) w/ Echo Collective (BE)
Hatis Noit (JP/UK)
Laura Agnusdei (IT/NL)
SABATO 27
warm up: Chiara Colli – dj set
Echo Collective (BE) plays JÓHANN JÓHANNSSON “12 Conversations with Thilo Heinzmann”
Lucinda Chua (UK)
Blak Saagan (IT)