Buffalo arriva quando l’estate bussa alle porte e le praterie diventano luoghi ospitali, quando le stagioni teatrali normalmente finiscono e allora il teatro deve andare fuori, allargarsi, espandersi verso il resto della città. Buffalo è una sinergia che coinvolge Teatro di Roma e Palaexpo ed è una delle rassegne più interessanti che da qualche anno a questa parte abbiamo la fortuna di avere qui a Roma, grazie alla sapiente visione curatoriale di Michele Di Stefano. Un esperimento e un occasione per tutte le compagnie invitate a ripensare i propri lavori in funzione dei luoghi nei quali saranno ospitati.
Quest’anno Buffalo sarà accolto dall‘Istituto Svizzero e in larga parte dal MACRO, collaborazione, quest’ultima, che diventerà progettuale e si inserirà „in maniera organica nel Museo per l’immaginazione preventiva, il magazine tridimensionale che propone alle visitatrici e ai visitatori un percorso in cui il passaggio da una sala all’altra avviene all’insegna di attraversamenti disciplinari, incontri tra diversi linguaggi, modalità espositive sperimentali“. Al centro di questa edizione il tema del corpo, inteso ancor più dopo la pandemia come elemento di collegamento tra il dentro della propria intimità e il fuori del mondo, un’istanza che letteralmente crea l’ambiente in cui si trova, abitandolo, vivendolo e trasformandolo.
Quattro i giorni di eventi, suddivisi tra performance live e video in loop. Ve li presentiamo uno ad uno. Biglietti disponibili su vivaticket.com.
BUFFALO – IL CORPO ALL’APERTO
Alexandra Bachzetsis – „Private Song“
10 e 11 giugno – Istituto Svizzero
18:30 – ingresso gratuito
Derrida e il rebetiko insieme sul palco. La coreografa svizzera Alexandra Bachzetsis fa propria la pratica del reframing per mettere in discussione le costruzioni di genere e culturali consolidate, mescolando una musica tradizionale greca con la danza contemporanea, il wrestling, cliché hollywoodiani e le rappresentazioni più coriacee dell’amore e della battaglia. Un cortocircuito di cornici e contenuti per seminare dubbi nel pubblico e ridefinire percorsi cognitivi che vengono dati per acquisiti e immutabili.
César Vayssié – „Ne travaille pas (1968 – 2018)“
11 e 12 giugno – MACRO
In loop dalle 11:00 alle 21:00
La vita e la relazione amorosa di due studenti di Belle Arti a Parigi ripresa dal regista César Vayssié a cinquant’anni dalle sommosse del Maggio ’68. Il racconto di un mondo che dopo mezzo secolo si ritrova ancora di più percorso dalla violenza fisica, politica e dei segni.
Trisha Brown Dance Company – „Opal Loop“, „Foray Forêt“, „One Story as in Falling“, Set and Reset“
11 e 12 giugno – MACRO
In loop dalle 11:00 alle 21:00
Tirsha Brown è stata una delle coreografe fondamentali del Ventesimo Secolo, sempre a cavallo tra sperimentazione e multimedialità, e aperta a tutti gli stimoli dell’avanguardia creativa newyorchese. In loop per due giorni ci saranno quattro lavori, scelti tra i suoi più significativi, che hanno visto la partecipazione anche di Robert Rauschenberg come ideatore delle scenografie e di Laurie Anderson per le musiche.
Daniele Albanese – „Home Altrove #Roma“
11 giugno – MACRO
La danza dal vivo di Daniele Albanese, la voce di Eva Karczag e un paesaggio ripreso dalla finestra del coreografo durante il primo lockdown sono gli elementi di questa performance che riflette sul concetto di casa, in un mondo liquido e instabile. Dentro e fuori, aperto e chiuso, sicurezza e fragilità sono le coppie di pensiero che percorrono ogni movimento, a partire dall’idea che la performance e il proprio corpo, in quanto custodi di gesti e movimenti riconoscibili, siano essi stessi casa.
C.G.J. Collettivo Giulio e Jari – „Evento“
11 giugno – MACRO
Il corpo e il movimento come istanza base dell’essere presenti. Una performance ridotta all’essenziale, spogliata da ogni stratificazione di significato e restituita al pubblico senza alcun tipo di filtro: il ritmo, i movimenti dei due coreografi/danzatori, variazioni fulminee e la musica live di Simone Grande.
Yasmine Hugonnet – „La Ronde/Quatuor“
11 e 12 giugno – MACRO
Quattro persone di nero vestite che si muovono all’unisono, come se fossero un unico organismo, una pianta che si risveglia dal freddo della notte e si apre progressivamente al calore del giorno. I gesti dell’uno che si tramutano nei movimenti dell’altra, una coreografia dove la perfezione e la sincronicità sono in secondo piano rispetto a un sentire comune e simbiotico.
Serafine1369 – „Basictension“
11 e 12 giugno – Macro
Artista e performer londinese, Serafine1369, prima conosciuta come Last Yearz Interesting Negro, ha iniziato questo lavoro cercando di incidere dei nastri meditavi per calmare la sua alienazione e il suo flusso torrenziale di pensieri, salvo poi rendersi conto che lo stato di calma è una chimera assoluta. Tutti noi siamo attraversati da conflitti e spaccature, circondati da città che sono come i nostri cuori: battenti, spezzati, congestionati e irruenti. La tensione è la vera condizione base e questa performance ne indaga le sue innumerevoli dimensioni: sociali, professionali, psichiche, spirituali, fisiologiche, curative e tecnologiche.
Francesca Grilli – „Arriverà e ci coglierà di sorpresa“ + „Rays“
12 giugno – MACRO
In loop dalle ore 17:00 alle 21:00
13 giugno – MACRO
In loop dalle ore 11:00 alle 21:00
Due tentativi diversi di guardare al futuro partendo dal quotidiano e dalle proprie radici. In „Arriverà e ci coglierà di sorpresa“ due danzatori di 75 anni ballano per diverse ore consecutivamente in un ambiente video proiettato: un’ultima danza interminabile che vuole sottrarsi al tempo e allo spazio, esorcizzando la morte e la caducità; in „Rays“ dei bambini chiaroveggenti prevedono il futuro leggendo le mani degli adulti, con una possibilità di riscrittura del tempo a venire affidata all’innocenza e alla fantasia.
Jérôme Bel – „SHIRTOLOGY“
12 e 13 giugno – MACRO
Avete presente il video di „Subterranean Homesick Blues“, quello in cui Bob Dylan „illustra“ il testo della canzone con un centinaio di fogli su cui sono scritte tutte le parole? Bene, applicate l’idea al genio coreografico di Jérôme Bel e sostituite i fogli con delle magliette.
Cristina Kristal Rizzo – „ULTRAS sleeping dances“
12 e 13 giugno – MACRO
L’unicità è quello che caratterizza questo progetto: unici gli spazi ai quali le coreografie si adattano, unici i perimetri di pubblico che delimitano il luogo della danza, uniche le energie e tensioni che si sprigionano dall’incontro di performer e spettatori. I temi coreografici vengono di volta in volta convocati da musiche o oggetti e scavano nell’esistente facendo emergere sangue, pianti o risate di gioia.
Industria Indipendente – „KLUB TAIGA. Apro le porte alla notte calda“
12 e 13 giugno – MACRO
Uno spettacolo che è una notte in un club, un concerto, un palco per danzatori, una performance aperta. È quel fiume di pensieri che attraversa chi si trova in un dancefloor circondato da corpi e suoni mentre il ritmo in quarti diventa un tamburo sciamanico. Industria Indipendente riporta nello spazio „teatrale“ l’esperienza di Merende, club night che ha la totale libertà come suo orizzonte, simboleggiata dall’invito a togliersi le scarpe e a ballare a piedi nudi. Eliminare ogni barriera fisica e concettuale per fondersi in un unico superorganismo danzante.
Nicola Galli – „Mars“ (site specific)
13 Giugno – MACRO
Tutti noi ci siamo emozionati alle prime immagini di Marte mandate dal rover Perseverance all’inizio di quest’anno, ma se questa prima esplorazione della superfice del pianeta fosse stata affidata a un coreografo, come avrebbe raccontato quei panorami rossi e rocciosi? Come avrebbe riprodotto le movenze dei suoi abitanti alieni? Probabilmente nello stesso modo immaginato da Nicola Galli per la performance che chiude un ciclo dedicato al Sistema Solare („Jupiter and Beyond“ e „Venus“ gli altri due spettacoli). Per Buffalo Nicola proporrà una versione site specific di „Mars“, in cui non mancherà una colonna sonora algida e siderale e una scenografia minimale dalla luminosità geometrica.
Ginevra Panzetti/Enrico Ticconi – „A e R e A“
13 giugno – MACRO
La performance fa parte di un dittico incentrato su un oggetto che ha quasi del primordiale e del primitivo per la sua capacità di determinare appartenenze e inimicizie, dentro e fuori, noi e loro: la bandiera. Due danzatori e due vessilli neri, privati di simboli e stemmi, ridotti alla loro essenza. „A e R e A“ come ARA, l’altare sacrificale che trasforma la bandiera in sudario, „A e R e A“ come AEREA, lo spazio libero in cui la bandiera si issa e disegna movimenti.