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Claudio Prati e Ariella Vidach

Continua Orizzonti, la mappatura delle persone e dei progetti intenzionati a cambiare Milano di Zero e Meet the Media Guru

Geschrieben von Lorenza Delucchi il 28 Januar 2016
Aggiornato il 23 Januar 2017

AiEP è un acronimo che sta per Avventure in Elicottero Prodotti, un cortocircuito di senso firmato associazione culturale e compagnia di danza contemporanea Ariella Vidach – AiEP. Dal 1996 Ariella Vidach e Claudio Prati – insieme con il loro team – maneggiano nuove tecnologie e danza contemporanea. Con 20 anni di ricerca fra computer grafica, wearable devices, proiezioni e sound design interattivo, sono l’avanguardia milanese e italiana dell’innovazione applicata all’arte performativa. Qualche settimana fa hanno alzato il tiro, facendo “ballare” insieme un braccio robotico e una danzatrice. Noi semplifichiamo, perché tanto ci spiegano tutto qui sotto.

Zero – Cos’è HABITdata?
Claudio Prati e Ariella Vidach – È una performance di circa 20 minuti che indaga la relazione fra uomo e macchina, attraverso un duetto fra una danzatrice e un braccio robotico su cui abbiamo installato una telecamera Kinect e un videoproiettore. L’idea è di creare una coreografia visiva e di rivestire il corpo con delle texture grafiche in alta definizione. Siamo ancora in fase esplorativa: a metà gennaio l’abbiamo sottoposto a un gruppo ristretto di direttori artistici, esperti e critici teatrali in forma di studio.

Da destra Claudio Prati e Ariella Vidach durante una premiazione
Da destra Claudio Prati e Ariella Vidach durante una premiazione

Fateci immaginare l’azione.
Immagina una danzatrice e il robot in una scatola bianca. I loro movimenti sono talvolta sincronizzati, talvolta in dialogo o completamente indipendenti. A fare da colonna sonora sono i suoni emessi dal robot che “commentano” i suoi movimenti. Man mano che la performance avanza, scende il buio e diventano protagoniste le video-proiezioni. Un setting in cui il corpo della danzatrice sembra scomporsi, quasi dissolversi in uno spazio che non è più né naturale né artificiale.

Binomio danzatrice macchina: movimenti sincronizzati o totalmente indipendenti
Binomio danzatrice macchina: movimenti sincronizzati o totalmente indipendenti

Ma questo braccio robotico?
Si tratta di una macchina, un robot di norma utilizzato nell’industria e adattata per riprese televisive, cinematografiche o spot pubblicitari. Il braccio permette movimenti di camera molto accurati. Dopo parecchie ricerche abbiamo individuato Max Effects, un laboratorio di Seveso specializzato in scenotecnica, animatronica, automazioni e mock up. E con loro abbiamo avviato la collaborazione.

Come ha funzionato il dialogo fra la macchina e la danzatrice?
Prima di mettere in relazione le due parti, è stato necessario programmare il braccio, che non è un sistema aperto e in che questa fase non ci ha permesso di utilizzare tutti i suoi dati. Abbiamo avuto bisogno del supporto di ingegneri e programmatori che l’hanno dotato di accelerometro grazie al quale il robot produceva i suoni, creando la colonna sonora. Successivamente siamo passati al lavoro sull’interazione fra robot e danzatrice.

Una performance interattiva
Una performance interattiva

Com’è andata?
Abbiamo capito che il robot è la vera star di questo strano dialogo. È stato chiaro fin dalle prove. Successivamente l’abbiamo verificato dalle reazioni degli spettatori, la cui attenzione era rapita dal robot, lo guardavano quasi con empatia. Il che ci ha aperto nuove strade…

Cosa intendi?
Abbiamo messo la lente su un elemento, la macchina, e abbiamo deciso di esplorarne le potenzialità andando oltre la sua “programmazione”, provando a capire che succede seguendo sentieri nuovi, con la possibilità di errori e incidenti. Questo è il punto da cui procederemo nelle prossime fasi del lavoro. Che cosa deve fare l’interprete umano per competere con il robot? È un aspetto che va valutato e risolto.

Con HABITdata dove volete arrivare?
Da quando la tecnologia lo permette, verso la metà degli anni novanta, abbiamo sempre lavorato sull’interattività applicata alla coreografia, ma questo esperimento è una nuova tappa tecnologica importante per AiEP. Oltre alla creazione e al controllo dei suoni e delle immagini in tempo reale, il progetto ci permette di ricondurre l’attenzione sul nostro corpo e su come questo viene percepito quando si trova a stretto contatto con l’artificiale, immerso in un ambiente ibrido e sensibile.

Corpo e movimenti al centro della ricerca AiEP
Corpo e movimenti al centro della ricerca AiEP

AiEP lavora da oltre 20 anni sull’interazione fra danza e tecnologia. Qual è stata la scintilla che ha messo in moto tutto?
Era il 1991 e a una mostra abbiamo visto il Mandala System, un sistema canadese di realtà virtuale 2D, che mescolava un’immagine ripresa dal vivo da una telecamera con un mondo digitale, grafico ed animato. Ci ha folgorato e l’abbiamo comprato, iniziando a lavorare sul confine tra corpo, coreografia e sistemi interattivi. Da allora non abbiamo mai smesso. La nostra esplorazione ci ha visto passare da semplici proiezioni video alla motion capture, dalla computer grafica alla creazione di software audio fino al riconoscimento vocale e coreografico.

aiep

Qual è il locale o la realtà culturale milanese che AiEP ritiene interessante e innovativo?
Le realtà culturali che frequentiamo sono quelle dove troviamo proposte più affini ai nostri interessi e gusti. Possiamo citare Meet the Media Guru, Uovofestival e Danae, il Teatro Out Off, la Fabbrica del Vapore, Agon e il ristorante Joia.