Dj indefessa, boss della label Claque Musique e a quanto pare anche ottima produttrice di liquori artigianali, abbiamo fatto due domande a Carola Pisaturo, prima che zio Sven ce la porti via per l’estate verso quel di Ibiza e l‘Amnesia. Sabato prossimo, 11 giugno, la ritroverete ai piatti dell‘Andrea Doria per l’appuntamento ormai tradizionale con il Rebel e i pendolari dell’alba che salutano l’ultimo disco dai finestrini del treno. A proposito, come prima domanda abbiamo chiesto a Carola proprio come prepara la sua borsa di dischi.
ZERO: Come prepari un dj set? Immagino che quando si mettono in fila una serie di dischi che funzionano c’è la “tentazione” di riporre quei passaggi, quindi la curiosità è capire come inserisci in un set dischi nuovi – o dischi vecchi che ti ritornano in mente – e quando li ascolti per capire che funzionano. Ti capita anche di cambiare set a seconda del club in cui sai che andrai a suonare?
Carola Pisaturo: Di solito preparo un’impalcatura, che significa una borsa adatta al club, all’orario, alla line up. Insomma, creo un’idea generale. La quasi-regola è iniziare con qualcosa che non conosco, che ho ascoltato magari frettolosamente a casa in cuffia. So che concettualmente è sbagliato, ma aggiunge un po‘ di farfalle nello stomaco. Per il resto, qualsiasi programma mi sono fatta precedentemente viene quasi sempre stravolto nel corso della serata. Le reazioni del pubblico sono il più delle volte inaspettate, il che rende tutto imprevedibile (e molto divertente).
Suoni ancora a piedi scalzi? Per te è una sorta di rito o un modo per sentire più fisicamente quello che suoni?
No, nessun rito, semplicemente adoro essere scalza! Le scarpe mi comprimono i piedi e dopo un po‘ anche il cervello. Fosse possibile vivrei scalza, in una giungla, lavandomi a mare senza mai pettinarmi. Un amico una volta mi ha detto che sono un po‘ selvatica, l’ho trovato un bellissimo complimento.
Il tuo club preferito in assoluto?
L’Amnesia di Ibiza, che quest’anno vivrò anche dalla consolle. E non vedo l’ora!
Il tuo festival preferito?
Posso risponderti tra qualche giorno? Sono in partenza per il We Are FSTVL, in Inghilterra, e ho un buon presentimento!
Provo a dirti quatto nomi, ti chiedo un pensiero breve per ognuno
Claque Musique
È la mia etichetta, che quest’anno compie 10 anni. Prima c’era stata la Titbit Music – fondata con Davide Squillace – ma volevo dedicarmi a un progetto tutto mio e curarne ogni aspetto. Così è nata Claque, con anche dei progetti visivi sviluppati in parallelo. Una marea di storie, di scelte più o meno fortunate, di soddisfazioni, di crescita comune.
Garibaldi
Garibaldi siamo io e Valerio Michelini, dj dalla grandissima tecnica e personalità, chef provetto e fratello acquisito. Un duo che si riunisce una volta l’anno per una serata che ormai è tradizione, un b2b senza fine passando tra generi e ritmi perfettamente sintonizzati e incastrati l’uno con l’altro, cosa che succede solo quando si ha gran feeling.
Ralf
Io e Ralf ci siamo adorati fin da subito, sarà che siamo due gioiose ed entusiaste teste di cazzo, sarà che ci appassionano tante cose comuni. Citofonare Ralf significa entrare in un mondo fantastico, libero, dove la musica ti tocca fino alle lacrime. Ralf è una persona molto empatica, un dispensatore di buone emozioni e una persona onesta e schietta. Credo anche che la sua gentialità musicale e il suo successo derivino dal mood in cui sente e comunica con le persone: lui riesce sempre a trovare un modo per consolarle.
Cocoon
È l’agenzia di Sven Väth, che cura le mie date estere ormai da un anno e mezzo. un bel punto d’arrivo, ma anche di partenza verso situazioni nuove e diverse con cui misurarsi. Queste prove, spesso impegnative, accrescono sicurezza e intuito week end dopo week end, cose che tornano utili anche in altri ambiti per sperimentare, per spingersi sempre un po‘ oltre.
Sappiamo che per diverso tempo Roma è stata la tua città, ti possiamo fare qualche domanda a riguardo?
Roma è dove sono nata e tornata a vari intervalli. Ho vissuto tanto in giro, prima con la mia famiglia per gli spostamenti di lavoro di mio padre, poi per follia mia. Un po‘ zingara. Ora sono felicissima di essere qui. Roma è una città bella, colta, elegante, ma anche verace e con un cielo blu blu blu.
Prima di suonarci come dj, ti è capitata di frequentarla come clubber? Che serate ti ricordi?
Non ho vissuto tanto Roma come clubber, i miei anni di fuoco li ho passati a Napoli. Oltre il Goa, dove ho sentito tanta musica bellissima, ho amato il Brancaleone: è lì che, oltretutto, ho conosciuto il mio adorato Dozzy, che, più che un amico, è la mia stella polare. È stato anche il primo club „importante“ dove ho suonato a Roma.
Di tante feste a Roma in cui hai suonato, ne ricordi una in particolare? Magari per un aneddoto positivamente assurdo o “ai confini della realtà”?
Ai confini della realtà? Ce l’ho, ma in negativo. Un localino organizzato con un paio di amici appena arrivata a Roma. Una serie di venerdì allucinanti in cui credo che il record di incassi sia stato 15 paganti. Un bagno di sangue andato avanti per un po‘ prima di essere cacciati a calci in culo dal proprietario. Ricordo, nonostante la certezza di un flop annunciato, la sensazione di felicità di andare a fare la dj! Questo lavoro mi ha sempre fatto sentire speciale, davanti a 10.000 persone o a quei 15 paganti, che pubblicamente ora ringrazio.
Ultime domande. Sappiamo ti piacciono parecchio gli animali: quanti e quali hai adesso a casa?
Ho tre cani e un gatto, raccattati tutti tra canile e strade. Non mi piace il concetto di razza, né tra uomini, né tra animali. Poi i cani „fantasia“ sono buffi e unici. A parte gli scherzi, che siano canili, circhi, zoo, laboratori, oceani per me non fa differenza: dobbiamo acquisire molta coscienza sul rispetto per il Pianeta che ci ospita e per i suoi abitanti.
Sei una buona forchetta, cucini anche bene?
No, qui non posso proprio mentire: sono negata a cucinare, però faccio dei liquori buonissimi. Chiedete in giro!