Fabio ed Enzo sono i due giovani imprenditori dietro il progetto di Levante Spirits, azienda di liquori con sede a Pontedera (PI). Li abbiamo intervistati in occasione di Aperitivi&Co Experience – dal 12 al 13 marzo al Megawatt Court di Milano – per conoscere meglio la loro filosofia e l’Old Sailor Coffee un corroborante a base di caffè e rum prodotto da un’antica ricetta marinara nata in mare più di cento anni fa tra i pescatori del medio Adriatico. Un progetto che vede anche la partecipazione di Flavio Angiolillo come partner d’eccezione.
ZERO – Potete presentarvi? Chi c’è dietro Old Sailor Coffee? Come vi siete conosciuti?
Dietro Old Sailor Coffee ci siamo noi, Fabio Mascaretti (nato a San Benedetto del Tronto), Enzo Brini (nato a Pontedera), che abbiamo creato la nostra società Levante Spirits verso la fine del 2015. A noi si è aggiunto anche Flavio Angiolillo (Mag Cafè, 1930, #BackDoor43, Barba) che ovviamente non ha bisogno di presentazioni. Questo progetto nasce da un incontro dopo un Master universitario a Firenze diventato presto iniziativa: fare imprenditoria per amore del buon bere. La nostra azienda si ispira al vento di Levante, timone di molti marinai ed esploratori. Se allora conduceva a mondi esotici e favoriva scambi di merci, oggi la sua guida ci regala nuovi stimoli per la produzione di liquori e distillati. Seguiamo il vento della scoperta. Rivisitando le ricette tradizionali di liquori e distillati, offriamo prodotti dal carattere audace e dal gusto inedito. Crediamo infatti che solo attingendo dalla nostra ricchezza storico-territoriale si possa fare davvero innovazione.
Da cosa è nata la passione che vi ha spinto in questa avventura? Avete sempre lavorato in questo mondo?
Dopo il master abbiamo preso strade diverse, io ho fatto un’esperienza di un anno in Sud America come responsabile acquisti in un’azienda che importava vini biologici italiani, per poi tornare a lavorare nell’azienda di famiglia che lavora in ambito portuale a San Benedetto del Tronto. Enzo invece è tornato nella sua azienda vitivinicola biologica a Montepulciano come enologo. Come dicevamo prima, il nostro progetto parte dall’amore per il bere di qualità. Da frequentatori assidui del bancone del bar e di fiere di settore, abbiamo deciso di spingerci in questa avventura.
Raccontateci un po‘ di più circa Levante Spirits: quando nasce, da quale intuizione e qual è la sua filosofia?
Abbiamo sempre avuto in mente di creare qualcosa di nostro nell’ambito wine e spirits a prescindere dalle rispettive attività familiari. La spinta è stata l’idea di rivisitare quest’antica ricetta (Old Sailor Coffee) nata in mare più di cento anni fa tra i pescatori del medio Adriatico, per regalare al nostro pubblico il piacere di una vecchia storia resa più contemporanea attraverso il packaging accativante della nostra bottiglia.
Parliamo di Old Sailor Coffee, che presentate da Aperitivi&Co. Di cosa si tratta?
La ricetta dell’Old Sailor Coffee è nata in mare: cento anni fa i pescatori del medio Adriatico si riscaldavano dal gelo bevendo caffè bollente al quale univano rum e distillati all’anice spesso di contrabbando. Un passato che ti raccontiamo anche con l’etichetta, ispirata alla foto di un marinaio del 1930. Ci affascinava raccontare questa storia, che non è quella del classico digestivo a base di erbe infuse del nonno che raccoglieva in campagna, ma una storia umana di lavoro e sacrificio, quindi non un digestivo ma un corroborante che rappresentava un momento di stacco nel duro lavoro del pescatore. Partiamo da un rum scuro colombiano a cui vanno aggiunte infusioni separate di anice, caffè arabiva e buccia d’arancia. Forte, deciso e molto aromatico: come i marinai che vogliano omaggiare.
E con Flavio Angiolillo? Come è entrato a far parte del progetto Old Sailor Coffee?
Con Flavio ci siamo conosciuti in maniera simpatica e casuale, amici in comune ci hanno fatto notare che il marinaio sull’etichetta ha una somiglianza incredibile con lui e questa cosa gli è arrivata all’orecchio. Alla prima occasione utile ci siamo ritrovati per un brunch tutti e tre allo stesso tavolo a discutere del progetto del „Marinaio“ (cosi lo chiamiamo fra noi) mettendo in mezzo tutte le idee e le possibili maniere in cui poteva essere spinto il prodotto. Dopodichè ci siamo dati tutti una settimana per riflettere sul da farsi, anche se non serviva perché in certi incontri dopo la prima stretta di mano capisci subito che la comunione di intenti e la collaborazione attiva fra le parti possono solo che far bene allo sviluppo del brand. Così dopo una settimana ci siamo di nuovo tutti ritrovati intorno a un tavolino e Flavio è diventato parte integrante del progetto. Da due ci siamo ritrovati in tre a raccontare in giro per l’Italia il mondo di questa bella storia. Siamo tutti contenti della scelta fatta ormai un anno fa.
Come ci consigliate di gustare questo prodotto?
Il prodotto nella sua versione originale veniva bevuto caldo o bollente, noi ne abbiamo creato uno che può essere bevuto liscio a temperatura ambiente o anche freddo, quando si sprigiona una perfetta sintonia fra gli elementi. In miscelazione invece sta spopolando a Milano un drink inventato dai ragazzi del Mag Café, il Negroni del marinaio, e vi invitiamo ad andare in Ripa di Porta Ticinese ad assaggiarlo. Sono usciti nel contempo altri 5 cocktail che potrete assaggiare anche take away al Backdoor43 ma non anticipiamo altro.
Ci piace molto la vostra bottiglia! Chi ha creato l’etichetta?
Grazie mille, abbiamo ricevuto molti complimenti sia in Italia che all’estero perché dicono che spicchi fra le altre in una bottigliera e questo non può che farci immenso piacere. La nostra bottiglia non è figlia del caso, siamo andati a ripescare (è proprio il caso di dirlo) il modello che più si rifaceva alle bottiglie di rum imbarcate nelle lunghe traversate oceaniche fra i navigatori di fine 800. Per quanto riguarda l’etichetta, l’abbiamo studiata insieme al massimo esponente italiano dello stile di tatuaggi traditional, il milanese Stizzo, riuscendo così a unire due mondi da sempre vicini come quello del mare e dei pescatori e quello dei tatuaggi, creando un filo comune.
Che consigli dareste a chi vuole seguire la vostra stessa strada?
Aver fatto studi a riguardo o sul campo – meglio se entrambi – aiuta sicuramente ad avere le idee più chiare su gli obiettivi che si vogliono raggiungere. In generale, come in qualsiasi cosa, non bisogna abbattersi alle prime difficoltà (e vi assicuriamo che ce ne sono molte) e per quanto riguarda il prodotto a livello organolettico non avere fretta di farlo uscire e di fare quante più prove possibili per arrivare ad avere qualità più vicina possibile al massimo.
Avete da poco lanciato anche un gin biologico “Ginepraio”: cos’è?
Ginepraio è il London Dry Gin biologico che parla toscano. Nasce dalla collaborazione tra Levante Spirits e Distillerie Deta. Gli abbiamo dato vita per mezzo di un alambicco discontinuo in rame che affettuosamente chiamiamo Lapo. Nel battezzarlo ci siamo ispirati al vecchio adagio ”cacciarsi in un ginepraio” (riportato anche in etichetta con la definizione da vocabolario), modo informale per descrivere una situazione complicata da cui è difficile uscire. La stessa nella quale siamo finiti durante la ricerca delle materie prime, tutte rigorosamente certificate, toscane e biologiche. A partire dall’alcol di base, che proviene da grano coltivato nella zona del Mugello; mentre le sette botaniche, fra cui ginepro, rosa canina ed elicriso, provengono dalla Maremma, dalla Val D’Orcia passando per il Chianti. Ginepraio è un gin fortemente identitario, figlio del suo territorio, distillato a Barberino Val D’Elsa. Per la sua realizzazione al Master Distiller si è affiancato Enzo, che ha una forte formazione in campo visto che è enologo toscano e proprietario di una azienda vitivinicola a Montepulciano certificata bio dal 1990. Un gin, quindi, che per le sue peculiarità si ispira al mondo del vino ed è pensato per gli appassionati del settore. Ginepraio si adatta ad ogni preparazione di drink a base gin. A nostro avviso esprime al meglio il suo carattere fortemente distintivo nel Martini Cocktail e nel Negroni (intramontabile classico con il quale si vuole omaggiare il suo inventore fiorentino, il Conte Negroni). Un gin che vuole diventare punto di riferimento per una clientela colta ed esigente, attenta al buon bere e alla territorialità dei prodotti.
Come sta andando in generale?
Bene! Per quanto riguarda il mercato italiano siamo orgogliosi di poter annunciare che i nostri prodotti sono distribuiti in esclusiva per tutto lo stivale grazie alla collaborazione con realtà importanti come Velier di Genova (per Old Sailor Coffee) e F.lli Rinaldi di Bologna (per Ginepraio). Per quanto riguarda l’estero dal 2016 siamo presenti con i nostri prodotti in Svizzera e Germania, e dal 2017 diciamo che è pronto lo sbarco oltreoceano e nell’estremo oriente, ma per scaramanzia non diciamo di più.
Quando siete a Milano dove andate a mangiare?
Andiamo al Deus, sono degli amici e ci piace molto come locale.
E a bere? Quali sono i locali che preferite?
Sicuramente il Mag, il Rita poi ci piace il Doping Club. Se volete vi diciamo anche altri locali in modo da sembrare dei tipi giusti e non degli sbandati abituati a rubare bevute dai tavolini altrui (scherziamo ovviamente).
Tre bottiglie che portereste sulla luna?
Port Askaig Islay Wiskey come distillato; Barolo Bartolo Mascarello come vino rosso e non può mancare uno champagne come il Louis Roederer Cristal.
Rimedio per una sbronza?
Il vecchio chiodo scaccia chiodo: ricominciare a bere. Meglio se Old Sailor Coffee.