Ricardo Baez vive a Firenze, lavora nel mondo della notte e dal 2010 il suo sogno porta il nome di Tropical Animals, una festa tutta fiorentina che sta imponendo sempre più le sue regole. Il suo modello di clubbing parte dall’esigenza di esprimere libertà a 360°, dando voce a quegli artisti della consolle ancora non troppo conosciuti ma già di grandi prospettive. Una programmazione house, techno e disco che smuove dalle viscere la città e che si consolida grazie anche ai grandi nomi della club culture mondiale: Da Nicky Siano, il mattatore dello storico studio 54 di New York, Mall Grab, passando per Bambounou. Ci siamo fatti un po’ raccontare da Ricardo la sua vita – anche in occasione di una recente intervista con Nastro Azzurro -, la passione per il djing, i suoi progetti per il futuro e ci ha fatto un regalo per Natale: una playlist che ci ricorda le atmosfere house funk della New York degli anni 70 e che in queste feste ascoleteremo a tutto volume.
Zero – Chi è Ricardo Baez? Da dove viene e cosa fa nella vita?
Ricardo Baez – Che strano parlare in terza persona! Ricardo Baez è un dj producer italo-venezuelano.
Vive in Toscana, tra Firenze, Montecatini Terme e Pietrasanta, dove si divide tra i suoi mille interessi e impegni. La maggior parte del suo tempo lo dedica alla sua attività in studio di registrazione e al Tropical Animals, il party di cui è proprietario e direttore artistico.
Hai sempre lavorato nel mondo del clubbing underground? Come è nata questa passione per la musica e come si è sviluppata in un vero e proprio lavoro?
Non ti so dire il momento esatto in cui io ho amato la musica. A casa mia c’è sempre stata, dalla mattina alla sera. Mio padre faceva le prove con il suo sax e ascoltava la sua collezione di musica soul e blues la sera appena rientrato dal lavoro, mentre la mattina mia madre mi svegliava con la tv a tutto volume che trasmetteva i video musicali di MTV e mentre mi accompagnava a scuola dentro la sua Vanette color oro, metteva le sue cassette (che usava per insegnare danza moderna) e le cantavamo e ballavamo. A 15 anni, comprai i primi Technics (che conservo tuttora perfettamente funzionanti) e iniziai a esibirmi in camera mia con un pubblico immaginario. A 17 anni andai al Tenax e ho avuto l’onore di lavorarci un anno dopo (e per gli anni a seguire) come pr, ballerino (sì ballerino) e – la più grossa soddisfazione – anche come dj. Finita l’esperienza al Tenax iniziai a mettere i dischi in alcuni disco-pub di Firenze, per poi approdare con il Tropical Animals e le produzioni, a palcoscenici più importanti fino a farlo diventare il mio lavoro principale.
Parliamo di Tropical Animals: cosa fate, chi siete, come è nata questa idea?
Tropical Animals, nasce nel 2010 con la voglia di esprimere libertà. Nelle vesti, nei pensieri, nei gusti e racchiuderli in un contenitore dove potersi confrontare, migliorare e crescere insieme. Inizialmente e musicalmente parlando, ci siamo legati a tutti quei suoni che ci facevano emozionare: dalla house alla disco, dall’elettro al rock, senza avere nessun genere prestabilito. Ad oggi manteniamo quella idea e cerchiamo di orientarci su un suono più maturo e che ci rappresenta di più, che varia dalla house alla techno passando per la disco, ospitando per la maggior parte artisti nazionali e internazionali di ricerca (ancora non troppo conosciuti), e che reputiamo siano gli artisti del futuro, oltre a grandi guest che regaliamo periodicamente ai nostri fedelissimi clienti, senza pero mai disdegnare le nostre serate con i resident djs. Siamo uno staff di 15 persone dove tutti hanno un loro compito ben preciso. Ci siamo strutturati in modo più aziendale, ma questo non distrugge l’idea di famiglia e di “branco” che ci contraddistingue. La nostra casa è il Club 21, uno dei locali storici di Firenze, posizionato accanto piazza della Signoria è una delle prime discoteche sorte in città.
Che tipo di clubbing culture cercate di proporre? Chi sono i vostri ospiti?
Cerchiamo il più possibile di portare quasi tutti artisti che si esibiscono per la prima volta in Italia. Che possono avere quell’entusiasmo e quella freschezza che difficilmente si può trovare in un dj che fa tre o quattro serate a settimana. Alterniamo quest’ultimi ad artisti molto famosi, che crediamo siano degni di nota per il loro percorso e per le sonorità che propongono, mai scontate e sempre qualitativamente alte. Il nostro tipo di clubbing è “continuativo”, diamo un punto di riferimento settimanale ad ogni cliente, una casa dove ritrovarsi, un rifugio dove mettere da parte lo stress e divertirsi ascoltando una proposta musicale diversa dalle offerte più mainstream. I nostri clienti dopo 7 anni si fidano e si aggiornano sulla nostra programmazione musicale e sono in prima linea per sentire sia i resident djs che l’ospite.
Chi esce di giovedì (un giorno non facilissimo per una città come la nostra) viene per ascoltare la musica.
Come risponde Firenze alle vostre serate? E più in generale qual è il panorama attuale per la scena clubbing? È cambiata Firenze negli anni?
Quest’anno siamo positivamente colpiti dalla risposta di Firenze alla nostra serata. Ovviamente in 7 anni ci sono stati più di un cambio generazionale, ma il clubbing è anche questo e la cosa più difficile è spesso cercare di far capire a tutte le persone nuove che si avvicinano al nostro mondo qual è la nostra filosofia, da dove veniamo e cosa facciamo. Firenze ad oggi è una città per quanto mi riguarda molto ricettiva.
Nel corso degli anni siamo rimasti solo in due organizzazioni a fare un party continuativo. Le altre organizzazioni hanno deciso di diventare delle one night e di fare eventi mensili. Non so qual è la scelta più giusta in questo periodo storico, ma la strada per arrivare a 7 anni di party settimanali non è stata facile. Credo comunque che con coerenza e tanto lavoro si possono raccogliere i frutti non solo oggi ma anche nel prossimo futuro.
Progetti per il futuro?
Continueremo ad offrire il meglio della musica alternativa e indipendente con dei bellissimi nomi che abbiamo già chiuso per la seconda parte della stagione.
Ci stiamo preparando agli eventi di Pitti Immagine Uomo che ogni anno si moltiplicano (con nostro enorme piacere) e ci prepariamo a un collaborazione con un importante brand di moda, che ci ha chiesto di fare una piccola capsule di abbigliamento Tropical Animals.
A lungo termine abbiamo moltissimi progetti in ballo che vedrete molto presto.
Visto che uno dei vostri ultimi ospiti è stato il re dello Studio 54 Nicky Siano, ci potresti regalare una playlist che ci ricorda gli anni e ci fa sentire lo spirito dello New York di quegli anni?