In occasione della sua scomparsa ricordiamo il „grande giullare“ che, dal premio Nobel alla ventilata candidatura a sindaco di Milano (sfumata dopo la sconfitta alle primarie dell’Unione il 29 gennaio 2006), passando per il teatro e financo la televisione, ha cavalcato due secoli di cultura. Lo facciamo con due interviste che rilasciò a Zero, all’allora collaboratore Tyler Durden, oggi più noto come Fountain of Chaos.
2005
Incontriamo Dario Fo. Premio Nobel per la letteratura «perché ha fustigato i potenti, restituendo dignità agli umili»; si candida a sindaco per Milano.
ZERO – Ambiente. Forse la priorità, in questa città ridotta a Babilonia arrogante che affoga nel veleno. Qual è la strategia Fo?
Dario Fo – Io guardo all’estero. Londra innanzitutto. Stanno facendo grandi cose, finalmente i londinesi stanno tornando a respirare, a usare le biciclette. Anche noi possiamo vivere meglio. Non possiamo più permettere che i nostri bambini siano ridotti ad avere polmoni da settantenni, non possiamo più permettere all’inquinamento di fare 1300 morti l’anno. Blocchiamo il traffico, utilizziamo biocombustibili, rivoluzioniamo davvero la rete del trasporto pubblico
Lei parla di fare, agire, lei dice di non essere un moderato. Da qualche parte nel Vangelo anche il vecchio Jesus dice: «i tiepidi li vomiterò». Che cosa significa non essere moderato?
Avere coraggio. Per cambiare davvero le cose serve coraggio; parlavamo del trasporto pubblico, ora è un baraccone inefficiente, i „modernissimi“ jumbo sono da buttare, l’azienda che li produceva è fallita, non ci sono neanche più i pezzi di ricambio: al moderato questo stato di cose va bene, a me no
Sono terribilmente spaventato da chi fa del cattolicesimo un dogma, da chi dice che il miglior modo di non contrarre l’hiv sia non fare l’amore. Secondo me queste persone sono i discendenti di coloro che misero i mutandoni al capolavoro di Michelangelo…
Certo, è vero. Però attenzione, queste forme di ignoranza ottusa non sono di tutti i cattolici. Tempo fa feci una satira su Bonifacio VIII, il Papa che inchiodava per la lingua chi sparlava di lui: fui scacciato dalla tv, un anatema venne lanciato contro di me… Poi la commissione dei vescovi incaricata di analizzare la mia satira ne rise a crepapelle, in una sorta di contrappasso
La città è piena di palazzoni orribili, che neanche il deposito dei dollari di Paperon de‘ Paperoni. La mia soluzione sarebbe il tritolo, lei ha qualche idea più civile?
Dobbiamo impedire che la strategia urbanistica sia monopolio delle lobby del cemento. Loro pensano al proprio interesse, che quasi mai coincide con quello dei cittadini. Salviamo il poco verde che abbiamo, è un bene prezioso, il bosco di Gioia è stato raso al suolo e al suo posto sorgerà un groviglio informe di palazzi e grattacieli, circa 1 milione di metri cubi di fabbricato. Una mostruosità
Come nella peggior tradizione di ogni campagna elettorale ci sarà chi scaverà nel suo passato alla ricerca di particolari imbarazzanti, ombre. Può sussurrarci qualcosa che teme?
Mi aspetto di tutto, è sempre stato così, ma io non li temo, ormai sono grande.
2006
Un Don Chisciotte è caduto. Lancia in resta, Fo si è gettato nella pugna, ma i sogni non sempre diventano realtà. Non lo avremo come sindaco di Milano. Ci rimane l’artista che fa ridere e pensare.
Lo abbiamo incontrato.
ZERO – I ragazzi di oggi sono cresciuti in un mondo opulento, che li vizia e li seduce. Si è creato un circolo vizioso tra società e trash tv, una spirale verso il basso che ha generato tanti Pollicini smarriti. I ragazzi torneranno a sognare?
Sono ottimista per il futuro: in questi giorni ho incontrato tanti giovani, ragazzi della tua età che rifiutano i modelli loro imposti, che non accettano le ingiustizie, che vogliono cambiare le cose. Alla manifestazione in memoria della strage di piazza Fontana le strade erano invase da studenti con i loro cartelloni coloratissimi, con le bandiere, per non dimenticare le tragedie del passato e per combattere quelle del presente
Lei il grande passo lo ha fatto, si è candidato. Ci dà una mano a convincere Beppe Grillo a fare altrettanto per le nazionali? Per Prodi immaginerei piuttosto un futuro da apicoltore o da numismatico…
Penso sia impossibile. Grillo odia la politica, le sue regole, le sue macchinazioni, non sopporta il puzzo emanato dal palazzo. Anch’io odio la politica, ma Milano è insopportabile, invivibile, e io penso di poter fare qualcosa di buono. Milano e l’Italia hanno energie sopite che dobbiamo risvegliare, gli altri paesi lo stanno facendo, non possiamo rimanere indietro
Un Nobel suo collega, un certo Albert Einstein, ha detto «imagination is more important than knowledge»…
Sì, bellissimo, non esiste arte senza immaginazione, non esiste progresso senza immaginazione, non esistono scoperte, avanzamento… l’intera storia dell’Umanità, con le sue luci e le sue ombre, si snoda lungo il tracciato invisibile del sogno. Perdere la capacità di fantasticare e di superarsi è perdere qualcosa proprio dell’Uomo, è perdere quella scintilla vitale che sta alla base del nostro futuro. Ecco, i nostri politici non solo non hanno „imagination“, ma neppure „knowledge“
Nelle strade sono ricomparse le titanografie del nostro giovane premier. Lui ci riprova a fare il pifferaio di Hamelin. Secondo lei i topini cosa faranno questa volta?
Silvio Berlusconi è il più grande bugiardo che conosca. Abilissimo, non c’ è dubbio, ma questa volta la sua faccia tosta non lo salverà di nuovo. Lui ha provato a vendere un prodotto, cioè se stesso; c’è riuscito, certo, ma ora tutti hanno provato il prodotto, lo hanno testato e si sono resi conto che è scadente. È l’effetto boomerang che lo condanna