Ogni tanto capita nel mezzo del cammin‘ di nostra vita di ritrovarsi in qualche situazione casalinga che ha subito il sapore del mitologico: un incrociarsi di flussi e vibrazioni che trasforma un’abitazione in un punto di ritrovo, dove magari capita di divertirsi e di incontrare più persone che uscendo fuori. Spesso succede negli anni universitari, ma le alchimie più adulte non mancano di certo. Marco Falabella e Gian Luca Cogliati sono riusciti a ricreare questo mood in un piccolo club al Pigneto, dove la musica live, spesso in versione solo/unplugged, e la stand-up vanno di pari passo. In questi pochi metri quadrati sono passati, frequentemente in modalità “secret”, persone che ora riempiono teatri e palazzetti. A dimostrare, casomai ce ne fosse ancora bisogno, che le dimensioni non contano…
Quando nasce il Pierrot Le Fou? Raccontateci cosa facevate prima e perché vi siete buttati in quest'avventura.
Il Pierrot Le Fou nasce a Via Del Boschetto (Rione Monti) nel 2012. Lavoravamo entrambi in un’enoteca e pensavamo da un po‘ di tempo di aprirci una cosa tutta nostra. Due amici avevano in gestione quel locale (ai tempi si chiamava Town House) e ci hanno proposto di unirci a loro, così abbiamo iniziato questa avventura cambiando il nome in Pierrot Le Fou, da un film di Godard.
Come vi siete imbattuti nell'attuale sede e cosa c'era prima tra le mura?
Pensavamo da tempo di spostarci al Pigneto, ci sembrava il quartiere adatto per portare avanti le nostre attività. Tra gli annunci abbiamo troviamo quello di un locale ormai chiuso (si chiamava Razzmataz) e ce ne siamo innamorati subito.
Ricordate il primo live che avete organizzato?
La prima settimana d’apertura ospitammo tre live: Lags, Chiara Monaldi e il secret show di Giancane. Fu tutto molto bello.
Nel tempo avete costruito un'identità musicalmente molto riconoscibile, inizio col chiedervi quali sono i vostri ascolti quotidiani.
Siamo entrambi molto legati alla scena indie degli anni 2000, i nostri gruppi di riferimento sono gli Strokes e i Libertines, che ancora ascoltiamo volentieri
Attualmente cosa vi piace di più del panorama nazionale?
Difficile a dirsi perché ci sono davvero tante realtà interessanti che ci piacciono molto, probabilmente al momento direi Lucio Corsi, Colombre e Marco Castello, ma anche giovani leve come Lil Kvneki e Drast.
Immagino che tanti artisti che hanno suonato da voi vi hanno contattato proponendovi del materiale: quanto tempo al giorno dedicate a questi ascolti? Cosa vi fa scattare la molla?
Ovviamente molto tempo lo dedichiamo ad ascoltare e valutare le proposte che ci arrivano, ci sono tanti cantautori e cantautrici emergenti davvero bravi e non è facile scegliere. Ci affidiamo spesso a direttori artistici che ci propongono progetti interessanti, quelli che scegliamo direttamente noi solitamente ci colpiscono per originalità e autenticità.
Ci potete raccontare di qualche concerto memorabile che avete ospitato?
L’ultimo che mi ha davvero emozionato è stato il secret show di Colombre. Sentire i suoi pezzi nudi per sola chitarra e voce è stato davvero incredibile, poi lui umanamente è una delle persone più belle con cui abbiamo collaborato.
L'atmosfera del Pierrot Le Fou è intima, da salotto: è la vostra dimensione ideale o avete il desiderio di confrontarvi con venue più grandi?
Ci è già capitato di organizzare live in strutture più grandi: la cosa ci piace, ma ci troviamo meglio nell’intimità del nostro salottino.
Parallelamente alla musica siete diventati anche un riferimento per la stand-up comedy: è anche questa una vostra passione?
Abbiamo iniziato a fare Stand Up nel 2017 con Luca Ravenna, Daniele Tinti e Stefano Rapone. Abbiamo assistito all’esplosione del fenomeno ed è stato davvero pazzesco vedere come sia cresciuto in tempi relativamente stretti. Continuiamo a farla con ottimi risultati, anche in quel campo ci sono comedian emergenti davvero talentuosi ed è un piacere per noi dargli un palco su cui esibirsi.
Come avete appena confermato, a Roma la stand-up è passata da zero a cento in pochissimi anni: come vi siete accorti che questo fenomeno stava prendendo piede? Mi piacerebbe un vostro racconto di queste primissime fasi
È stato davvero travolgente vedere come il fenomeno della stand-up sia esploso in così poco tempo. Con il nostro format „Tutta Roba Fresca“, con Luca, Daniele e Stefano, siamo passati in un annetto dal fare venti persone a quattro repliche sold out nello stesso giorno, non ce lo aspettavamo davvero. All’inizio erano in pochi a essere presenti alle serate, adesso coinvolgono un pubblico sempre più ampio anche di semplici curiosi che man mano si appassionano.
Sia per la stand-up che la musica spesso e volentieri realizzate eventi "secret"? cosa vi piace di questa modalità, cosa innesca nel pubblico e cosa negli artisti che si esibiscono?
L’idea dei secret è venuta al nostro primo direttore artistico Livio Ghilardi, è un format che utilizziamo quando ospitiamo artisti più affermati che non potremmo ospitare per questioni di capienza. La gente ormai si fida della nostra direzione e prenota a scatola chiusa, è una cosa che ci rende molto orgogliosi. All’inizio li facevamo solo musicali, ora facciamo anche spettacoli di stand-up secret con ospiti importanti.
Pierrot Le Fou si trova al Pigneto, qual è in generale il vostro rapporto con questo quartiere?
È un quartiere del quale siamo innamorati e crediamo sia il più adatto per ospitare le attività che facciamo. Ha i suoi problemi purtroppo, come tutti i quartieri, a volte ti fa incazzare, ma al momento non abbiamo intenzione di spostarci di nuovo. Siamo lì da sei anni e, periodo Covid a parte, siamo davvero soddisfatti.
Quanto vi ha aiutato essere in una zona molto fervida dal punto di vista musicale e artistico?
Molto, il target che abbiamo dato al locale si adatta perfettamente ai frequentatori del quartiere. È stimolante vedere nel nostro salottino tanti artisti e confrontarsi con loro. Sicuramente il quartiere ci ha dato una mano in questo.
Qual è la vostra rete nel quartiere?
In realtà non si è formata una rete poi così grande, c’è un rapporto di stima e rispetto con i locali di zona che però non si è tramutata in una collaborazione lavorativa.