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Le ragazze di Porta Venezia

Queer culture e girl power sotto i bastioni

quartiere Porta-Venezia

Geschrieben von Martina Di Iorio il 31 August 2020
Aggiornato il 25 Oktober 2020

Foto di Vittorio Schiavo @dearvittorio

Sfrecciano in tre sul rello di Miuccia, guidate dalla brama, mosse dall’inerzia. Più che donne leggenda, sono le ragazze di Porta Venezia. Le trovate da quattro anni al fianco di M¥SS KETA, musa e madre di questo collettivo che parla di girl power, queer culture e libertà d’espressione. La loro storia è indiscutibilmente connessa con quella del quartiere da cui prendono il loro nome, tanto da diventarne simbolo e testimonial ufficiali.

Chi ha visto il nuovo remake del video di „Le ragazze di Porta Venezia“, si è reso conto di come siano cresciute negli anni, arruolando vip e meno vip, drag insieme a persone comuni. Noi in questa intervista abbiamo scambiato due chicchiere con il nucleo originario, da dove tutto è partito: La Cha Cha, La Iban e Miuccia Panda. Tra visioni oniriche che le vedono a Montecitorio e sogni illegali di after ai Giardini Montanelli, le ragazze si svelano ai nostri occhi.

 

Da quale pianeta vengono le ragazze di Porta Venezia? Come siete atterrate qui?

Se vuoi farti una vita esiste solo Milano. Non c’è nulla fuori, un po’ come la Verona di Shakespeare.

Dove vi siete conosciute? Su qualche stella o a qualche after sotterraneo in via Lecco?

Ci siamo conosciute in un locale di streaptease che ora non esiste più, dove lavoravamo tra bauscia dal naso bianco e rapper falliti. Ci ruotavamo come stripper, bariste, rollergirls, cassiere, ed in particolare eravamo brave a ripulire i portafogli quando i clienti erano troppo fuori. In un paio d’anni avevamo messo via abbastanza soldi da scappare e tornare a comprarci gli smalti di Kiko come le ragazze qualsiasi.

Vi hanno arrestato perché siete passate con il rosso su una Lamborghini bianca. Dovete fornire il vostro identikit alla polizia.

Ma se usiamo sempre la bicicletta! E poi perdonateci ma la Lambo sempre gialla o al massimo in tre sul rello di Miuccia.

Fate finta che Le ragazze di Porta Venezia diventi inno nazionale. Siete da Barbara D’Urso e dovete spiegare come è nato. Ci parlate di questo pezzo e della sua genesi?

Non ci vedrai mai da Barbara D’Urso, grazie a dio. E se dovesse succedere, chiamate Myss e ditele di aprire quella lettera che abbiamo lasciato LEI-SA-DOVE.
Il pezzo invece è stato creato sul 9, il tram dove tempo fa passavamo ore per spostarci da Porta Venezia ad altri punti di Milano. Ci abbiamo trascorso ore perché è lentissimo, fai in tempo a finire la batteria del telefono e il libro che ti sei portato dietro che non sei ancora in Porta Romana. Osservare i passeggeri ha offerto molti spunti per la creazione del brano e dell’immaginario che lo compongono. E alla fine il brano fa da sé, non c’è più molto bisogno di spiegare che le ragazze comandano il mondo.

Quanti cuori avete infranto solo per farvi offrire da bere? Quali sono i vostri posti preferiti Porta Venezia? E soprattutto cosa bevono le ragazze?

La Miuccia ne ha infranti parecchi solo per farsi offrire vodka tonic a ruota, la Iban non accetta farsi offrire nulla, la ChaCha invece si scorda di pagare, se ne ricorda il giorno dopo e si sente in colpa. Fra i posti del cuore abbiamo forever il Love e il Rainbow.

Dove va La Iban a spendere i suoi soldi dopo aver scassinato l’ennesimo bancomat?

All’hotel Colombo con tuo marito.

Cosa fa La Chacha a fine di una lunga giornata trascorsa con i vari spasimanti?

Non so che idea abbiate della Chacha, ma l’ultimo dei suoi pensieri è passare il tempo con gli spasimanti. Più probabile trovarla a parlare con gli animali al parco (lontana dalle statue…)

E Miuccia dopo aver saccheggiato tutta Montenapo? Dove si va a rilassare in Porta Venezia?

Allo Shisha bar Joy Grill a contare i soldi e fare scommesse sulle corse di scooter clandestine in Buenos Aires con gli arabi.

Se poteste scegliere qualsiasi posto dove fare un after tutto vostro qui a Porta Venezia, dove lo fareste? Perché? Come sarebbe?

Ai Bastioni, foderati di casse e usati come cubi, un orario indefinito tra le 3am e le 3pm. Parco di Porta Venezia come area chill. Dark room all’osservatorio, e Museo della scienza per i trip più ricercati.

L’avventura più scabrosa, maliziosa, peccaminosa che vi sia capitata a Porta Venezia?

Quella che succederà nel prossimo week end, domenica mattina, ore 7.20, via Melzo 34. Vi aspettiamo!

Lady Gaga vuole le ragazze di Porta Venezia in un nuovo video di Chromatica. Dove la portate a mangiare per festeggiare?

La Germanotta quando è in Italia vuole mangiare italiano. Non esiste che non si scofani una bella pizza da Geppo, o una cotoletta alla macelleria Pellegrini. Ha pure il conto aperto da Sabbioneda in Tadino.
Però, se dobbiamo confessarvi, il nostro rendez-vou del cuore è da Giannino L’angolo d’Abruzzo, dove ha shadeato Madonna mangiando la bellezza di 42 arrosticini nella stessa sera. La Veronica non l’ha presa molto bene, e infatti non è più tornata.

Ora torniamo serie: progetti per il futuro? Dove vi incontreremo tra 10, 30, 50 anni?

Tra Palazzo Marino, Montecitorio e il Quirinale. In ogni caso sempre assieme con M¥SS e Motel.

Nel vostro manifesto, che consigli ci troverei dentro per essere all’altezza del ruolo di ragazza di Porta Venezia? Cosa dovrei fare, essere, come dovrei comportarmi?

Non è un privilegio essere una ragazza di Porta Venezia, non ci sono regole per esserlo. Ognuno di noi non può essere nient’altro che se stesso, e questo va bene, chiunque tu sia. Possiamo però dire che secondo noi una ragazza di Porta Venezia deve sempre far sentire la propria voce, non si lascia intimidire, si ribella all’oppressione, in tutte le sue forme. Keep fighting!