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Nozoo

Il sabato del Goa compie 10 anni, ci siamo fatti raccontare il suo passato e il suo futuro.

Geschrieben von Nicola Gerundino il 6 November 2019
Aggiornato il 11 November 2019

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In un mondo musicale in cui spostarsi da una città all’altra – che sia nello Stivale o in Europa poco importa – rincorrendo eventoni e festival è ormai un abitudine consolidata, c’è ancora chi fa le cose alla vecchia maniera e ogni weekend che Dio manda in terra è lì alle porte di un club a tirare su la propria serata. A Roma non sono rimasti in molti ad avere ancora il mito del „posto fisso“ nell’intrattenimento, spesso e volentieri per mancanza di identità e di idee. Tutte caratteristiche che di certo non mancano a Nozoo, che in questo 2019 festeggia i 10 anni di attività, saldamente ancorati al sabato del Goa Club di Via Libetta. In questa intervista ci siamo fatti raccontare passato e presente, dando anche una sbirciata alla borsa dei dischi e ai progetti futuri.

 

Iniziamo con una “confessione”: dieci anni fa avreste mai immaginato che il vostro percorso sarebbe durato così tanto?

No… Per noi all’inizio era soltanto un gioco e un modo per affrontare il weekend insieme ai nostri amici. Con il passare del tempo la passione per il clubbing e per la musica è aumentata e pian piano è diventata una ragione di vita. E sopratutto un lavoro a tempo pieno per tutti noi.

Guardandolo ora, qual è il vostro pensiero rispetto a questo percorso?

Siamo molto soddisfatti del nostro lavoro, anche in momenti difficili non ci siamo buttati giù e abbiamo continuato a lavorare sodo per poter offrire sempre le proposte migliori.

Come siete entrati in contatto con la famiglia Goa? Eravate già frequentatori di questo club?

Sì, certo, eravamo frequentatori assidui. Poi, quasi per caso, siamo finiti all’interno di un vortice di ricambio generazionale del club e ci siamo ritrovati il sabato in mano.

Che altre serate e club frequentavate all'epoca del vostro esordio come Nozoo?

Il giovedì di Goaultrabeat è stato sempre il nostro punto di riferimento. Poi frequentavamo il Rashomon, il Vicious, il Brancalone… Insomma, dove c’era da far festa noi c’eravamo!

Vi ricordate la vostra prima serata al Goa?

Certo, è indelebile nelle nostre menti. Suonavano Guy Gerber e London FM, i nostri resident di allora. Tante emozioni… Non fu una grande serata come riscontri, ma di certo è stato l’inizio di un viaggio bellissimo, che continua da 10 anni a questa parte.

Dopo quella prima serata cosa vi siete detti? Eravate già convinti di iniziare un percorso a cadenza regolare?

Assolutamente no, anche perché il primo anno abbiamo faticato molto. All’inizio facevamo soltanto due sabati al mese, ma in due anni abbiamo ribaltato la situazione e abbiamo “strappato” a tutti il sabato del Goa.

C'è stato un momento in cui avevate deciso di mettere fine a Nozoo o comunque di prendervi una lunga pausa?

In 10 anni inutile dire che ci sono stati alti e bassi, ma sinceramente non abbiamo mai pensato di mollare, anche quando si diceva ovunque che il clubbing era in crisi e che stava tutto per finire.

Come vi ponete nella grande “diatriba” tra il venerdì e il sabato per fare le ore piccole? Avete scelto il sabato perché è il vostro giorno preferito?

Come detto, abbiamo iniziato e continuato a lavorare di sabato perché era l’unico giorno disponibile nel palinsesto del Goa. In quel periodo, oltretutto, era anche un giorno poco prediletto dal pubblico. Fortunatamente siamo riusciti a cambiare questo trend e ora la gente viene a ballare volentieri anche di sabato.

La decima stagione è già iniziata, ma il grosso deve ancora venire. Che artisti avete voluto chiamare e con che idea di clubbing e di suoni da far ascoltare?

Quest’anno saremo molto trasversali e ci saranno tante sorprese: tra tutte, il live degli Aux 88 e il ritorno di Move D. In programma avremo anche Francesco Del Garda, Sonja Moonear, Nicolas Lutz, Rhadoo e molti altri

Chi vi ha curato la grafica per questa decima edizione? Qual è il concept che avete scelto?

La grafica è curata da Daniele Saccardi (Ultrapulp Studio). Insieme a lui abbiamo scelto di raccontare il nostro „Manifesto“, una serie di punti, quasi di comandamenti, dove proclamiamo il nostro credo, la nostra passione e la visione che cerchiamo di trasmettere da 10 anni. La tecnica delle illustrazioni è vettoriale, a mano libera, con il supporto di una tavoletta grafica. Lo stile è influenzato dal punk, dalla Beat Generation e dai vecchi poster sovietici.

Com'è la vostra settimana tipo? Spesso chi va a una serata non si rende conto del grande lavoro che c'è dietro

È vero, se ne accorgono in pochi e per questo siamo felici di rispondere. Purtroppo tanti non sanno che dietro ogni nostro party c’è un lungo lavoro di ricerca e selezione e le line up escono fuori solo dopo lunghi scambi di idee tra noi e il nostro team. Trascorriamo tutta la settimana in ufficio e quando possiamo viaggiamo: inutile dire che proprio i viaggi sono la maggior fonte di ispirazione per il nostro lavoro.

Invece che supportarsi a vicenda, sembra ormai che i club e i festival siano entrati in competizione e che i secondi stiano avendo la meglio. Secondo voi è così? Il clubbing, quello da appuntamento settimanale, sta affrontando un momento di crisi?

Noi crediamo fortemente che i festival siano importanti quanto i club, l’unica differenza è che il club ha una proposta più ampia e in un club puoi essere davvero chi vuoi. Un festival, invece, è più dispersivo. A prosito di festival, c’è qualcosa che sta bollendo in pentola, ma non diciamo di più…

Una domanda simile la faccio rispetto ai dj ospiti. Per ogni vostra serata ci sono dj – e quindi suoni – diversi, un discorso quindi ben preciso sia dal punto di vista artistico che musicale, Come si sopravvive in un ambiente dove spesso la "concorrenza" è rappresentata da selezioni facilone e generaliste?

Noi facciamo il nostro senza pensare agli altri: rispettiamo tutti. Poi è ovvio che ognuno ha una propria idea. Detto questo, se siamo ancora qui dopo 10 anni vuol dire che la nostra ancora funziona!

Qual è il vostro giudizio sul clubbing, sia a Roma che in Italia?

È rimasto poco e questo, purtroppo, è un dato di fatto. Oltretutto sono nate tante realtà che propongono dj set facili, senza un biglietto d’entrata e senza una precisa idea. Noi però continuiamo a credere in quello che facciamo e chi viene da noi ha la certezza che il costo del biglietto è rapportato al lavoro e alla proposta.

Chiudiamo con giocando un po' sul numero 10: quali sono i vostri 10 dj preferiti?

Ricardo Villalobos, Zip, Rhadoo, Giancarlino, Matthew Herbert, Francesco Del Garda, Margaret Dygas, Donato Dozzy, Baby Ford, Dj Koze.

I vostri 10 album preferiti?

AA.VV. – „We out There“, Helios – „Ayres“, Tim Hecker- „The Ravedeath 1972“, Aphex twin – „Selected Ambient Works 85-92“, Kraftwerk – „The Man-Machine“, Ricardo Villalobos – „Alcachofa“, Elecktrokids ‎– „Elektroworld“, The Other People Place ‎– „Lifestyles Of The Laptop Café“, Matthew Herbert – „Around The House“, Howie B. Vs Casino Royale – „Not In The Face: Reale Dub Version“.

I 10 brani che passereste in ogni dj set?

Margaret Dygas – „Frankly“, DMX Krew – „Spiritual Machines“, So Ingawa – „Logo Queen“, Ricardo Villalobos – „Dexter“, Dj Qu – „Mixing Room“, Carl Craig – At Les (Christian Smith’s Hypnotica Remix), Michal Ho – „Takeaway (Rhadoo Remix)“, Junior Boys – „Like A Child (Carl Craig Remix)“, Raresh – „Vivaltu (Petre Inspirescu Remix)“

 

Contenuto pubblicato su ZeroRoma - 2019-11-16