Mentre tutti in Italia hanno la valigia pronta per andare a cercare fortuna all’agognato estero, ci sono due ragazzi francesi che 10 anni fa hanno fatto il percorso inverso e si sono messi addirittura a lavorare con la musica in città qui a Roma. In occasione del Paris Rockin‘ Festival che Nicolas e Romain hanno organizzato qui a Roma, a Castel Sant’Angelo e in una secret location, abbiamo deciso di fare due chiacchiere con loro, approfittando del loro giudizio ancora sostanzialmente esterno per parlare dei pregi e dei difetti alla città, con un occhio anche a come viene da loro vissuta.
Come vi chiamate e quando siete nati?
Nicolas Tenu: Nicolas Tenu, nato in Francia nel 1984.
Romain Coard: Romain Coard, nato a Roma nel 1984 e cresciuto a Parigi
Quando avete iniziato ad appassionarvi alla musica?
NT Molto presto, ascoltando i dischi di mio padre, poi iniziando a suonare la chitarra all’età di 6 anni.
RC Durante l’adolescenza. Il mio primo amore musicale è stato l’hip hop, in particolare quello francese.
C’è stato un concerto o un musicista in particolare che vi ha fatto scatenare questa passione?
NT La prima vera passione è nata probabilmente ascoltando jazz: è la prima musica che mi ha veramente colpito.
RC Anche se è difficile scegliere un solo artista, direi probabilmente il gruppo IAM con il disco l’L’École du micro d’argent“.
Vi ricordate il primo concerto dove siete andati?
NT Non so se è stato effettivamente il primo, ma il ricordo che mi viene è un concerto di Dire Straits a Parigi, dovevo avere 10 o 11 anni.
RC Non mi ricordo il primo concerto dove sono andato, ma mi ricordo il primo biglietto che ho comprato: era per i Culture, un fantastico gruppo reggae giamaicano.
Quando vi siete trasferiti a Roma?
NT Mi sono trasferito a Roma a fine 2006, dopo aver fatto un Erasmus a Roma di sei mesi nel 2005.
RC Abbiamo fatto l’Erasmus insieme e appena laureati siamo tornati a Roma. Io qualche mese dopo Nicolas, nel 2007.
Com’è stato il primo impatto con la città?
NT Il primo impatto è stato buono, ci sono tante belle cose che non ci sono a Parigi. E viceversa.
RC Ho sempre avuto un sentimento di familiarità con Roma, la mia città natale. I primi mesi, sono rimasto colpito dalla „dolce vita“, che pensavo fosse solo un film prima di viverla.
Il primo che avete organizzato qua a Roma invece? Com’è andato?
NT & RC Il primo concerto che abbiamo organizzato a Roma è stato quello di Spleen al Dimmidisì a San Lorenzo (gennaio 2009). Non è stato l’ultimo concerto quindi è andato bene!
Per Roma è molto inusuale che ci siano degli organizzatori di eventi che vengono dall’estero, anzi, forse siete gli unici che ormai operate in città con regolarità: com’è stato il vostro impatto con il mondo degli eventi della città? Come lo giudicate?
NT & RC È un mondo molto piccolo, ma fatto di persone appassionate. Soprattutto è un mondo aperto. Quando abbiamo iniziato non era detto che saremmo riusciti a farci accettare e a trovare il nostro posto: eravamo 2 francesi di 22 anni appena sbarcati a Roma, ma tanti si sono fidati di noi. Dopo 8 anni in quest’ambiante, pensiamo che l’unico peccato sia a volte un po’ troppo di gelosia/invidia/concorrenza. Con un po’ di coordinamento e più collaborazioni si potrebbero fare grandi cose.
Ci sono state delle istituzioni, francesi e non, con cui avete collaborato o collaborate tutt’ora? Il loro supporto per voi è stato importante?
NT & RC Sì, collaboriamo dall’inizio con le istituzioni francesi in Italia, tra cui sopratutto l’Ambasciata di Francia e l’Institut Français Italia, che ci hanno sempre sostenuto nei nostri diversi progetti. Questo supporto ci ha sempre aiutato ad avere una certa credibilità con gli operatori italiani e francesi.
Parlando del Festival che ci sarà adesso a luglio: come nasce l’idea e la scelte delle location? Raccontateci anche un po‘ degli artisti che vedremo, visto che molti sono nomi freschi del panorama francese.
NT & RC Abbiamo sempre voluto proporre al pubblico delle location originali e diverse. Quest’anno volevamo provare di avere delle location nuove per questo tipo di proposte musicali: è il caso della Secret location (un palazzo storico mai aperto al pubblico) e con il parco che circonda il Castel San’t Angelo. Proviamo ogni anno di proporre artisti nuovi (l’anno scorso Stwo, Dream Koala o Acid Arab, per esempio). Quest’anno vedremmo per la prima volta in Italia i live di FKJ, di Superpoze, di Tha Trickaz, ma anche i dj set di Joris Delacroix e Daebull, tutti talenti che si stanno confermando sulla scena francese ed internazionale.
La caratteristica di Paris Rockin è, per l’appunto, far suonare, spesso per la prima volta, artisti francesi qui a Roma: com’è il rapporto tra il pubblico romano e la scena francese? una volta avete detto che, nonostante il web, spesso ci vuole tempo prima che un’artista venga conosciuto e accolto positivamente anche da queste parti.
NT & RC Il rapporto tra il pubblico romano e la scena francese è buono, ma è anche vero che serve tempo agli artisti francesi per farsi conoscere. È una dinamica normale, ma ci ritroviamo a volte con delle grandi differenze tra le richieste di cachet degli artisti francesi e la loro notorietà in Italia. Questo è anche dovuto al fatto che la scena francese è abbastanza ricca, sia al livello artistico che a livello di strutture (club e festival) che permettono le esibizioni degli artisti e di sostegno da parte delle istituzioni locali. I giovani artisti francesi hanno modo di suonare in tanti luoghi, città e festival per farsi conoscere e quindi ci ritroviamo a volte con degli artisti già headliner di festival, ma che non hanno mai suonato in Italia (e quindi quasi sconosciuti) e ci chiedono dei cachet che non sono in linea con le possibilità di Roma. Per riuscire ad adeguare offerta e domanda serve fare un importante lavoro di promozione. Alle volte ci troviamo di fronte ad artisti che vanno molto bene in Italia, ma che hanno più difficoltà in Francia: è raro ma succede.
Parigi, da cui prendete il nome, ha, come avete appena confermato, un’attività musicale e anche un’offerta di locali decisamente superiore a Roma. È difficile fare un confronto tra le due città, ma proviamoci lo stesso: quali sono secondo voi i pregi e i difetti principali dell’una e dell’altra?
NT & RC A Parigi il problema è che l’offerta è quasi troppo larga, e quindi diventa anche difficile orientarsi in tutta questa varietà di concerti. A Roma, invece, l’offerta è meno importante, ma si tende a concentrare sempre nello stesso periodo dell’anno (maggio-luglio). La cosa più bella di Parigi rispetto a Roma sono gli orari, i concerti iniziano alle 19:30, quindi la gente ci va quando esce dal lavoro (tutti i giorni della settimana) e torna a casa tra le 22:00 e le 23:00. Questo sistema (che funziona) permette di avere una vera offerta di qualità anche in settimana. Il maggiore problema di Parigi sono i prezzi, elevatissimi. A Roma, l’offerta, invece, è troppo limitata per una capitale europea, ma i prezzi dei biglietti sono ragionevoli (il più delle volte). È importante mantenere la musica accessibile a un pubblico il più grande possibile, anche se questo a volte limita le possibilità per gli organizzatori.
Cosa manca a Roma per essere un riferimento come altri grandi città?
NT & RC Servirebbe una semplificazione e un sostegno maggiore dalle istituzioni italiani per permettere a luoghi storici (e non solo) di potere essere utilizzati per svolgerci attività culturali. Roma è probabilmente la capitale con il maggior numero di luoghi storici, ma ha anche il record di luoghi mai aperti o inutilizzati per iniziative culturali. Tutta la sfida di Roma è di mettere alcuni di questi luoghi a disposizione (o di semplificarne il processo di apertura) di organizzatori che vogliano farci eventi di portata nazionale e internazionale. C’è anche un problema geografico a Roma, non ci sono club o sale di concerti dove invitare guests importanti nel centro storico.
Cosa ha in più invece?
NT & RC Il potenziale di Roma è infinito tra posti storici ed ex posti industriali, con un po più di volontà politica e di organizzazione Roma potrebbe diventare la capitale europea della cultura in senso ampio: non solo quella dei musei e monumenti, ma anche quella dei giovani, della musica, dell’arte contemporaneo e dell’innovazione.
Il concerto migliore che avete visto a Roma da quando siete qui?
RC Gil Scott Heron a Dissonanze: una leggenda.
NT Chilly Gonzales (Auditorium), Gonjasufi + Gil Scott Heron (Dissonanze).
L’artista che siete più orgogliosi di aver fatto suonare qui a Roma?
RC Rone, perché in più di essere un genio è una persona molto umile. Poi quando l’abbiamo invitato per la prima volta nessuno lo conosceva. Ormai gira dappertutto, in tutti festival : Coachella, Sónar, Les Nuits Sonores.
NT Tutti.
Un luogo di Roma dove vi piacerebbe organizzare un live prima o poi?
RC Nella basilica di San Pietro, al Palazzo Farnese, sul ponte sopra via Giulia, a Termini. Se dobbiamo essere più realistici? In posti nascosti che non abbiamo ancora scoperto.
NT Colosseo e sotterranei di Palazzo Farnese.
Il vostro scorcio preferito della città invece?
RC Di giorno Garbatella vecchia, per sentirsi come Nanni Moretti in Caro Diario. Alle cinque del mattino le vie pedonali vuote del centro storico
NT Mi piace il vuoto assoluto del Quadraro o di Garbatella nel pomeriggio in piena estate.
Dove vi piace andare a Roma quando non siete impegnati con il lavoro?
RC Al chiostro del Bramante per le mostre o semplicemente per apprezzarne l’architettura e nei molti parchi di Roma.
NT Alla Gnam per ascoltare il silenzio.
Dove comprate i dischi a Roma?
RCMi vergogno un po’ ad ammetterlo, ma non vado più nei negozi di dischi: faccio tutto online. Ho perso il rapporto all’oggetto, mi manca un po‘ effettivamente e vorrei tornare al vinile per sentire i miei classici.
NT Purtroppo neanche io non compro più i dischi.
Un ristorante che frequentate spesso?
RC Da Augusto a Trastevere per la semplicità, Primo al Pigneto per l’agnello e al Cul de Sac per il nome.
NT Grandma Bistrot e la Casa del Cinema per il brunch.
Un che frequentate spesso?
RC Il San Calisto a Trastevere e il Bar dei Brutti a San Lorenzo.
NT Il bar di casa mia.
5 artisti francesi che ancora non conosciamo ma che faranno strada nei prossimi anni?
RC FKJ e Superpoze, che si esibiranno per la prima volta in Italia al festival, Fakear e le sorelle gemelle Ibeyi.
NTAnche io direi FKJ e Superpoze, aggiungerei Thylacine e Kartell che sono della stessa generazione.
Cinque artisti italiani che avete imparato ad apprezzare stando qui in Italia?
RC Tale of Us, Massimo Voci, Adriano Celentano, Paolo Sorrentino.
NT Populous e Indian Wells per la musica, poi e tutta l’arte contemporanea italiana, dagli anni 50 ad oggi.
I vostri cinque artisti preferiti di sempre?
RC È tosta questa domanda! Impossibile ritenerne solo cinque, ma ci provo lo stesso. Senza ordine particolare: The Roots, Sixto Rodriguez, Groundation, Rone, Nina Simone. Ne ho tanti altri in testa, ma mi fermo qua, probabilmente se me li richiedi domani ti rispondo con altri nomi.
NT Miles Davis, John Coltrane, Johnny Cash, Frank Zappa, Serge Gainsbourg.