L’innovazione la fiuta, la sperimenta e poi la racconta, come una specie di Piero Angela dell’ICT. Nel frattempo fa tante altre cose tipo insegnare Web Design e Web Marketing allo IED, curare Zot4Slot, un blog che parla di slotcar (che poi sarebbero i modelli in scala di auto sportive) e occuparsi di Social Media Strategy per la società di comunicazione Time To Net. È un innovatore di Milano, perché chi intravede le novità, le testa, si innamora per poi vederle tramontare superate dall’ennesima novità rivoluzionaria, ci porta un pezzettino avanti. E a Milano di gente così c’è sempre un gran bisogno.
ZERO – ICT Specialist è uno di quei nomi fighi e un po‘ fumosi. Nel tuo caso, però c’azzecca. Io ti definirei ICT Explorer. Ti piace?
Stefano Lazzari – Sì, io dico sempre: „Fa fine, e non impegna!“. Diciamo che da sempre mi sono dedicato ad esplorare i confini delle tecnologie molto prima di quando arrivano nella nostra realtà quotidiana. Avere lo sguardo lungo è un privilegio dei pionieri, nel bene e nel male. La definizione di Explorer ci sta, devo dirti poi che in qualche modo già esisteva e me ne ero appropriato. I Trailblazer, tracciatori di piste, erano i trapper che guidavano alla loro meta le carovane di pionieri nelle gradi praterie dell’ovest. Se dovessi dire a chi mi ispiro, ti direi proprio a loro. Penso alle tecnologie come ad una prateria in cui le strade non esistono ed è compito nostro disegnarle. È bellissimo.
Solo per un attimo faccio la seria. Nel tuo percorso c’è un elemento che ricorre ed è la varietà. L’ultima che ti sei inventato è un blog sulle slot car. Che poi, vien da dire, alzi la mano chi sa cosa sono. E invece…
È un esempio classico di curva dell’Hype. Se qualcosa non è sotto la luce dei media, ecco che questa cosa scompare. Ci sono tecnologie, intere culture che come fiumi carsici si inabissano sotto la superficie rimanendo vitali anche se non visibili ai più. Le slotcar? Sono le autopiste elettriche, ogni babyboomers sa cosa sono come sanno cos’è il sole o la luna.
Ok, mi hai beccato: non sono una baby boomer. Scusa, ti ho interrotto. Parliamo di slotcar.
Sono state per vent’anni un gioco appassionante, poi la tecnologia dei videogame ha portato tutto nel monitor, spazzando tutte le altre esperienze di gioco. Oggi che la fisicità sta tornando ad avere un ruolo importante nell’esperienza di gioco, stanno tornando alla luce. Il gioco è un rivelatore di tendenze straordinario, il mediatore magico fra l’immaginario e la realtà. Ecco perchè mi interessa così tanto.
Allora giochiamo a fare archeologia del web. La cosa più assurda che ti è successa in rete quando la rete era davvero di pochi.
Si chiamava urulette. Il web era appena nato, da poche settimane la fibra arrivava nelle case e tramite un modem si proiettavano sugli schermi dei monitor pagine di testo, separati da righe, qualche foto allineata a destra o a sinistra, l’html erano quattro tag in croce. Google non si era neppure immaginato.
Come facevi a sapere che indirizzi esistevano? Come potevi navigare?
Urulette, che è un incrocio fra URL (Unicum Resource Locator) e roulette, ti „sparava“ assolutamente a caso in siti universitari, centri di ricerca, pagine personali, quello che trovava, ed era poca roba. Ma ci abbiamo passato le notti, ad entusiasmarci di cose che oggi sarebbero considerate e dir poco patetiche…
L’altro giorno mi mostravi Ingress, quel videogame in realtà aumentata per mobile che trasforma i luoghi veri della città in portali da conquistare. Insomma, spiegamela bene.
Ecco, Ingress è esattamente dall’altra parte della barricata tecnologica: è moderno, geniale e sfrutta la tecnologia con grande parsimonia remixando l’esistente. In poche parole il gioco vede il contrapporsi di due fazioni, gli Illuminati e la Resistenza, nel controllo di una energia misteriosa, la Exotic Matter, che sgorga come fontane di luce nelle città, nelle campagne e in ogni dove. Queste fontane non sono altro che la geolocalizzazione sulla mappa di Google di qualunque cosa possa essere fotografata: un murales, una chiesa, un monumento. Grazie alla mappa di Google sai dove sono e il tuo compito come giocatore è catturarle, difenderle o predarle ai tuoi competitor. Si gioca nelle strade e nelle piazze e coinvolge in gradi convention giocatori da tutto il mondo. A Milano è stato qualche mese fa, fra poco sono a Vienna. Vuoi unirti a noi? Ma scegli bene la tua fazione.
Mhhh, ora ci penso. E invece che mi dici di Facebook Business?
Beh, qui è tutt’altro. Diciamo che Facebook è per le persone quello che Google è per le cose. Facebook e Google sono la rappresentazione pratica dell’ecumene digitale, la metafisica del mondo. Scherzo, ma mica tanto. Facebook Business serve per gestire risorse, persone, pagine, account pubblicitari, uno strumento indispensabile per gli editori di contenuti in rete. È attivo solo da questa estate, e tutto è ancora da scrivere.
Annusando la rete qua e là come fai sempre, hai scovato qualche pista interessante che vale la pena di tenere d’occhio? Parlo di App, ma anche di personaggi o servizi.
Guardati intorno per strada. Cosa vedi? Migliaia di oggetti vaganti o parcheggiati, le automobili. Guardale bene perché la prossima tecnologia disruptive che cambierà il nostro modo di vivere è lì da ormai da 130 anni, a breve non sarà più la stessa.
Così, a bruciapelo, dove va a bere un ICT Specialist?
Stai parlando con un impallinato della connessione: dovunque ci sia rete! Se devo farti dei nomi, posso dirti l’Atm Bar: nel tempo è diventato un punto di ritrovo di un gruppo di amici. Trovo molto stimolante anche l’Upcycle che sta dentro lo spazio di Avanzi, dove si fa (bene) innovazione sociale.