Domenica 6 marzo è tornato in scena alla Scala il Don Chisciotte di Rudolf Nureyev con la sua energia, i suoi colori, le sue danze di gitani, fandango e matadores. Ce ne parla Nicoletta Manni, giovanissima e bellissima prima ballerina del Corpo di Ballo del teatro, che interpreterà la parte di Kitri al posto di Alina Somova, attesa per le recite di apertura ma bloccata da un infortunio. La Manni, con i suoi grandi occhi marroni e il suo carisma, ci guida in questo mondo di fughe, inganni e travestimenti, ma anche nel mondo e nella vita dei ballerini del Teatro alla Scala…
ZERO: Quale è stata l’esperienza o la persona che ti ha colpito e trasmesso di più?
Sono tante le persone che mi hanno lasciato qualcosa, anche perché ho iniziato sin da piccola a ballare: devo tanto a mia mamma, che è stata la mia prima insegnante, a tutti gli insegnanti della scuola e ai maestri che ho incontrato a Berlino. Quando poi sono tornata in Scala sicuramente la persona che mi ha colpito e insegnato di più è stato il mio ex direttore, il Maestro Vaziev, che mi ha dato tutto. Mi ha introdotta e abituata a un certo tipo di lavoro cui non ero abituata: è stato importante e fondamentale per me incontrare una persona come lui.
Hai iniziato giovanissima con la danza: hai sempre saputo che sarebbe stata questa la tua strada?
Ho iniziato più per gioco, ero davvero piccolissima, avevo 2 anni e mezzo: mia mamma aveva una scuola di danza e mi portava lì perché non sapeva magari dove lasciarmi e per me è stato quasi naturale. Ho avuto un approccio prima per gioco e poi crescendo ho deciso io che avrei fatto quello nella vita. Mia mamma non mi ha mai spinta, mi ha semplicemente indirizzata nella giusta strada.
E quando sei arrivata qui in Scala la prima volta, ti saresti mai immaginata di diventare prima ballerina?
No. Fin da subito ho visto che c’era interesse da parte del direttore e dei metre, ma aspettarselo no. Ho visto che mi sono state date tante opportunità e che grazie a dio sono andate tutte piuttosto bene! Ovvio, dopo che uno ha fatto un certo percorso lo desidera. A non tutti poi capita di avere la fortuna di trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Magari si hanno le carte in regola ma non ci sono le possibilità.
Per la prima del Don Chisciotte come ti sei preparata? È un ruolo importante…
Sono molto contenta perché non era previsto che danzassi io alla prima, mentre così ho di nuovo avuto l’opportunità di ballare con Sarafanov; abbiamo già ballato insieme la scorsa stagione nel Don Chisciotte e questa volta non era prevista. Per quanto riguarda la parte, ho già danzato il ruolo in altre occasioni, è la terza volta che mi capita di fare tutto il balletto nel ruolo di Kitri, oltre al passo a due del Galà, che ho fatto in vari teatri. Qui in Scala, nel Galà degli Etoils, ho ballato con Ivan Vasiliev!
Immagino tu abbia sempre più consapevolezza e dimestichezza con la parte: cosa è cambiato dalla prima volta che l’hai ballato?
Sicuramente sì, mi sento più a mio agio ogni volta. È un balletto molto impegnativo, virtuoso, veramente ricco di tutto, completo sia di tecnica che di interpretazione. La fatica rimane sempre la stessa però, anche Sarafanov, che l’ha ballato diverse volte, conferma! Quella insomma non ci abbandona, cambia il modo di affrontarlo.
E che cosa ti piace di questo balletto?
È un balletto che va visto perché è molto molto vivo, avvincente. È un balletto di repertorio classico, a volte il pubblico lo ritiene un repertorio noioso, ormai superato, e invece è coinvolgente, anche per chi non si intende particolarmente di danza: è veramente ricco di tante situazioni diverse, divertente, ironico, non ci sono tragedie… C’è la commedia, è molto frizzante.
Oltre che con Sarafanov, ballerai anche con Coviello. Cambia tanto avere un diverso partner?
Ovviamente sì, nel senso che ogni persona ha un suo approccio ma il bello è anche quello, abituarsi a ballare con persone diverse: ognuno ti trasmette qualcosa. A me piace ballare sia con Sarafanov che con Coviello, grazie a dio mi trovo molto bene con tutti e due e ho un rapporto già consolidato con entrambi.
E ci parli un po‘ della realtà del Corpo di Ballo? Siete molto uniti?
Diciamo che mentre ero alla Scuola di Ballo ho avuto pochissime occasioni di conoscere il Corpo di Ballo. Quando sono arrivata alla scuola ho fatto qualche produzione come allieva, ad esempio nello Schiaccianoci di Nureyev ero tra i topi, però negli ultimi anni capita più spesso che i ragazzi della scuola vengano a lavorare in teatro; io non ho avuto questa opportunità, anche perché ero ancora minorenne quindi non ho vissuto il Corpo di Ballo così tanto come hanno l’opportunità di fare i ragazzi ora.
E adesso? Si è creato un bel rapporto? Uscite insieme anche dopo lo spettacolo?
Con qualcuno di loro si, in quel poco tempo che c’è!
Vi/ti capita mai di andare a ballare in discoteca?
Non amo molto andarci, se posso evito. Ogni tanto ovviamente mi capita di andarci per compleanni di amici, ma diciamo che ballo già abbastanza durante il giorno… Preferisco una cena tranquilla con gli amici.
Hai qualche altra passione oltre alla danza?
Passione in particolare no, mi piace passare, quando riesco, del tempo con la mia famiglia perché non li vedo quasi mai. Loro stanno giù a Lecce quindi torno a casa volentieri appena posso.
E a Milano come ti trovi?
Benissimo. Amo Milano fin dal primo giorno che son venuta qui. Mi ricordo che da piccolina avevo fatto l’audizione sia all’Opera di Roma che in Scala a Milano, e quest’ultima mi aveva colpita molto. Roma è una bellissima città, però non ho mai avuto dubbi: Milano.
Quali zone ti piace frequentare?
Mah, allora… Il Duomo, la Scala… A parte gli scherzi, abito in zona navigli e mi trovo molto bene. Capita che la sera, quando torno dagli spettacoli, molto spesso sia da sola e mi tranquillizza sapere che sono in una zona viva, con un sacco di movimento. Poi è bello perché se mi venisse la voglia di uscire vado sotto casa!
E dove ti piace andare?
Sono una persona che ama molto la quotidianità, per cui se trovo un posto che mi piace cerco di tornarci: ad esempio, vicino a casa mia c’è un ristorante leccese che adoro! E mi coccolano molto…
Cosa ti piace mangiare? Immagino tu debba seguire una dieta piuttosto ferrea?
Devo dire che sono abbastanza fortunata, mangio più o meno tutto, ovvio non in quantità esagerate, però sono una buongustaia!
Invidi qualcosa alle tue coetanee lontane dal mondo della danza?
Mah siamo un mondo a parte, a volte ci fanno delle domande sul mondo che sta fuori e ci accorgiamo di essere proprio in una realtà tutta nostra. Nel mondo siamo tantissimi ballerini, ma alla fine è molto piccolo il giro della danza, ci conosciamo un po‘ tutti, abbiamo le stesse abitudini e quindi ci troviamo: c’è un modo di vivere e lavorare che ci accomuna e ci fa sentire molto uniti, senza invidiare o desiderare un altro tipo di vita.
Che cos’è la Scala per te?
La Scala è tutto! È un posto in cui mi piace stare, mi sveglio la mattina e son contenta di venire a lavoro qui, la sento come casa. Anche quando vado a ballare da altre parti poi son contenta di tornare!
E qual è il ruolo che ami di più ballare?
Fin da piccola il mio balletto preferito è stato il Lago dei Cigni ed è stato anche il primo grande ruolo che ho interpretato qui alla Scala. Però devo dire che col passare del tempo, avendo avuto anche l’opportunità di ballare diversi personaggi in diversi ambienti, ho imparato ad amare anche gli altri quasi allo stesso modo. Certo, il Lago dei Cigni rimane il mio preferito, soprattutto il cigno nero, però mi piacciono tutti e mi piace molto mettermi alla prova, anche in ruoli che magari non si addicono molto al mio carattere. Mi piacciono le sfide ed è quello che secondo me mi spinge a fare sempre di più!