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Tommaso Toma

La notte vista da Tommaso Toma di Karmadrome e raccontata attraverso un identikit per il numero speciale Grande! Zero - La notte di Milano.

Geschrieben von Emanuele Zagor Treppiedi il 18 Oktober 2017

Geburtsdatum

5 Juni 1968 (56 anni)

Geburtsort

Seravezza (LU)

La voce più sexy di Radio Popolare, dj dall’epoca del brit pop/grunge e giornalista, è stato tra i primi fondatori di Rodeo Magazine.

A che ora inizia il giorno e a che ora finisce la notte? Qual è la magia che distingue la notte dal giorno?
Lo stai chiedendo a un lupo mannaro? Diventato però padre di famiglia…

La notte di Milano.
Un’occasione da non perdere. Milano mi ha permesso di esprimere il lato più esibizionista e rock’n’roll della mia personalità.

La tua prima notte folle.
Io e mio cugino sull’orlo della fine adolescenza e senza soldi a vedere un concerto di John Cale. Entrammo spacciandoci per giornalisti, due belle ragazze straniere ci offrirono tutta la sera cocktail e baci e finimmo tutti ubriachi e felici sulle amache di un hotel a parlare fino all’alba con Johnny Thunders.

Come ti prepari e come inizia la tua serata?
Tendenzialmente vesto total black con qualche accessorio in stile post punk ma mai vorrei passare per un dark, preferisco Margiela o le antiche cose cool di C’N’C. Amo anche il total white non solo in estate.

Cosa ascolti quando balli davanti allo specchio prima di uscire?
Lo faccio sempre dall’età di 10/12 anni: in fase Yang The Smiths e Roxy Music, quando sono Ying: “Deep Burnt” di Pepe Bradock o l’indimenticabile album dei Metro Area.

La vita è un party o i party aiutano a vivere?
I party aiutano a vivere quando hai il coraggio di combinare qualcosa di inaspettato e folle.

Qual è l’evento dei tuoi sogni che vorresti organizzare?
Si inizia il tardo pomeriggio sulla spiaggia con cocktail, frutta e Jonathan Richman che canta le sue strampalate canzoni, poi di notte si va in un bel bosco, per Gonzales che ci fa ridere e ci suona un intro al piano. Poi bam arriva Siouxsie e infine si balla fino al mattino con Tiga.

Cos’hai scoperto di notte e cosa sogni di scoprire ancora nella notte?
Tanta roba, da finire in un libro da leggere preferibilmente di notte.

Qual è la cosa più bella di lavorare di notte?
Suonare la musica che ami a un volume che di giorno è improponibile.

Una persona della notte che è diventata importante anche di giorno?
Charlotte, la mia compagna di vita la madre dei miei due figli.

Instagram o facebook? Stories o status?
Vis-à-vis.

La discoteca più bella di sempre?
Anni 80: il Superficie 213, a Camaiore. C’era una Cadillac a bordo pista e il pubblico era stracool, un po’ come succedeva a Milano al Plastic.

La festa più bella?
Un party fantasmagorico oramai più di un lustro fa durante il Festival di Cannes. Era a Le Palais Bulles, l’ex dimora, piena di rotondità di Pierre Cardin. Jorge Ben era in forma e suonava con alle spalle le mille luci della sera in Costa Azzurra.

Il luogo nel mondo con la “mejo” nightlife?
Oggi se giro il mondo sono interessato al giorno ma se me lo chiedevi 15 anni fa ti avrei detto Londra per posti come il The End, il Social e quei localetti sudici ma cool dell’indie rock, oppure Barcellona durante il Sonar delle prime edizioni.

Dove vai di notte quando non vuoi vedere nessuno?
Nello stato REM.