Una lingua di fuoco schiaffeggia le papille arrossate e il palato è un inferno godereccio, con diavoli che cantano e ballano. Gocce di sudore si fanno strada tra i pori e come delfini salgono a prendere una boccata d’aria. Poi un altro morso, perché il morzello, ‘u morzeddhu, si mangia piccante, non ci sono santi. La trippa da due giorni sta cuocendo in una salsa densa e rossa, l’alloro solletica i sensi, le mascelle sferrano il colpo e il sugo sgocciola dalla pitta, l’unico pane al mondo che può contenere questo ben di Dio. A Catanzaro lo sanno bene, perché il vero morzello si mangia solo qui. E per non andare in bianco, la notte la fanno rossa, le pentole si affacciano gonfie nelle stradine della città vecchia e, per pochi spiccioli, si offrono ai passanti.
Sa 29.09