E così, oltre alla ficamaschia dorata di Porco Ercole, la gastronomia toscana ci regala un’altra perla di saggezza: la pupporina. Proprio lei, non siate timidi: stiamo parlando delle grandi puppe (o poppe se preferite), quelle da cui abbiamo succhiato la vita, la cosa più bella che madre natura ha regalato al genere umano. Ma non aspettatevi una sfilata di maggiorate locali, qui la pupporina è un dolce „ovale, quasi allungato, a guisa di seno femminile“ (c’è anche una ciliegina candita come capezzolo) che si prepara con farina, uova, burro, zucchero e un pizzico di anice. Tradizionalmente le donne di Bozzano impastavano la pupporina il 24 agosto, che veniva poi portata dai loro bimbi sull’altare di San Bartolomeo (beato lui). E il tordello? È „solo“ un raviolo: ora basta con le battute.
Do 01.08 – Do 15.08