Ventidue concerti, nove prime assolute, sette prime italiane, cinque commissioni. Alla sua ventisettesima edizione, Milano Musica si conferma l’unico grande festival italiano dedicato alla musica del Novecento. Nato nel 1990 come omaggio a Boulez ma consolidato poi nel 1992 per volontà di Luciana Pestalozza (sorella di Claudio Abbado scomparsa nel 2012), in oltre 25 anni il Festival ha dato la possibilità a Milano di ascoltare preziose monografie di alcuni dei più importanti esponenti della musica contemporanea – da Edgard Varèse a Luciano Berio, da Luigi Nono a György Ligeti fino a György Kurtág, oltre a edizioni a più largo respiro. È Kurtág a ritornare da protagonista nell’edizione di quest’anno.
Il grande compositore ungherese ormai nonagenario presenta il 15 novembre in prima mondiale al Teatro alla Scala l’opera “Samuel Beckett: Fin de partie”, attesa da anni e più volte rimandata. Attorno al musicista e a Samuel Beckett si sviluppa l’intero programma secondo tre direttrici: le relazioni tra Kurtág e i musicisti del passato e suoi contemporanei, tra il compositore e le tematiche beckettiane (l’idea di fine, di voce, di parola), l’influenza di Beckett sui compositori di oggi. Tutta la città, dalla sala del Piermarini al Teatro Piccolo (con la versione teatrale di “Finale di Partita” di Glauco Mauri) fino all’Hangar Bicocca, l’Elfo Puccini e il Gerolamo, aprirà i propri spazi al Festival che in quest’edizione si propone con una veste concettuale che supera i confini della musica. Si inaugura il 21 ottobre con il concerto della Filarmonica della Scala in memoria di Luciana Pestalozza e Claudio Abbado diretto da Gergely Madaras, con György Kurtág junior al sintetizzatore e Mike Svoboda al trombone. Musiche di Dusapin, Stravinskij e naturalmente Kurtág.
Written by Alberto Bottalico