Sono quasi sicuro, anzi ne sono certo, di aver visto fino a poco tempo fa una pagina social di Lubomyr Melnyk, non ricordo su che piattaforma, che diceva «Where were you guys when I was thirty?». È un’ottima domanda e segno dei tempi, per un personaggio eccezionale che per anni è rimasto oggetto di un piccolo culto.
Un compositore che dagli anni Settanta ha inventato una rivoluzionaria tecnica pianistica, chiamata anche “kung-fu piano”, fatta di cascate di note velocissime e densissime che creano quasi dei droni da quanto poco spazio libero rimane nell’aria tra un colpo di martelletto e l’altro sulle corde del piano. Nel 1985, Melnyk ha composto e suonato quello che considero il suo capolavoro assoluto, Music for Trees, che è stato il primo disco che ho conosciuto tra i tanti che ha fatto negli anni.
Negli ultimi tre-quattro anni c’è stato un ritorno di interesse per questo singolare compositore ucraino – ormai più che sessantenne, ma ancora velocissimo sulla tastiera – e la prestigiosa Erased Tapes ha iniziato a pubblicare suoi nuovi lavori. Alla luce di questo e dei “tutto esaurito” avuti nei due concerti fatti più o meno di recente a Milano, son sicuro che tra sé e sé si sarà detto «Se aspettavate un altro po’ erano postumi, mannaggia a voi e agli Allevi. Ve lo meritate Alberto Sordi!».
Written by Onga Boring Machines