Da qualche anno a Milano e dintorni sono tornati i fantasmi. Non si vedono, altrimenti che fantasmi sarebbero, ma ci sono e lasciano finalmente tracce tangibili. Sono stati evocati da un duo di ghostbuster soprannaturali come Enrico Gabrielli e Sebastiano De Gennaro, e siccome si tratta di gente che nel dialogo col soprannaturale ha un talento innato, il richiamo ha funzionato. I fantasmi sono comparsi prima tra le nebbie della Brianza, attirati dal Bloom e da Alban Berg, ma tra la foschia e lo smog faticavano pure loro a radunarsi. Così hanno seguito l’umidità delle rogge e l’olezzo dei Navigli e sono approdati nel sud cittadino, in un luogo che all’evocazione degli spiriti deve persino il nome.
I fantasmi sono il popolo della musica contemporanea a Milano. Dove le proposte sono tante, i concerti ci sono e funzionano, si susseguono più frequenti, sono apprezzati, ma poi nessuno ne sa nulla, chi ci va non lo dice, e pure questa in tempi di sovraesposizione delle scelte personali non sembra una cattiva scelta. La nuova stagione di ContempoRarities apre all’insegna dello scontro tra l’odio e l’amore, riassunto nel concetto di “Anti Minimalismo Italiano“, ovvero una passeggiata a ritroso verso i bei tempi in cui i concerti finivano a ceffoni sugli spalti tra frange di pubblico impegnate a difendere le proprie posizioni teoriche contrapposte. Qualcosa che esisteva in epoca di fisicità, qualcosa che pareva estinto in tempi di fantasmi.
Ma fortunatamente, il presente ce lo suggerisce, i fantasmi si stanno reincarnando. Insomma, ContempoRarities è un piccolo esoterismo. Se andate per la prima volta non preoccupatevi, non dovrete sussurrare “Fidelio” (e nemmeno “Turangalîla” o “Stimmung”) all’orecchio del cassiere, ma non state nemmeno troppo tranquilli, che con i fantasmi non si sa mai. Nel dubbio, portatevi comunque un mantello e le vostre mutande migliori.
ESECUTORI di METALLO SU CARTA:
Yoko Morimyo, violino
Giovanni Volpe, violoncello
Carlotta Raponi, flauto
Enrico Gabrielli, clarinetto/sax
Damiano Afrifa, pianoforte/celesta
Sebastiano De Gennaro, percussioni
Andrew Quinn, visual
Marcello Corti, direzione
Franco Battiato (1945) L’Egitto prima delle sabbie (1978), per pianoforte
Franco Donatoni (1927-2000) Lumen (1975), per ottavino, clarinetto basso, viola, violoncello, celesta e percussioni
Paolo Castaldi (1930) Scale (1970), trascrizione per flauto, clarinetto, violino, violoncello, pianoforte e vibrafono
Giacinto Scelsi (1905-1988) L’ me Ailée (1973), per violino solo
Fulvio Caldini (1959) Synchronia in quartetto op. 80/b (2001), per clarinetto, violoncello, pianoforte e marimba
Alvin Curran (1938) Saltando in Padella (2005), for any instrument
Written by Filip J Cauz