Se in Italia c’è un artista “pop” che ha raccolto infinitamente meno rispetto a quanto seminato, quello è Riccardo Sinigallia. Dagli anni Novanta ha rappresentato un faro per la musica a Roma, contribuendo da autore e produttore prima a portare alla ribalta quella “scuola romana” orbitante intorno al Locale di piazza del Fico (Gazzè, Fabi), poi a regalarci i migliori brani dei Tiromancino e infine ad accompagnare al successo Coez e Motta.

Nel mezzo, tra il ritornello del miglior pezzo di Frankie Hi-NRG e il progetto DeProducers, Sinigallia ha anche sviluppato una carriera da solista splendida ma di nicchia e un po’ sfortunata, come quando la sua stupenda “Prima di andare via” fu esclusa da Sanremo perché già suonata live prima della kermesse. Ora che “Ciao cuore” ci ha ripresentato un cantautore in forma smagliante e lucidissimo, non facciamo l’errore di darlo per scontato un’altra volta.