Non serve aver ascoltato gli esiti su disco, questo è uno di quei casi in cui si va ampiamente sulla fiducia. Leggere uno accanto all’altro i nomi di due dei più avventurosi, eclettici e a loro modo visionari musicisti italiani non può che preludere a qualcosa di riuscito e probabilmente anche di magico. Da una parte Massimo Pupillo, bassista di quella macchina potente e per certi versi aliena di nome ZU; dall’altra Stefano Pilia, chitarrista dotato di una sensibilità unica grazie alla quale riesce a passare da progetti altamente sperimentali a contesti rock senza perdere un briciolo della sua riconoscibilità.
Non ci si stupisce a leggere che al primo incontro, dieci anni fa, Pupillo resta folgorato da Pilia, il quale nel corso degli anni viene coinvolto in alcune registrazioni degli ZU (quelle con David Tibet dei Current 93), fino a ospitare nella sua casa/studio di Bologna le session di Cortar Todo e Jhator. Le affinità elettive si trasformano in amicizia e sfociano in quello che è uno dei punti forti di entrambi, la capacità di collaborare per creare qualcosa di ancora più grande e intenso delle singole parti.
I risultati sono due: il primo si chiama Kenosis ed è un album appena uscito su Soave, il secondo si intitola Dark Night Mother, un disco e un live in forma di rito dedicato al lato oscuro della Grande Madre: «musica scarna e viscerale», dicono, dove la figura della madre emerge come archetipo generativo, anche grazie alla presenza di quattro voci femminili – Olivia Arebalo, Lucinda Mahua, Alexandra Drewchin e Sandra Canessa, ovvero due sciamane amazzoniche, una cantante newyorchese, e una pittrice di El Salvador.
Off Set ce li porta al Teatro San Leonardo, in compagnia del duo composto dalla poetessa e scrittrice Anne-James Chaton e da Andy Moor, chitarrista membro del gruppo olandese The Ex. A Bologna presentano il progetto Heretics, evocazione ai confini tra letterario e musicale di alcuni pensatori radicali.
La prenotazione è consigliata: info@off-set.org
Written by Chiara Colli