Le Dictateur aveva cambiato il passo della mondanità artistica milanese, istituendo un nuovo modo di guardare all’arte e al pensiero visivo in città. Non si capiva neanche cosa fosse di preciso, perché era nato nel 2006 come progetto editoriale per volontà di Federico Pepe e Pierpaolo Ferrari, poi nel 2009 è diventato anche spazio espositivo indipendente e nel 2012 un vero e proprio editore. Oggi, stabilitosi felicemente nella nuova sede di via Paisiello, al Futurdome, è un ecosistema con tre parti: Art Magazine, Project Space e Press. La sua vastissima produzione si basa sulla collaborazione: infatti tutte le iniziative che genera – riviste, performance, cataloghi, mostre, volumi, video – diventano la naturale documentazione di relazioni creative incrociate che ruotano attorno alle molteplici forme espressive di Pepe, che oggi guida Le Dictateur con il suo studio e con il supporto di Stefania Siani. Nella visione di Federico, ogni libro che si apre rappresenta la vita, ma ogni volta che si chiude, arriva la morte. In mezzo la vita – lunga o breve – rappresentata da pagine, pagine e ancora pagine da sfogliare, guardare, toccare, scrivere, leggere. Le Dictateur negli anni ha proposto oggetti editoriali di ogni genere, giocando non solo con i concetti, ma anche con tecniche di stampa, impaginazione e rilegatura, creando cortocircuiti e sovrapposizioni tra superficie e oggetto, pezzo unico e produzione seriale, arte grafica e pratica fotografica. E la sfida continua.
Infatti, in occasione della mostra verrà presentato per la prima volta il libro “Birth, pages, pages, pages, death”. Si tratta di un “libro impossibile” per due motivi: sembra impossibile da realizzare ed è impossibile da leggere. Stampato in soli 5 esemplari da Fontegrafica, questo libro d’artista si presenta come l’unione di due tomi, diversi per grafica e dimensioni, ma uniti dalle pagine. Oltre a questo nuovo oggetto, riviste, libri, poster, cartoline, timbri, video, raccontano in mostra un percorso fatto di idee sperimentali ed esperimenti editoriali. Non mancheranno prototipi, prove, fasi di lavorazione, in grado di raccontare il legame simbiotico tra intuizione e materia, tra progetto e oggetto, tra individualità e scambio.
Written by La Redazione