Raramente quando si parla di artisti o architetti maschi si elencano gli incontri con artiste o architette o donne intellettuali che a vario titolo avrebbero influenzato il loro “percorso artistico”: a parti inverse invece è la norma, come se questi incontri costituissero la sostanza più importante della vita artistica delle donne, del loro pensiero, del loro talento. Nanda Vigo non fa eccezione, e per lei la trinità imprescindibile è Piero Manzoni, Lucio Fontana e Gio Ponti, tutti frequentati tra gli anni 50 e 60, tre mammasantissima della cultura milanese e internazionale del dopoguerra.
Questa mostra (a cura di Marco Meneguzzo) naturalmente rende conto di tutto ciò, ma per fortuna ne fa anche piazza pulita: le opere di luce installate nelle sale monumentali del Palazzo Reale sono un’immersione totale nella sua ricerca dai Cronotopi dei primi anni 60, sculture di vetri industriali inquadrati in frame metallici, alle installazioni piramidali degli anni 70, al linguaggio postmodern, spaziale, degli anni successivi, e alla Global Chronotopic Experience del 2017, un ambiente che sussume le sue scoperte per trasmetterle al visitatore che accetta di chiudersi al suo interno.
Una mostra che procede non cronologicamente, ma per salti analogici, un viaggio galattico e interattivo tra le opere di una protagonista assoluta della scena.
Written by Lucia Tozzi