Mi sveglio sudata, in affanno. Ho fatto un sogno, sembrava tutto reale. Cammino tra le vigne assolate, ebbra come un Dio greco, gioconda come un cherubino in festa. Da lontano vedo una cantina, forse due, diventano tre, si moltiplicano in fretta. Un enologo che parla lombardo mi prende per mano, mi porta dentro. Come Gesù nelle parabole evangeliche, il mio enologo trasforma il mosto in vino: lo fermenta, lo invecchia, lo imbottiglia e me lo spilla dentro un Santo Graal.
Bolle finissime, perlage che farebbe invidia alla Hepburn in Colazione da Tiffany, inondano il mio palato, giù fino all’esofago. Sposo l’enologo, coltiviamo per tutta la vita un lembo di terra, questa terra benedetta che dà i natali a uno dei vini più apprezzati in Italia: il Franciacorta. Mi sveglio sudata, in affanno. Non era un sogno e corro al Festival Franciacorta in cantina. Non sposo l’enologo, sposo il vino. Che è molto meglio.
Written by Martina Di Iorio