Se pensate che nulla sia più difficile che vendere il ghiaccio a gli eschimesi, è tempo di ricredervi. Il colosso delle pizze Usa, Domino’s Piazza, arriva in Italia con il suo primo negozio a Milano. Chi è stato oltreoceano sa benissimo di cosa parlo: una catena fast food di pizze extra large, o come le chiamano loro pie (orrore, raccapriccio), a metà tra una pizza al piatto e una al taglio, lievitazioni record e ingredienti fantasiosi. Neppure la più resistente delle fami chimiche riuscirebbe a buttar giù le celebri Hawaiian o Honolulu pizza, dove l’ananas incontra il bacon sopra un mare di mozzarella, o la Chicken pizza, con l’aggiunta di pollo alla griglia. Richard Allison, presidente di Domino’s Pizza International, dice che però non dobbiamo preoccuparci perché consapevoli della sacralità del territorio gastronomico che stanno profanando, in Italia la brand strategy sarà creare un prodotto utilizzando esclusivamente ingredienti locali e d.o.p. quali il prosciutto di Parma, il gorgonzola, il grana padano e la mozzarella di bufala campana. Forse anche lui aveva come l’impressione che l’ananas qui da noi servisse solo per decorare la piña colada. Chissà se sarà più semplice credere ad Alessandro Lazzaroni, alla guida di Domino’s Pizza Italia e precedentemente manager per McDonald’s, che garantisce freschezza e gusto anche nelle consegne a domicilio, punto di forza della catena. Così “Verso Occidente l’Impero dirige il suo corso” e anche la pizza, certezza e porto sicuro per ogni italiano, diventa modello di business per i grandi numeri.
Written by Martina Di Iorio