Maledetti siano i social network, maledetta sia la mattina in cui qualcuno caricò quel video di Mike Patton assieme all’allora sindaco di Milano, guidato da un imbolsito Red Ronnie. Che siano maledetti perché da allora non riesco a dissociare Mondo Cane, il progetto più “popular” del Generale Patton, da quella scena decadente. Nel frattempo però gli anni sono passati, i sindaci milanesi si sono succeduti e la schiera degli artisti (o aspiranti tali) prodigatisi per offrire impunemente le proprie leccate al governatore di turno è diventata sconfinata. Il che non cancella il ricordo, ma lo stempera. Lo colloca soprattutto nel tempo.
Il Mondo Cane è un mondo che guarda indietro, e non lo fa con nostalgia ma con insoddisfazione. C’era una volta altra musica, ma c’era una volta anche un’altra società, con un’altra coscienza. Sarebbe meglio lavorare sul ricostruirla, ma non è prerogativa degli artisti, non di questi di oggi, a loro è concessa perlopiù una passiva insoddisfazione. Mike Patton ha realizzato con Mondo Cane un viaggio senza fine all’indietro nel tempo, operazione anomala per uno che tra Mr.Bungle, Fantômas e mille altre collaborazioni ha sempre guardato alle incognite del futuro.
Ed è probabilmente guardando tra le pieghe del futuro che Mike Patton ha comiciato a vedere i segni della catastrofe, di quell’estinzione verso cui stiamo correndo non più soltanto nei libri di scienza ma anche nella quotidianità. Tanto vale allora allestire l’orchestrina per un nuovo Titanic. Il futuro non è più quello di una volta, lo diceva un celebre slogan… di 50 anni fa.
Written by Filip J Cauz