Ci sono artisti che vengono dimenticati dal mondo dell’arte contemporanea. All’improvviso vengono riscoperti e finalmente celebrati come meritano. In alcuni casi, questi episodi ci fanno pensare: come mai un artista viene messo da parte, trascurato e ignorato per poi essere riscoperto dal mondo dell’arte solo in seguito?
Fortunatamente, gli artisti, quelli di talento, anche se scomparsi da tempo, non vengono mai dimenticati del tutto. Nonostante siano in pochissimi, c’è sempre qualcuno che ne protegge i tesori. In un modo o nell’altro.
Rari alfieri votati a soccorrere le più alte conquiste culturali. Fra questi, c’è sicuramente Massimo Minini, che in quasi cinquant’anni di attività – prima di tutto come collezionista e poi come gallerista – ha raccolto un’ampia selezione di lavori della pittrice Titina Maselli, una delle artiste più originali e importanti della sua generazione.
Titina Maselli è simbolo di talento. Figlia del critico d’arte Ercole, iniziò precocemente a dipingere, sollecitata anche dall’ambiente intellettuale riunito intorno alla famiglia. Pur essendo associata alla Scuola Romana, l’artista non è mai ufficialmente appartenuta ad alcuna particolare corrente artistica, basandosi su un proprio linguaggio distintivo fondato sulla contaminazione di molteplici influenze stilistiche, che vanno dalla Pop Art al Futurismo, dal figurativo all’astratto.
La mostra PANTA REI, organizzata da London Trade Art per lo studio legale Withers con la collaborazione della Galleria Massimo Minini e della Galleria Francesca Minini, offre una piccola panoramica del suo lavoro attraverso dipinti a olio e acrilici realizzati tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta. Il senso di dinamismo è il protagonista indiscusso dei temi figurativi ricorrenti della Maselli: cieli, stadi e strade come rappresentazione dei mezzi attraverso i quali si svolge il movimento; atleti come pugili e calciatori, che ne catturano l’essenza dinamica; e ambienti metropolitani i cui dettagli diventano un campo di indagine essenziale.
In questa occasione, all’opera di Titina Maselli, la curatrice della mostra, Jessica Tanghetti, ha accostato una scultura inedita di Flavio Favelli, mai esposta in precedenza, per indagare un possibile incontro/scontro generazionale tra due personaggi apparentemente lontani. Questo piccolo progetto espositivo, il primo dopo molti anni di assenza della Maselli da Milano, aspira a non essere né completo né definitivo, ma riesce sicuramente a far incuriosire e appassionare il pubblico che visita la mostra.
Written by Gianmaria Biancuzzi