Il giudizio di Paride, nella mitologia greca, è una delle cause della guerra di Troia. Successe più o meno così: erano tutti a banchettare, quando una dea invidiosa lanciò sulle altre divinità una mela con su scritto “alla più bella”. Panico. Peggy Gou scattò in piedi rivendicando la posizione, Amelie Lens si mise a sbraitare dicendo “sono io, scansatevi”, mentre Charlotte De Witte prese tutte a gomitate.
Nel frastuono generale, da lontano, seraficamente, una dea si alzò e senza proferire parola si mise in consolle. Era la più bella, senza dubbio, non aveva bisogno di ribadirlo. Nina, gelida come la terra da cui proviene, dritta e ipnotica come le tracce che lancia sulla folla, dura con la sua tendenza a virare al lato acido della techno, non teme paragoni. In quell’arena di sudore e corpi che si muovono che risponde al nome di Amnesia, la dea Kraviz arriva come un treno. Noi ci saltiamo dentro.
Written by Lady D.