Si fa presto a dire “psichedelia”. Oggi. Vent’anni fa, scegliersi il nome prendendo spunto dalle allucinazioni di “Lucifer Sam” non era esattamente cool per un gruppo, soprattutto se poi l’orizzonte di certi Sessanta (i Pink Floyd del Pifferaio, ma anche Beatles e 13 Floor Elevators) si trasformava in strambi collage suonati da orchestrine immaginarie. Come nelle migliori tradizioni, dei Jennifer Gentle si accorsero prima all’estero, uscirono i dischi su Sub Pop, fino a trasformare la “creatura divertente” in un culto anche in Italia.
Dopo numerose collaborazioni e vari tour, Marco Fasolo torna con il primo album (omonimo) della sua band in 12 anni. “Psichedelia” resta un termine chiave, ma con tutta la complessità della nostra epoca: contaminata col funk, tirata a lucido col glam, piena di falsetti acidi, groove e handclapping, architetture sonore di fiati e violoncelli. E una valanga di dettagli imprescindibili che farebbero gongolare pure Brian Wilson.
Written by Mary Anne