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Wed 17.11 2021

IAMDDB

Where

Circolo Magnolia
Via Circonvallazione Idroscalo 41, 20090 Segrate

Who

When

Wednesday 17 November 2021
H 21:30 - 00:00

How much

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  • God's Work (feat. iLL BLU)

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Courtesy of Spotify™

«I’m comfortably asocial, a pessimist if I’m not careful, a feminist, a Black, a former Baptist, an oil-and-water combination of ambition, laziness, insecurity, certainty, and drive» ― Octavia E. Butler

Dopo una guerra nucleare che ha portato alla quasi totale estinzione dell’umanità, gli ultimi sopravvissuti, salvati dagli alieni Oankali, sono stati mantenuti in animazione sospesa per diversi decenni: tra questi la protagonista del romanzo, Lilith Iyapo, che verrà selezionata per guidare il primo gruppo che ripopolerà la terra. “Dawn” è un romanzo del 1987 di Octavia E. Butler, prima scrittrice afroamericana a raggiungere il successo nell’ambito della science fiction, considerata la pioniera dell’Afrofuturism.

Ho pensato a questo romanzo quando ho ascoltato la prima volta Diana De Brito, in arte IAMDDB. Un sound che è poetica urbana, fusione della libertà del jazz, visione che guarda al nuovo, che incorpora gli elementi contemporanei della trap, del rap inglese, di un certo soul ghiacciato. Un riverbero che insegue il dancefloor nella metropolitana e periferia di Manchester. Urban jungle che raccoglie gli ascolti dell’infanzia, da Lisbona al Regno Unito. Proiezioni distopiche a rallentatore in una stanza, un regime di bellezza in rovina, ripetizioni e ossessioni noir, un mantra cyberpunk. Lo stato vulnerabile delle cose, la voglia di un cambiamento necessario.

La voce di IAMDDB nasconde un rantolo di insofferenza. Per le convenzioni, per le regole. Per i generi. Un ronzio notturno che entra in una cucina vuota, neon rosa fluo di una lavanderia che non chiude mai. Nel 2021 IAMDDB è tornata con un paio di nuovi singoli che spingono in avanti le esplorazioni sonore e non concedono facili coordinate a chi vorrebbe chiuderla in una sola categoria. Un’intermittenza romantica e lunatica che incanta.

Written by Paolo Santoro