Il post-porno è politico, sovversivo, libero, policentrico, fantasioso. Il Colorificio lo porta a Venezia trovando ancora una volta terreno fertile e calorosa accoglienza tra le pareti fluide del Teatrino di Palazzo Grassi. L’evento si condensa in due giorni: giovedì 8 ottobre, dalle 18.30 alle 20.00 il collettivo curatoriale milanese introdurrà la proiezione di una selezione di corti in una conversazione aperta al pubblico. Venerdì 9 una vera e propria maratona post-porno: dalle 11.00 alle 23.00. Chi più ne ha più ne metta: mi sono letteralmente perso nel programma, mi sono persa, come ci si perdeva la prima volta tra i suggerimenti di youporn, like a virgin, touch for the very first time. Deragliando da tutti i possibili clichè di un mercato controverso, apparentemente monolitico, monodirezionale, scontato, prevalentemente etero ma non etereo, come quello della pornografia tradizionale questi film usano il corpo e la sua dimensione erotica con una nuova consapevolezza.
Espliciti, certo, come Alondra e Bixaputa protagoniste di «un incontro muy caliente a Buenos Aires in cui tutt* si fanno riempire il culo» (Ediyporn, Pornoblock Curirica de Ortoncha 2020, 12′), o come Robert + Dylan dove vengono mostrate due scene di fellatio «tra un uomo con paralisi cerebrale su una sedia a rotelle» e un “normodotato” negli orinatoi del nightclub The Arches di Glasgow; ma anche visionari e cervellotici come in FLUIDØ di Shu Lea Cheang: film ambientato nel futuro post-aids del 2060 con umani Gen-zero portatori di bio-farmaci il cui eiaculato ipernarcotico conquista i mercati, viene dichiarato illegale e cacciato dai replicanti del governo. O ancora Etle l’epica “performance cyborg queer / femminista di viaggio nel tempo”. I film di Cineapocalissi sono così, ed è solo un assaggio. Qualche anno fa girava, prima nei cd masterizzati, poi nelle chiavette, poi direttamente in streaming, il filmino hard di Pamela Anderson, tettona di baywatch, e il moroso dell’epoca Tommy Lee, batterista rock: bhè se lo confrontiamo con “The Blue Tape” di Kathy Acker con Alan Sondheim (1974, 55’) dove viene documentata la relazione tra un’icona femminista punk, scrittrice sperimentale e critica d’arte con uno dei pionieri del cyberspazio, allora otteniamo la perfetta proporzione tra quello che rappresenta la pornografia ufficiale e i significati di cui si fa invece portavoce il mondo del post-porno. In occasione di questa due giorni anche l’architettura del Teatrino vi apparirà sovvertita da alcuni interventi installativi a cura di Sebastiano Pala. Il titolo scelto per questa rassegna, infine, trae ispirazione da “Apocalissi Queer”, testo del filosofo Lorenzo Bernini. Tra opere emblematiche, produzioni indipendenti, film recenti, un percorso diacronico che punta dritto verso nuove categorie del desiderio, ribaltando l’ordine patriarcale e la solita noiosissima posizione del missionario, l’immaginario mainstream sopra e sotto tutti gli altri.
L’ingresso al Teatrino è libero fino a esaurimento posti. Le modalità di accesso sono consultabili sul sito www.palazzograssi.it.
Written by Fulvio J. Solinas