rs548049170_1_69869_TT (The Other Shapes of Me): Sourcecode è il titolo della terza mostra della trilogia espositiva ispirata al progetto rs548049170_1_69869_TT (The Other Shapes of Me) di Emilio Vavarella, vincitore della 6.a Edizione di Italian Council (2019). Il progetto esplora le origini della tecnologia binaria e le sue più recenti applicazioni: dalla tessitura alla programmazione, agli algoritmi, ai software, ai processi di automazione, fino alla completa digitalizzazione di un essere umano.
Dopo “Idee, ipotesi, assunti e oggetti” (luglio-settembre 2020, Gagliano del Capo) e “Errori, limiti e malfunzionamenti” (gennaio-febbraio 2021, Shanghai) il progetto arriva a Bologna presso Gallleriapiù con il titolo “Sourcecode.” Il ‘codice sorgente’ è al tempo stesso origine ed elaborazione, fonte di vita ed effetto della sua tecnologizzazione. E proprio l’idea di ‘codice sorgente’ sorregge l’impianto concettuale, tecnico ed espositivo della mostra e del corpus di opere sviluppate per l’occasione.
Se le prime due mostre si sono concentrate sul processo di ricerca e la metodologia di lavoro dell’artista, la mostra di Bologna presenta per la prima volta il progetto di Vavarella nella sua completezza. Perno centrale è l’installazione rs548049170_1_69869_TT (The Other Shapes of Me). Il titolo fa riferimento alla prima riga di testo risultante dalla genotipizzazione del DNA di Vavarella. L’opera parte dalla traduzione, effettuata dalla madre dell’artista, del codice genetico di Vavarella in tessuto usando una delle prime macchine computazionali moderne: il telaio Jacquard di fine Ottocento. Il risultato finale è un’opera monumentale composta da un tessuto, un telaio e un film—oggi parte della collezione permanente del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna.
La mostra include una serie di opere inedite intitolate Sections (The Other Shapes of Me). Si tratta di una serie di arazzi di medio e grande formato che ribalta i parametri imposti dalla macchina e dalla tecnologia disponibile alla fine dell’Ottocento, rimettendo l’uomo—in questo caso Vavarella e la sua altezza—al centro. Se infatti telaio, macchina Jacquard e schede perforate delimitano i confini tecnologici, scientifici ed estetici entro i quali è stato possibile dar vita ad un tessuto bicromo (in scala di grigi) di sessanta centimetri di larghezza per più di ottanta metri di lunghezza, l’altezza dell’artista costringe ad uno slittamento che impone l’utilizzo di una tecnologia più recente—il telaio elettronico—che ha prodotto come risultato finale un tessuto in quadricromia e più ampio in estensione. Ogni singolo pezzo—otto in mostra—è appunto una sezione allo stesso tempo del tessuto e del DNA di Vavarella. La terza ed ultima sala propone, invece, il ciclo Samples (The Other Shapes of Me): una serie di arazzi di piccolo e medio formato—nove in mostra—mai esposti in Italia. Ciascun arazzo corrisponde ad un campione di DNA dell’artista visualizzato attraverso processi eterogenei di elaborazione digitale.
Infine, la pubblicazione rs548049170_1_69869_TT edita da MOUSSE, curata da Emilio Vavarella, Claudio Zecchi e Paolo Mele, chiude la mostra in galleria. La pubblicazione nasce come un’estensione della ricerca dell’artista attraverso il contributo di quindici professionisti ed esperti in varie discipline—dall’arte alla filosofia, dalla biologia all’informatica, dall’economia all’artigianato.
Written by L.R.