In pochi ci saremmo aspettati un esordio come “Merce funebre” da Tutti Fenomeni. Sì, la notizia che il disco di debutto dell’artista romano sarebbe stato pubblicato da 42 Records e, soprattutto, prodotto da Niccolò Contessa de I Cani aveva incrementato la curiosità, ma che uno dei nomi di punta del Soundcloud rap gravido di LOL avrebbe partorito uno degli album più ambiziosi e spiazzanti dell’ultimo anno, non era preventivabile.
Giorgio Quarzo Guarascio è emerso da quell’universo trap romano che dalla Dark Polo Gang in poi ha imperversato nell’immaginario che Roma riflette al suo esterno. Se le collaborazioni con Tauro Boys e le uscite a nome Skamarcho in compagnia di Tea Falco avevano fatto sollevare qualche sopracciglio, con le produzioni di Close Listen e la virata definitiva verso il nome Tutto Fenomeni il venticinquenne di Monteverde ha iniziato a farsi riconoscere nella sua originalità.
“Merce funebre” cancella tutto e rimischia le carte. Di trap è rimasto poco, mentre il suono si è spostato verso una commistione di pop ed elettronica essenziale, ma non per questo trascurabile. La chiave di volta del disco è tutta nei testi, ricchi di giochi semantici, di riferimenti più o meno aulici e di frasi che per alcuni già “puzzano di liceo classico”. Forse però, nel panorama it.pop ormai saturo, Tutti Fenomeni è l’antieroe di cui avevamo bisogno, senza dover scomodare Battiato e senza assecondare chi cerca in “Merce funebre” un nuovo album de I Cani. A dirla tutta, nessuna traccia del disco si presta a passare per una outtake del progetto di Contessa, ma di questi tempi chi scrive in modo intelligente è automaticamente accostato a quei pochi che hanno alzato l’asticella del pop italiano. Chissà se fra dieci anni annovereremo fra questi anche Tutti Fenomeni.
Written by Livio Ghilardi