La sua influenza nel mondo dell’arte e nell’estetica della narrazione video, è innegabile. Negli ultimi venticinque anno Steve McQueen ha delineato un percorso di crescita, coerenza e grande sperimentazione, che arrivano da marzo nelle grandi navate e il Cubo del Pirelli Hangar Bicocca, grazie ad una collaborazione con la Tate di Londra (dove, of course, si trova l’adorato e mai dimenticato Andrea Lissoni).
La mostra prevede sei film e una scultura – Weight (2016), che racconta la liberazione e la prigionia degli ideali e delle minoranze. Accanto si aprono gli schermi e le proiezioni dei suoi lavori video, dentro e fuori – Caribs’ Leap (2002), aprendo orizzonti complicati, statue – Static (2009), cieli e profondità della terra –Western Deep (2002), esseri umani e pelle, andando a fondo nel dettaglio, fino al più intimo, in dito su una palpebra – Charlotte (2004).
Written by La Redazione