“Benvenuti in carcere e ben arrivati a casa”. Un saluto, un invito, quello del duo curatoriale Francesco Urbano Ragazzi che riassume a pieno il progetto espositivo Something Out of it. Le due sedi espositive saranno il parlatorio della casa di reclusione femminile della Giudecca e una casa privata nel sestiere di Castello.
Nel carcere femminile – ex monastero delle Convertite, oggi luogo di detenzione per circa sessanta donne – l’artista francese Paulin Curnier Jardin ha realizzato nel parlatorio un’installazione permanente progettata insieme alle abitanti della comunità di detenzione, che sono sia committenti che beneficiare di questo rivisitato spazio. Curnier Jardin ribalta la logica spettacolare ed esclusiva delle biennali d’arte, e soprattutto quella dell’isolamento in cui le detenute si sono ritrovate durante la pandemia, facendo della prigione stessa sede esclusiva. Proprio durante la Biennale d’arte.
La reclusione, dunque, non solo come forma di privazione ma anche di intimità. Dalle monache alle prigioniere, in un luogo che custodisce le parole lasciandole uscire dall’anima ma senza la possibilità di andare altrove.
Written by Samantha Chia