Dalle verdi lande irlandesi della contea di Wicklow, i God Is An Astronaut ci hanno abituati e partire alla scoperta di spazi adimensionali e tempi, che in barba alle regole, dilatano e distorcono la percezione. Un post-space-rock che ha ridefinito, nel corso di quasi due decenni, più volte i canoni del genere, esportando nel mondo un’attitudine strumentale tutta europea. All Is Bright del 2005 è generalmente considerato l’album più rappresentativo, ma anche la loro produzione più recente ha spesso prodotto risultati eccellenti, come il robot-rock organico di Helios. Sebbene il suono di della band sia diventato sempre più lineare e intenso, c’è sempre stato un palpabile senso di urgenza nella loro musica, che si ritrova forte e chiaro nel recente Ghost Tapes #10 (2021). Il disco non stravolge le carte in tavola, ma propone un suono più intenso e frenetico con intensità di BPM, che sfrecciano attraverso accordi dissonanti e linee di basso rimbombanti, raramente ascoltati nel post-rock. Cosa aspettarsi da un live dei God Is An Astronaut? Un viaggio bellissimo con le chitarre al timone, versatili e imprescindibili, che si destreggiano abilmente attraverso originali variazioni di delay su un tappeto sonoro definito con precisione chirurgica da una sezione ritmica coesa e affilata, resa ancora più maestosa e solenne dall’uso massivo di synth.
In apertura, i Nothing e i Giardini di Mirò.
Written by Simona Ventrella