Ve lo immaginate voi, il mondo di domani? C’è chi adotta la visione cyberpunk, e allora si va di rottami e algoritmi, di stati-multinazionali e favelas smisurate. C’è chi vede il deserto e chi l’alluvione, e da lì all’estinzione il passo è brevissimo.
Luca Petti è uno scultore riflette all’orizzonte dell’Antropocene. Il Petti immagina: immagina piante bizzarre e fuscelli contorti dai fusti screziati, immagina com’era nel lontano ieri e si chiede se l’altro giorno non è altro che dopodomani. D’altronde la salinizzazione dei mari è roba vecchia, antica. Qualche nostro progenitore organico viveva per certo lì, prima che la filogenesi dicesse separatamente uomo, pianta e quant’altro.
Insomma, Precipitazioni sotto il livello del mare è il proseguimento d’un esercizio di immaginazione che capitombola tra anonimi bestiari che attingono a un immaginario medievaleggiante, dove animali-pianta e bestie-sabbiose non sono soltanto prodotti fantastici d’una visione del mondo, ma ricapitolano la costruzione di un paesaggio preciso, fisico e mentale.
Ma c’è un twist: perché se figure come la chimera o l’homunculus – che ci sembrano indirizzi nitidi nella ricerca del Petti – erano all’epoca terribili e disgustosi pasticci alchemici, in questo torpore secco e salino che fa da sfondo tematico alle sculture dell’artista diventano piuttosto figure leggere. Quasi dei grafismi, che non covano né quel sentimento di repulsione tantomeno quello del terrore, ma si prestano più alla sensazione del gioco combinatorio, fantasioso, senza malizia e senza troppi parossismi.
Written by Piergiorgio Caserini