Pare che i Libertines siano sopravvissuti a loro stessi ma soprattutto siano tornati a divertirsi parecchio insieme sul palco. Chi se ne frega se l’effetto “Trainspotting 2” di una reunion fuori tempo massimo è dietro l’angolo. L’alchimia e allo stesso tempo i dissapori della coppia Pete Doherty/Carl Barât ci hanno regalato non solo pagine scandalistiche da tabloid ma anche grande letteratura rock’n’roll. La centrifuga di canzoni di quel folgorante esordio era e rimane un susseguirsi a rotta di collo di inni generazionali per bohemien millennials: caotici e decadenti, già disillusi eppur sempre romantici. Alla fine “Anthems for Doomed Youth” del 2015 non era un capolavoro però ha confermato pregi e difetti di una band talentuosa e incendiaria quanto imprevedibile e discontinua che quando ingrana con la canzone giusta ha un appeal irresistibile anche a distanza di anni. E sì, Pete pesa il triplo dell’ultima volta, se ne frega come sempre e voi non potete capire quanto vorrei abbracciarlo.
Written by Lorenzo Giannetti